domenica 31 ottobre 2010

Tre giorni ska - II


La Tre giorni ska organizzata in sostegno ai lavoratori della Cooperativa Papavero è entrata nel vivo con la seconda serata. Per i La Ghenga ed i T-Bone sono arrivate persone a centinaia, a conferma dell'interesse e della partecipazione che Firenze continua a riservare all'esperienza del CPAFiSud a ventun anni dal suo inizio.

Chi ancora non l'avesse fatto, firmi l'appello di Altracittà in favore degli imputati nel processo del 5 novembre, e contribuisca a diffonderlo.


5.11.2010: Comunicato di COBAS ed USI di Firenze a sostegno degli imputati

STORIE DI ORDINARIA INGIUSTIZIA
Il 13 maggio 1999 (Governo D'Alema) il sindacalismo di base, da solo, chiamava i lavoratori a scioperare per opporsi alla guerra della NATO contro quella che fu la Repubblica Yugoslava.
Una guerra illegale che violava lo Statuto dell'ONU e la Costituzione Italiana, fatta non per le ragioni “umanitarie” sbandierate all'epoca dalla propaganda governativa, e che per la prima volta dal 1945, tragicamente, riportava il con¬flitto sul territorio europeo.
Una guerra non ancora conclusa tanto che migliaia di soldati NATO stazionano ancora oggi in Bosnia, in Kosovo, in Croazia, in Macedonia.
Alla fine della manifestazione svoltasi a Firenze, davanti al consolato america¬no, la polizia e i carabinieri caricavano violentemente i lavoratori provocando feriti e una scia di disordini.
Immagini video (mostrate anche da “striscia la notizia” e che sono visionabili su youtube.com, ad esempio qui) documentarono della violenza e della volontà di reprimere chi aveva osato criticare un’alleanza inedita perché erano insieme, sia pure con ruoli diversi, d'Alema, Fini, Casini e Berlusconi.
Il 29 gennaio 2008, dopo quasi 10 anni dai fatti, il tribunale di Firenze, con una sentenza incredibile, condannava 13 manifestanti addirittura a 7 anni per “resistenza pluriaggravata”.

VIETATO PROTESTARE – VIETATO CONTESTARE
Una anticipazione delle politiche repressive e di becera criminalizzazione che oggi caratterizzano l'azione delle cricche al potere contro ogni protesta sociale sia degli operai che degli studenti, contro ogni contestazione agli interessi di quei pochi privilegiati che stanno sempre più invischiando il Paese in costose avventure militari con la loro scia di lutti e tragedie.
In questa Italia le varie caste politiche ed economiche rubano e devastano, violano la Costituzione e il diritto internazionale, sfruttano e schiavizzano, cancellano diritti primari come sanità e istruzione e tutto in una completa impunità, i 13 lavoratori condannati a 7 anni per aver manifestato contro la guerra, si troveranno il 5 novembre 2010 nuovamente in tribunale dove è fissata l'udienza di secondo grado che dovrà esaminare il ricorso presentato dalla difesa degli imputati.

DIRE BASTA È TROPPO POCO !!!
LA CONFEDERAZIONE COBAS DI FIRENZE E USI FIRENZE ESPRIMONO LA PROPRIA SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI CONDANNATI, DENUNCIANO UNA REPRESSIONE CHE SCHIACCIA OGNI SPAZIO DEMOCRATICO E INVITA I LAVORATORI A PARTECIPARE ALLE INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ CHE SI SVOLGERANNO IN CITTÀ.

Solidarietà del K100 di Campi Bisenzio agli imputati del 5 novembre 2010

Il comunicato di solidarietà del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio.

Il 13 Maggio 1999, in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base, in tutta Italia ci furono manifestazioni contro la guerra in Jugoslavia. A Firenze il corteo regionale fu violentemente caricato dalle forze dell'ordine sotto l'ambasciata USA. Ci furono diversi feriti tra i manifestanti ed i pestaggi furono addirittura denunciati da un video mandato in onda da “Striscia la notizia”. Il 29 Gennaio 2008, a quasi 10 anni di distanza, 13 manifestanti sono stati condannati a 7 ANNI DI CARCERE per il solo reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
Una condanna assurda giunta al termine di un processo politico in cui, per l'ennesima volta, si cerca di colpire i compagni non tanto per quello che hanno fatto ma per quello che sono, per le loro idee, per la loro militanza.
Venerdi 5 Novembre a Firenze si terrà l'appello relativo alle condanne emesse in primo grado.
Come compagni/e del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos vogliamo esprimere la nostra solidarietà attiva e partecipe ai 13 compagni.
Crediamo inoltre che la solidarietà si dimostri anche continuando a battersi senza compromessi contro la guerra, quella guerra che negli anni successivi ha fatto oltre 100.000 morti in Iraq, quella guerra che è costata ai cittadini italiani oltre 3 miliardi di euro in Afghanistan, quella guerra che piace molto alla destra, ma che spesso ha trovato anche nella sinistra istituzionale se non complicità, perlomeno un “silenzio-assenso”.
Basta pensare, per quanto rigurda la Toscana, alla prevista costruzione di un Hub aereo militare a Pisa con il sindaco Filippeschi che addirittura dichiara la città “onorata” di ospitare un complesso logistico-militare che servirà per le prossime missioni di guerra.
Vogliamo anche ricordare come questi compagni, purtroppo, si trovano “in buona compagnia”: dai teoremi di Pistoia per i fatti di CasaPound (costati mesi di galera e domiciliari ad alcuni compagni) agli avvisi orali per gli studenti, dai divieti su Piazza San Marco alle perquisizioni agli antifascisti per i fatti di via della Scala, anche in Toscana la macchina repressiva lavora a pieno ritmo per stroncare ogni forma di conflittualità e criminalizzare ogni dissenso.
Un problema di libertà e diritti per tutti su cui per tutti è necessario riflettere, informare, agire e costruire momenti di solidarietà.

Solidarieta' attiva e partecipe ai 13 compagni!
Ieri, oggi, domani contro repressione, spese militari, guerre imperialiste.......Aqui no se rinde nadie!!!!

Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio

sabato 30 ottobre 2010

Ottobre 2010 - Dossier sul processo per i fatti del 13 maggio 1999

Tre giorni ska - I

I Guestska -vecchissima ed apprezzata conoscenza, in via Villamagna!- hanno aperto nel migliore dei modi la Tre giorni ska organizzata in solidarietà con i lavoratori della Cooperativa Papavero.
Dal palco è stato lanciato anche un invito che è bene ripetere. Il 5 novembre è prevista l'udienza d'appello per i tredici imputati condannati a sette anni il 28 gennaio 2008; la sentenza è prevista per la stessa giornata. Attivisti, sostenitori e frequentatori del CPAFiSud intervengano in via Villamagna la sera di venerdi 5 novembre. Ceneremo tutti insieme, comunque siano andate le cose.

Chi ancora non l'avesse fatto, firmi l'appello di Altracittà e contribuisca a diffonderlo.

La solidarietà delle RSU dell'Università di Firenze

Il comunicato delle RSU dell'Università di Firenze.

Solidarietà con i manifestanti contro la guerra
ingiustamente condannati
in occasione della violenza poliziesca
davanti al Consolato U.S.A. il 13 maggio 1999

Il 5 di novembre si terrà a Firenze il processo d’appello a carico di 13 manifestanti, condannati in primo grado a 7 anni di carcere per resistenza aggravata, in realtà per avere partecipato il 13 maggio 1999 ad un pacifico corteo di protesta contro le devastazioni della guerra NATO in Jugoslavia.

Ricordiamo che la manifestazione, a cui parteciparono centinaia di lavoratori e centinaia di studenti dell’Ateneo fiorentino e delle scuole fiorentine vide anche l’adesione della Rappresentanza Sindacale Unitaria (R.S.U.) dell’Università di Firenze e dei sindacati SNUR-CGIL e CISL-Università. Davanti al Consolato USA la richiesta da parte dei manifestanti di mettere fine ai bombardamenti ai danni del popolo jugoslavo fu accolta all’improvviso da una violentissima e assolutamente ingiustificata carica della polizia, come documentato in filmati trasmessi in televisione su programmi nazionali. Nonostante questa verità dei fatti e le testimonianze oculari a loro favore, i 13 manifestanti furono condannati con una sentenza inaudita, che andava oltre le stesse richieste del PM.

La RSU dell’Ateneo fiorentino nel ribadire la propria solidarietà agli imputati si augura che nel processo di appello si faccia giustizia, riconoscendo quanto effettivamente successo e di conseguenza l’innocenza degli imputati.

Purtroppo le politiche di intervento militare, che si sono da allora succedute in spregio dell’art. 11 della Costituzione, sono andate di pari passo con la criminalizzazione di chi vi si è opposto.

Come RSU dell’Università di Firenze rivendichiamo la necessità di impiegare le decine di miliardi di euro ora investite nelle forze armate e nelle missioni militari in spese sociali a cominciare dai finanziamenti a scuole, università e ricerca.

Firenze, 25 ottobre 2010

Solidarietà e Giustizia per i condannati per aver manifestato contro la guerra



Il comunicato di solidarietà di RSA FILCAMS CGIL ed Assemblea dei lavoratori in appalto nell’Università di Firenze- Centro Storico.

Il 13 Maggio 1999, al termine del corteo che portò centinaia tra lavoratori e studenti sotto il consolato degli Stati Uniti d’America in segno di protesta contro l’intervento militare nei confronti della Repubblica Federale di Jugoslavia, le persone lì intervenute furono caricate selvaggiamente e del tutto ingiustificatamente. Nonostante testimonianze, foto e filmati confermassero l’assurdità e la gravità del comportamento delle forze dell’ordine (all’epoca persino Striscia la Notizia dedicò un servizio all’accaduto), a seguito di tali fatti 13 dei manifestanti presenti furono condannati in primo grado a 7 anni di carcere.

Noi lavoratori in appalto, alcuni dei quali peraltro presenti come studenti alla manifestazione di quel giorno, esprimiamo la nostra solidarietà agli imputati anche nella convinzione che quella sentenza sia il frutto di una persecuzione politica perpetrata nei confronti di chi, allora come oggiAggiungi un appuntamento per oggi, dà un’interpretazione della realtà diversa da quella ufficiale, criticando le scelte gravi e ipocrite di chi ci governa.

Dopo i morti e le macerie delle bombe “intelligenti” dell’intervento militare, camuffato da operazione umanitaria, a cui partecipò da protagonista l’allora Governo del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, e dopo i pentimenti postumi di molti tra politici e sindacalisti che allora si dissero favorevoli a partecipare a quella guerra, il 5 Novembre auspichiamo che, per l’assurdità e le bugie contenute nella tesi accusatoria contro gli imputati, il processo d’appello si concluda con la piena affermazione della Giustizia e della Verità.


Solidarietà ai condannati a 7 anni per aver manifestato contro la guerra


Il comunicato di solidarietà della CUB Toscana.

Era il 13 maggio 1999.
Il sindacalismo di base aveva indetto uno sciopero generale, a cui non avevano aderito altre organizzazioni sindacali, contro la guerra scatenata dalla NATO e partecipata in prima persona anche dal governo italiano, nella ex Repubblica Yugoslava.
Durante la manifestazione svoltasi a Firenze ,la polizia caricò i lavoratori che protestavano davanti al Consolato americano:ci furono anche dei feriti.
A 10 anni di distanza , il 29 gennaio 2008, il Tribunale di Firenze condannò 13 manifestanti con una sentenza “esemplare”: 7 anni per “resistenza pluriaggravata”.
In questi anni l’attacco ai diritti dei lavoratori ,al lavoro e al reddito ,al lavoro stabile, alla casa, alla sanità all’istruzione ,è andato di pari passo con la criminalizzazione di ogni forma di dissenso.
I tagli della spesa pubblica non hanno certamente inciso sulle spese militari e oggi ancora più di allora l’Italia si trova invischiata in operazioni militari costose e utili solo a far ingrassare chi, con le guerre, ci guadagna.
Il 5 novembre 2010 ci sarà l’udienza per esaminare il ricorso presentato dai 13 imputati condannati a 7 anni per aver manifestato contro la guerra.
La CUB ,impegnata da sempre per il taglio alle spese militari, esprime la propria solidarietà ai lavoratori condannati e invita i propri iscritti e i lavoratori a partecipare alle iniziative di solidarietà.

Firenze 26 ottobre 2010




13 05 1999: Comunicato stampa del CAAT in solidarietà agli imputati.

Il comunicato di solidarietà del Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano.

Il 5 novembre ci sarà il processo di appello per i 13 compagni condannati in primo grado a 7 anni per gli scontri al consolato americano del 1999. La sentenza di primo grado che ha visto condannare a sette anni tutti e tredici gli imputati è scandalosa, nonostante le numerose testimonianze dei presenti, nonostante i video apparsi anche in televisione che hanno dimostrato in maniera chiara che la manifestazione fu caricata senza motivo da polizia e carabinieri, si è voluto procedere con una condanna pesantissima.

La sentenza è quindi politica. Con le condanne ai 13 compagni si è voluto colpire il movimento contro le guerra che in quegli anni portò in piazza migliaia di persone contro gli interventi “umanitari” dei governi sia di centrosinistra (dell'allora D'Alema), sia di centrodestra, dalla Jugoslavia all'Iraq, fino ad arrivare all’Afghanistan.

Nella stessa maniera in questi mesi si sta criminalizzando il movimento antifascista toscano con la montatura di Pistoia e con i fatti di Via della Scala a Firenze che hanno visto piovere decine di denunce in tutta la regione, lo stesso succede agli studenti impegnati nella lotta contro i tagli del ministro Gelmini con denunce a Firenze e Livorno.

Il Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano (CAAT) esprime la propria solidarietà a tutti i compagni colpiti dalla repressione ed invita tutte le realtà politiche e sociali toscane a mobilitarsi per i processi del 5 novembre a Firenze e del 19 novembre a Pistoia.

Ora e sempre resistenza.


venerdì 29 ottobre 2010

Rifondazione Comunista di Campi Bisenzio in solidarietà agli imputati



Il comunicato di solidarietà del Circolo "Antonio Gramsci" di Rifondazione Comunista - Campi Bisenzio.

Solidarietà ai tredici condannati per la manifestazione contro la guerra in Jugoslavia

Il Circolo “A.Gramsci” di Rifondazione Comunista esprime la propria solidarietà ai 13 condannati per la manifestazione del 13 maggio 1999 contro la guerra in Jugoslavia.
Migliaia di persone quel giorno manifestarono per le vie di Firenze e davanti ad il consolato statunitense.
Proprio a conclusione della manifestazione le forze dell'ordine caricarono la folla senza una reale e giustificabile motivazione.
Molti rimasero contusi, fra cui una ragazza che dovette essere operata ad un occhio.
In seguito a tutto questo sono arrivate per alcuni compagni identificazioni e denunce, che si sono trasformate poi in condanne a sette anni.
Il 5 novembre comincerà il processo d'appello.
Chiediamo a tutti di seguire il processo e di esprimere la propria solidarietà agli imputati.

NO ALLA GUERRA!
NO ALLA REPRESSIONE!

Rifondazione Comunista Campi Bisenzio
Circolo “A. Gramsci”

giovedì 28 ottobre 2010

Ornella de Zordo - Se il dissenso diventa un crimine



Editoriale di Ornella de Zordo pubblicato sull'edizione fiorentina di Repubblica il 28 ottobre 2010.
Fonte:
perunaltracitta.org

È un pessimo segnale quando il dissenso e la protesta sono affrontati da parte delle autorità come fenomeni da criminalizzare. Firenze non ha seri problemi di ordine pubblico — tutti i dati ufficiali lo attestano — eppure in certi casi la libertà d'espressione e di critica, diritti garantiti dalla nostra Costituzione, sono pesantemente messi in discussione.
Poche settimane fa manifestazioni studentesche svolte in assoluta tranquillità, ma con gli inevitabili disagi per il traffico, danno origine a denunce e multe di migliaia di euro nei confronti dei ragazzi e delle loro famiglie; come conseguenza piazza san Marco, luogo storico per le iniziative studentesche, viene dichiarata inagibile in via preventiva per decisione prefettizia.
Motivi di sicurezza? In Italia stiamo vivendo in una fase in cui i diritti riconosciuti dalla prima parte della Costituzione vengono rimossi; quella stessa Costituzione che all'art. 11 ripudia la guerra e che nel maggio del 1999 veniva difesa qui a Firenze da centinaia di manifestanti contrari alla guerra del Kosovo. Una normale manifestazione di dissenso in un paese civile e democratico che per 13 manifestanti fiorentini diventa un vero incubo.
Quel 13 maggio il corteo si chiude pacificamente, fino a che una improvvisa carica delle forze dell'ordine non investe i manifestanti, alcuni dei quali rimangono feriti. Diversi finiscono al pronto soccorso, una ragazza rischia di perdere un occhio, colpita a terra col calcio del fucile. Ma non finisce qui. 13 persone, non fermate per fatti specifici, vengono individuate a posteriori, denunciate, processate per resistenza a pubblico ufficiale, e condannate a ben sette anni di carcere. Anche se le testimonianze di altri partecipanti, tra cui consiglieri comunali e regionali, e la documentazione video esistente, dicono il contrario.
L'assoluta sproporzione fra quanto successo e la pena inflitta salta agli occhi, e risulta chiaro come si sia calcata la mano oltre ogni limite — peraltro in assenza assoluta di prove materiali — per colpire non tanto un comportamento, quanto la libera espressione di critica alle politiche di guerra del Governo.
Laddove c'era una protesta si creano criminali, si dà una lezione, si lancia un messaggio: il dissenso non è ammesso, bisogna adeguarsi, o si è fuori, banditi.
Messaggio che giunse chiaro e forte nel 2001, a Genova. Così si ha il paradosso che nel paese in cui il presidente del Consiglio fugge i processi che lo vedono imputato, in cui 60 miliardi di euro l'anno alimentano la corruzione e altri 130 l'evasione fiscale in una impunità pressoché assoluta, si sostiene una condanna a sette anni per la partecipazione a una manifestazione contro la guerra. Vi pare accettabile?
L'idea di giustizia che abbiamo, quella nella nostra Costituzione, quella propria di uno Stato democratico, non può che essere altra cosa. Ora, il 5 novembre, c'è il processo di appello, l'occasione per restituire un senso a questa vicenda, e non solo. Ci auguriamo che questa occasione venga colta.

lunedì 25 ottobre 2010

Per un concentramento in piazza San Marco



Venerdì 8 ottobre migliaia di studenti si sono riversati per le strade di Firenze.
Sono partiti in corteo da Piazza S.Marco e per tutta la mattinata hanno manifestato per le vie del centro cittadino e sui viali.
Il giorno successivo il triumvirato composto dal nuovo Prefetto, dall’Assessore ai Trasporti della Giunta di centro-"sinistra" e dai dirigenti ATAF, dichiarava che da quel momento sarebbe stato proibito qualsiasi concentramento in Piazza S.Marco e manifestare sui viali, oltre che in Piazza Signoria, rispolverando un vecchio decreto ministeriale.
Se i fiorentini sono costretti a confrontarsi quotidianamente con il problema del traffico e del trasporto pubblico, a Prefetto, Assessori e dirigenza ATAF probabilmente interessa solo per giustificare la precettazione ai lavoratori ATAF in caso di sciopero, per chiedere risarcimenti per migliaia di euro o, come in questo caso, per restringere ulteriormente gli spazi di agibilità e libertà in questa città.
Al di là delle strumentali scuse sulla viabilità, l’aspetto repressivo è l’unico modo in cui questo divieto può essere letto, nel tentativo di isolare cortei e manifestanti cercando di renderli invisibili alla città.
Ma la gravità della questione va anche oltre il tentativo di impedire quella piazza: vuol dire provare a chiudere con una tradizione storica per il movimento fiorentino e per chi in questa città ha scelto di lottare.
Provvedimenti come questo non sono casi isolati, ma il frutto di un clima più generale che ormai da anni respiriamo anche a Firenze.
Viviamo in una città dove, con la scusa della “lotta al degrado” abbiamo assistito ad una sempre maggiore militarizzazione delle piazze ormai chiuse anche alla socialità dei più giovani.
Santa Croce, il Porcellino, Santo Spirito e adesso Sant'Ambrogio sono solo alcuni degli esempi che possono aiutarci a capire come secondo l'amministrazione comunale e la questura dovrebbero svilupparsi i nostri rapporti sociali nel tentativo di relegarli e regalarli al guadagno di locali e localini.
Rompere il divieto imposto su Piazza S.Marco è importante non tanto per una sorta di amarcord (come già si è espresso qualche ex "sinistro") ma bensì, perché in questa città non devono esistere divieti di manifestazione: gli unici titolati a decidere dove le manifestazioni possono svolgersi sono esclusivamente i promotori delle stesse.
Invitiamo tutti a non far passare sotto silenzio questo divieto ed a discuterne individuando un momento per lanciare tutti assieme un concentramento in Piazza S.Marco.

L'assemblea del CPA fi-sud si svolge ogni martedì in Via Villamagna 27a in Gavinana alle ore 21.30

Sosteniamo i lavoratori della Cooperativa Papavero (GLS) in lotta!




Nella prima metà del febbraio scorso i lavoratori della Cooperativa Papavero di Cerro al Lambro (MI), che ha in appalto lavorazioni della GLS Italy, gigante europeo delle spedizioni di proprietà delle Poste inglesi, sono scesi in sciopero. Le rivendicazioni dei lavoratori hanno riguardato il rispetto delle norme e dei livelli economici previsti dai contratti nazionali, il pagamento di tutte le ore ordinarie e straordinarie lavorate e una distribuzione più equa dei carichi di lavoro, delle turnazioni, dell'orario e degli straordinari.
Queste rivendicazioni sono state supportate non solo da una mobilitazione compatta ma anche da iniziative di lotta determinate.
A distanza di tempo è scattata la rappresaglia: 15 lavoratori protagonisti della vertenza sono stati licenziati.
Riteniamo opportuno far conoscere quanto avvenuto in modo tale che possa crescere ed organizzarsi la solidarietà verso questi lavoratori e proprio per questo abbiamo deciso di essere presenti davanti alla se de della GLS.

Al di là delle legittime e importanti rivendicazioni sindacali di cui i lavoratori si sono fatti carico, ciò che è importante valorizzare è l'aspetto politico di questa mobilitazione: il modo in cui i lavoratori hanno saputo dialogare con il territorio interpretandolo come un terreno d'intervento.
Non è un caso, infatti, che lavoratori di altre cooperative e compagni di molte altre realtà milanesi abbiano preso parte alle assemblee, ai picchetti e ai fronteggiamenti con la polizia, intervenuta più volte a difesa degli interessi padronali e che si siano create le condizioni perché la lotta sapesse dare una risposta di continuità anche dopo il licenziamento dei 15 lavoratori attivi nella mobilitazione.

Altro dato che vorremmo sottolineare è che i 15 licenziati sono tutti lavoratori immigrati che, se da una parte rischiano di perdere il permesso di soggiAggiungi un appuntamento per oggiorno senza il proprio lavoro, dall'altra hanno scelto ugualmente di alzare la testa rendendosi protagonisti della lotta di classe e non cedendo a quel ricatto che si chiama CIE (centro di identificazione ed espulsione), ma non solo, hanno dimostrato, alla faccia di chi vuol contrapporre lavoratori immigrati ai lavoratori " locali ", che l'unica strada percorribile è l'unità di tutti senza differenze di provenienza o nazionalità: i diritti devono valere per tutti!

OggiAggiungi un appuntamento per oggi i lavoratori licenziati continuano ad essere protagonisti di questa lotta con l'obiettivo di conseguire le rivendicazioni per cui gli scioperi erano iniziati e perché vengano reintegrati e tornare al loro posto di lavoro. In alcune città si stanno tenendo iniziative di solidarietà.
Il 29, 30 e 31 è stata organizzata una ‘tre giorni’ al CPA fi-sud (via villamagna 27/a) di musica SKA: i ricavati saranno devoluti in solidarietà alla cassa di resistenza che hanno organizzato.

Il 27 ottobre invece, presso il Tribunale di Milano, si terrà la prima udienza per il reintegro dei 15 lavoratori licenziati. Sosteniamoli!

domenica 24 ottobre 2010

La serata di solidarietà del 23 ottobre 2010


La risposta popolare alla serata del 23 ottobre, organizzata per informare e solidarizzare con i tredici compagni condannati a sette anni di detenzione per "resistenza pluriaggravata" a dieci anni dai fatti contestati, è stata massiccia e convinta. Quadra Quintet, le Bestie Rare di Elio Germano, Carlo Monni e i Malasuerte Fi-Sud hanno riempito Covo e sala concerti con quel pubblico entusiasta che dal 1989 è parte integrante della presenza inossidabile e costruttiva dell'autogestione.


giovedì 21 ottobre 2010

23 ottobre 2010: solidarietà agli imputati per i fatti del 13 maggio 1999


Мај 13, 1999: Југословенска застава на улицама Фиренце (cnj.it)

Sette anni di condanna per aver protestato contro la guerra in Jugoslavia.

Il 5 novembre 2010 si terrà l'udienza di secondo grado che dovrà esaminare il ricorso presentato dalla difesa degli imputati.

Il 23 ottobre 2010 si tiene al CPAFiSud una giornata di solidarietà e controinformazione.

Ore 16.30: assemblea-dibattito. Dai processi politici agli avvisi orali, dalla sorveglianza alle forme di controllo sociale. Interviene l'avv. Giuseppe Pelazza.

Ore 20.00 Aperitivo solidale. Jazz al Covo con i Quadra Quintet
Ore 21.00 Cena di solidarietà
Ore 22.30 Concerto con JFK & C (alcuni componenti del gruppo provengono dalla storica band fiorentina degli Sniff), Elio Germano con le Bestie Rare e i Malasuerte Firenze Sud.
Nella tarda serata è prevista una performance di Carlo Monni.





lunedì 18 ottobre 2010

La VI edizione di Sparacchia Fest


Sesta SparacchiaFest. E sei sono stati i gruppi che si sono alternati fino a notte fondissima: uno in più rispetto alla quinta edizione dello scorso anno. I cento commensali -un numero costante da anni, anche questo- sono stati serviti con quell'efficienza e quella celerità inossidabili di cui la brigata di cucina del CPAFiSud non manca mai di dare prova, stupendo immancabilmente quanti càpitino in via Villamagna per la prima volta. In questa occasione, visto che c'era una grossa quantità di un piatto arrivato diritto diritto dal menu della cena dei becchi, c'è stato anche chi si è divertito ad illustrare il concetto, nella loro lingua, ad un paio di olandesi...
Lo Sparacchia Fest è dedicato a Felice. A Felice e ai tanti che in ventuno anni sono passati per le tre incarnazioni del CPAFiSud e che ci sono stati sottratti lasciando un vuoto che si ha la sensazione di poter quasi percepire fisicamente. A tutti loro la sera del sedici ottobre sono di nuovo andati i calici alti ed i pensieri: il miglior modo che abbiamo per ricordare davvero i nostri compagni ed i nostri amici è fare tutto quanto è in nostro potere perché nessuno, di qui a quando toccherà a noi, possa dire che in fin dei conti non si sono persi niente.



giovedì 14 ottobre 2010

15 ottobre 2010 - Norge, Led Zeppelin cover band


..Quando il rock non era solo intrattenimento.

Ore 20.30 cena sociale
Ore 22.30 Norge in concerto


23 ottobre 2010 - Serata di solidarietà



Il 5 di novembre 2010 si terrà a Firenze il Processo di Appello a carico dei 13 manifestanti condannati in primo grado il 29 gennaio del 2008 per resistenza aggravata a 7 anni di carcere per aver partecipato nel lontano 1999 alle manifestazioni contro la guerra in Jugoslavia.

Il 13 maggio del 1999, in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base, in tutta Italia vi furono manifestazioni regionali per protestare contro la guerra in Jugoslavia, voluta dagli Usa di Clinton e dalla Nato ed appoggiata dal governo D’Alema, che con una circolare del ministero degli interni invitò polizia e carabinieri a reprimere le manifestazioni vicino alle sedi consolari Usa.
A Firenze il corteo regionale di oltre 3.000 persone si concluse sotto il consolato degli Stati Uniti e qui fu violentemente caricato dalle forze dell’ordine, come documentato da testimonianze ed immagini video: le cariche causarono numerosi feriti ed una ragazza fu operata ad un occhio. La giornata finì con l’occupazione simbolica della sede dei DS, allora partito del Presidente del Consiglio D’Alema in un clima di rabbia ed indignazione per le violenze subite.
Il giorno dopo le veline della Questura, con accuse di guerriglia e violenze preorganizzate, cercarono immediatamente di criminalizzare i manifestanti per giustificare gli attacchi polizieschi criticati persino da Striscia la Notizia.

Dopo quasi dieci anni è arrivata l’incredibile sentenza di 7 anni per tutti e 13 gli imputati con la sola accusa di resistenza aggravata.

Episodi come questo, non a caso parallelo alla prima guerra umanitaria combattuta e rivendicata dall’Italia, hanno evidenziato nel tempo un cambiamento significativo nelle strategie di repressione dei movimenti e di controllo sociale. Da allora una lunga serie di interventi militari umanitari si sono susseguiti, fino ad arrivare alle odierne guerre in Iraq ed Afghanistan: come tanti sono stati gli episodi ed i momenti in cui la repressione ha svolto un importante ruolo politico, dalle piazze del Global Forum di Napoli a Genova 2001, alle decine di inchieste politiche e per reati associativi a carico di comunisti, anarchici, lavoratori e studenti, fino all'uso dei provvedimenti extragiudiziari, come multe, avvisi orali o fogli di via.
Numerosa, purtroppo, sarebbe la lista delle inchieste, dei processi politici, degli arresti, delle perquisizioni, dei teoremi che hanno segnato questi lunghi 10 anni, a fianco di un progressivo attacco ai diritti di lavoratori e immigrati, alla stessa libertà di critica, quando si trasforma una contestazione o un fumogeno in un atto terroristico!
Inoltre in questi 10 anni abbiamo visto sia un pesante revisionismo contro la Resistenza che il finanziamento e la sovraesposizione dei gruppuscoli neofascisti, come Forza Nuova o Casa Pound, con il ruolo unicamente di provocazione e di repressione come le tante inchieste contro gli antifascisti dimostrano anche qui in Toscana, con la montatura di Pistoia o i fatti di Via della Scala a Firenze.
Tutto questo è avvenuto anche con il consenso del centrosinistra, che, se da un lato denuncia il pericolo autoritario della destra di governo, dall'altro appoggia guerre umanitarie e repressione politica. Di fronte ad un sistema economico e ideologico in grave crisi, che porta con se la perdita dei legami sociali ed una pericolosa spinta reazionaria, secondo tutte le forze “democratiche”gli oppositori vanno repressi, chi esprime una critica radicale va zittito, chi cerca la costruzione di altri rapporti sociali va isolato.
Ma nonostante processi, arresti, intimidazioni, noi siamo ancora qui, cerchiamo ancora di costruire rapporti sociali solidali, non determinati dal profitto, rappresentare ancora la possibilità di cambiare, di non accettare questa situazione, economica e sociale.

E proprio per questo siamo ancora al fianco dei 13 compagni condannati e di chi subisce ogni giorno la repressione

SABATO 23 OTTOBRE al CPA Firenze Sud

GIORNATA DI SOLIDARIETA'

dalle ore 16.30 assemblea dibattito – alle 21.00 cena di solidarietà – alle 23.00 concerto

16 ottobre 2010 - Sesta edizione di SparacchiaFest




La prima volta che ho conosciuto Felice era l'autunno dell'82...ed era su una bicicletta di quelle da "fornaio", quelle per trasportare le robe, sul portapakki davanti c'era legato con un elastico uno stereo portabile,di quelli da rapper che "sparakkiava" a tutto volume musica dei Who...Felice pedalava in mezzo alla piazza ridendo,veniva ad offrirti musica,potente e ad alto volume; quante volte l'ho visto sulla sua robusta bicicletta,con lo stereo,viveva per la musica,la musica era tutto per lui... Amava da pazzi i Dead Kennedys,al punto di tatuarsi sul braccio il logo dell'etichetta Alternative Tentacles. Cominciò a offrire musica ad alto volume così,per la strada, socializzando con tutti, ma la musica lui la portava dappertutto, in tutti quei luoghi di aggregazione underground che conosceva, al MAF per esempio o all'Indiano... Dando infine il meglio di sé al CPA. Elemento di spicco del GRANDUCATO HARDCORE,immancabile a tutti i concerti punk e rock, conosciuto da tutti i musicisti rockettari italiani e stranieri, cablava, montava, smontava, organizzava concerti al cpa, e molto di più... Di una simpatia travolgente capace di ironizzare perfino sulle proprie disgrazie... Tutta firenze gli deve molto!
Io per primo.

Così un frequentatore di lunghissima data della scena underground fiorentina ricorda Felice "Felix DJ" Pizzolla, il tipo della foto qui sopra a cui è dedicata SparacchiaFest, arrivata alla sua sesta edizione.
Il desiderio di Felice era quello di diffondere dappertutto e in tutti i modi un sacco di musica, dal punk allo heavy metal passando per lo hardcore e il rock and roll. Verso il '99, ancora nella ENORME sede del CPAFiSud ricavata nella Ex Longinotti, quella dove potevamo allestire spettacoli che in qualche caso hanno richiamato anche cinquemila persone, Felix cominciò a "passare" anche molti brani di Fred Buscaglione. Vista da qui, la cosa sa quasi di predestinazione.
Felice era -ed è a tutt'oggi- famoso tra gli attivisti e i frequentatori di via Villamagna per un suo slang tutto particolare, specialmente in quello che riguardava la musica. In particolare SPARACCHIA!!! era il modo con cui esortava mixeristi, dj e musicisti in genere perché alzassero di brutto il volume... o il tiro del brano eseguito.
Quando è nata l'idea della prima edizione e dovevamo scegliere come intitolare il festival, tra CIARPAME (per Felix qualunque cosa ingombrante o sporca, dalla polvere sul pavimento al quadrimotore precipitato), LEGNA COME SAI (altra esortazione felixiana in materia di musica: picchia duro su quei tom o su quegli ampli...) e SPARACCHIA, la scelta cadde su quest'ultimo, che ci pareva suonasse meglio.
Per la sesta edizione di SparacchiaFest si esibiscono Astrozombies, Attitude, Festering Disgust, The Headbangers e i Fake Boys. Questa edizione si presenta più variegata rispetto alle precedenti, in quanto abbiamo voluto che fossero rappresentati più generi possibile, dal rock and roll al punk, dallop hardcore al metal. Con l'eccezione deiFake Boys, che arrivano dal Massachussets, gli altri gruppi sono tutti toscani: Felix ha sempre cercato di dare posto ai gruppi locali e a chi non trovava spazio altrove, ha sempre esortato tutti a fare lo stesso, e questo è solo uno dei molti campi in cui il CPA ha fatto tesoro del suo insegnamento.



lunedì 11 ottobre 2010

La presentazione di Radio Cora


Un venerdì di ottobre.
Proiezione del film sulla storia dell'emittente clandestina Radio Cora girato da Alessandra Povia Valdimiro, e successivo dibattito con la regista e con il partigiano Marcello "Sugo" Cesano, intanto che al pian terreno i musicisti di In.Con.Tra.Da si preparavano.
Sala piena e gente in piedi.

Enrico Bocci
Carlo Campolmi
Giuseppe Cusmano
Anna Maria Enriques Agnoletti
Maria Luigia Guaita
Gianfranco Desiderio Gilardini
Gilda La Rocca
Luigi Morandi
Italo Piccagli
Carlo Ludovico Ragghianti

Giuseppe Martini


domenica 3 ottobre 2010

Riprendono i concerti al chiuso - Verso Sparacchia Fest (VI ed.)


I Vedova Virgo hanno aperto a tutti gli effetti il due ottobre la stagione dei concerti al chiuso; per il sedici dello stesso mese è prevista la sesta edizione della Sparacchia Fest.
La Sparacchia Fest, dopo una prima edizione tenutasi nel 2003, viene organizzata ininterrottamente dal 2006 e programmata per la metà di ottobre di ogni anno. E' uno dei nostri modi di ricordare persone che hanno fatto vivere il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud con la loro passione, la loro militanza politica ed il loro impegno, e che non ci sono più. In particolare Sparacchia Fest è dedicata a Felice "Felix DJ" Pizzolla, scomparso l'undici agosto 2003 in un incidente stradale sulla A1 vicino a Parma. Sparacchia Fest è una serata interamente dedicata al punk ed allo hardcore, due generi musicali che Felix ha apprezzato e diffuso con entusiasmo per tutta la vita.
A questa sesta edizione prendono parte The Headbangers (Prato punk-r'n'r), Astro Zombies (Firenze horror punk rock), Festering Disgust (Lucca metal-core), Attitude (Grosseto hard-core) e The Fake Boys (Usa punk rock).


Solidarietà ai militanti di Askapena


დართლო თუშეთი საქართველო აგვისტო 2010

Con questo comunicato vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai 7 militanti di Askapena arrestati martedì 28 settembre, ai loro familiari ed amici.
I compagni sono accusati di far parte dell'apparato internazionale di ETA. Subito dopo l'arresto sono stati portati a Madrid dove il giudice Pablo Ruz ha confermato, dopo averli sentiti nella giornata di giovedì, i capi d'accusa per tutti loro: Gabi, Unai, Walter, Dabid e Haritz, rimangono in prigione mentre Ruben e Itxaso escono rispettivamente con 10mila e 5mila euro di cauzione.

Un atto gravissimo che:
- Attacca Askapena in quanto organizzazione internazionalista e con essa la solidarietà che in questi anni è stata pratica a sostegno della lotta del popolo basco per l'indipendenza ed il socialismo.
- Rappresenta la continuità nella politica repressiva delle organizzazioni della sinistra indipendentista basca nel chiaro tentativo di impedire il processo di trasformazione di cui sono portatrici.

Euskal Herria non cammina da sola!
Euskal Presoak Euskal Herrira!

Centro Popolare Autogestito Firenze-Sud
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos

Venerdi 8 ottobre 2010 - Radio Cora


"...la meglio gioventù, di ieri e di oggi, continuò a camminare a fianco di operai, studenti e lavoratori"

RADIO CORA
un video documentario di Alessandra Povia Valdamiro

A partire dalle ore 20.00 cena a buffet alla quale seguirà alle 21.00 la proiezione del video documentario.

Dopo la proiezione si svolgerà un dibattito sulla figura di Giuseppe Martini, "Paolo" gappista fiorentino.

Alle ore 23.30, a conclusione della serata, il Collettivo Musicale In.Con.Tra.Da. in concerto.

Walter, Gabi, Unai, Itxaso, Lekuona, Ruben David e Aritz liberi subito!


EHL Italia comunica quanto segue.

La polizia nazionale spagnola all’alba di martedì 28 settembre ha dato il via ad un’operazione repressiva arrestando 7 militanti dell’Organizzazione Internazionalista Basca Askpapena.
Come Euskal Herriaren Lagunak – Comitati di Amicizia con il Paese Basco – vogliamo esprimere anzitutto la nostra solidarietà ai compagni arrestati, ai loro amici e familiari.
Proprio con l’organizzazione Askapena ormai da anni stiamo portando avanti un lavoro di informazione e sostegno alla lotta del popolo basco per la propria indipendenza; di denuncia sulle decine e decine di arresti di militanti baschi, sull’illegalizzazione e chiusura dei partiti, delle organizzazioni, delle radio e dei giornali della sinistra indipendentista; di solidarietà ai prigionieri politici e ai loro familiari.
Ormai da diverso tempo Askapena era stata fatto oggetto di una campagna di criminalizzazione per mezzo di diversi quotidiani e periodici che la indicavano come l’organizzazione impegnata nei rapporti internazionali per conto di ETA: proprio il capo d’accusa con cui il giudice Pablo Ruz – degno erede di Garzon, il padre del teorema “todo es ETA” – ha ordinato il loro arresto.
In questo momento i 7 compagni sono stati trasferiti a Madrid dove si trovano in regime di “incomunicazione”: una fase che ci desta molta preoccupazione poiché il detenuto non può avere contatti con nessuno, neanche con il proprio avvocato, ed è il momento in cui avvengono i numerosissimi casi di tortura denunciati anche in una delle ultime retate che vide l’arresto di 34 militanti dell’organizzazione giovanile SEGI.
Ciò che vogliamo denunciare è anche il significato e la fase politica in cui è avvenuta questa retata: “questa operazione – come riportato nel comunicato diffuso da Askapena - non è altro che l'ennesimo attacco contro il processo che si sta ponendo in marcia nei Paesi Baschi. Lo Stato spagnolo invece di offrire una soluzione politica e democratica, utilizza unicamente i mezzi repressivi e sta provando a sabotare il cammino intrapreso. In tal senso, l'implicazione e la solidarietà esistente per il raggiungimento di una soluzione democratica si sono convertite in un problema per lo Stato spagnolo che vuole fermarle.”
Infine vogliamo sottolineare che il nostro cammino a fianco di Euskal Herria non si ferma certo qui, ma anzi, andrà avanti con più impegno e determinazione di prima proseguendo nell’organizzazione di incontri, dibattiti, presidi e manifestazioni di solidarietà con il popolo basco: le stesse iniziative che hanno portato molti di noi a conoscere alcuni dei compagni che sono stati arrestati durante questa retata.

Libertà per i e le detenute!
Viva Euskal Herria internazionalista!
Tanti popoli, un'unica lotta!
Herriak independentzia!


Euskal Herriaren Lagunak
Bologna, Torino, Milano, Firenze, Friuli, Roma, Livorno, Apuo-Versiliese

venerdì 1 ottobre 2010

Cento luoghi, il centounesimo e un paio di bischeri

Fine settembre 2010. Nonostante via Villamagna 27a disti trecento metri buoni dal parco dell'Anconella, il citato "luogo 6" di una certa inziativa cittadina, qualcuno ha pensato bene di approfittare delle circostanze per chiedere che ci venga finalmente tagliata la gola. L'ha fatto con l'abituale viltà di toni che fa capire da che parte viene il colpo e ne sottende lo sporco anche morale.

Tanto più che la solita combriccola di esperti in
insihurezzeddegràdo ha riaperto gli scolmatori proprio il giorno successivo; ma guarda te il mondo quant'è piccolo! Tanto valeva ci avessero messo la firma!

Ora, noi SI LAVORA, non s'ha tempo da buttar via, e dei soliti due fancazzisti che non perdono occasione per invocare la nostra fine cominciamo ad averne pieni i coglioni.

Non siamo neanche gli unici: ecco cosa ne pensa una certa gatta nera, che a differenza di noialtri si è presa lo scrupolo di perder tempo a replicare a questi spalletonde e ci ha segnalato la cosa per e-mail, con preghiera di pubblicazione...






La foto che vedete sopra, care amiche ed amici di pelo e non, ritrae alcune cittadine ed alcuni cittadini di questa città, che nei giorni scorsi, per iniziativa del Syndaco, si sono riuniti in cento luoghi per formulare proposte atte a "migliorare la qualità della vita", "restituire bellezza alla città", "combattere i' degrado" eccetera eccetera. Iniziativa senz'altro lodevole, promossa da un syndaco che deve essere un amante del numero 100: i Cento punti del suo programma, i Cento luoghi, è stato beccato a cento all'ora da un autovelox...

I cittadini della foto sono giustappunto ritratti in uno di quei "cento luoghi", vale a dire il Parco dell'Anconella. Il Parco dell'Anconella è in riva al fiume, nel Quartiere 3, ed è stato catalogato come Luogo 6; le proposte formulate si possono vedere in questo documento .pdf. Insomma, anche le cittadine e i cittadini del Luogo 6 vogliono cambiare la città (come recita lo slogan dell'iniziativa) entro il 2014. Sarebbe quindi davvero un bel casino se il 21 dicembre 2012 intervenisse la fine del mondo predetta dai Maya, e cotanto esercizio di democrazia diretta e di partecypazione andasse sprecato. Sperando ovviamente che i Maya abbiano toppato alla grande, è bene però dare un'occhiata alle proposte; a tale riguardo, le voglio proprio riprodurre direttamente dal documento ufficiale del Luogo 6:



Ordunque, andiamo per ordine. A tale riguardo, la vs. spett.le gatta Pampalea si è costituita ufficialmente in centounesimo luogo. Al Syndaco forse non piacerà la sovversione del suo numero preferito, ma noialtre gattacce nere ci godiamo un sacco nello scompigliare i numeri perfetti.

La trentina scarsa di cittadine e cittadini del Luogo 6 desiderano piste ciclabili stabilizzate e integrate. Questa delle piste ciclabili la trovo sempre più bella, in una città dove ne esistono a decine di chilometri regolarmente inutilizzate dalla maggior parte dei ciclisti (anche perché spesso tenute in pessime condizioni) che preferiscono senz'altro servirsi delle strade (con loro rischio personale, a volte intasando o rallentando la circolazione veicolare, procedendo tranquillamente contromano del tutto impuniti...) e spessissimo anche dei marciapiedi. In compenso, le piste ciclabili dovrebbero essere meglio definite motorinabili o scuterabili, visto che gli unici mezzi a due ruote che le percorrono regolarmente per svicolare dal traffico sono appunto motorini, scuterini, scuteroni eccetera. Invece di desiderare nuove piste ciclabili, sarebbe forse prima opportuno che i ciclisti si servissero obbligatoriamente di quelle già esistenti, laddove presenti. W la bicicletta, ma non è che poi poi i ciclisti di queste parti siano un modello di educazione stradale e di civiltà integerrima.

Vada pure per la passerella ciclopedonale, tipo quella già presente all'Isolotto dove abito; naturalmente, anch'essa è percorsa quotidianamente da orde di motorini, i quali dovrebbero passare condotti a mano ma che invece sfrecciano tranquillamente in mezzo ai pedoni; ed è un destino comune a tutte le passerelle. Temo che anche quella auspicata dai cittadini del Luogo 6 farebbe la stessa fine, e non è escluso che quale partecipante alla riunione non abbia pensato qualcosa come: "Slurp, invece di farmi il ponte da Verrazzano passo direttamente col motorino dall'Anconella".

E vada anche per la migliore illuminazione, ed anche per il verde più pulito con fioriere e cestini. Anche se c'è da dire che il verde viene di solito sporcato proprio dagli stessi cittadini e dalle stesse cittadine che giocano talora a fare i "civili" alle riunioncine una volta all'anno, e per i restanti 364 giorni sporcano, pisciano, pestano le aiuole, spengono cicche nelle fioriere, utilizzano i cestini come uno sgradito optional, eccetera, eccetera, eccetera. Le fioriere cominciano a somigliare a letamai in media dopo 14 ore dalla loro installazione in un luogo pubblico, e non se ne salva una.

Evviva i campi di pallone gratuiti e aperti a tutti, evviva la riproduzione della Cupola del Brunelleschi fatta rivivere (si vede che qualcuno l'aveva fatta morire, evidentemente), ed evviva pure la siepe in via Erbosa potata regolarmente. Certo che se non potano una siepe in una via che si chiama "Erbosa", s'ha a andà benino. Una volta potata grazie alla riunione del Luogo 6, la relativa via cambierà nome in via Tagliaerbosa.

Passiamo infine alle due proposte-pezzi da 90.
La prima è quella di un'area balneabile in riva all'Arno. Balneché..?!? Ma questa qui che è, una riunione di civili cittadini o di spietati assassini?... Vogliono far balneare in Arno?... E come lo chiamiamo il nuovo lido dell'Anconella, Pantegan's Beach, Marina dei Ratti, Bacterium Coli Resort o Costa del Trimetilsolfuro di Arsenico?...


Nella foto: Coppia di bagnanti della nuova Area Balneabile "Leonarda Cianciulli" dell'Anconella.

Infine, eh, eccoci. Poteva mancare?

Ho lasciato per ultima una propostina che lì per lì sembrerebbe non significare granché. Qualcuno chiede infatti di "restituire l'area della ex scuola Facibeni alla cittadinanza". Ma guarda un po' te. Lo sapete che cosa c'è nell'area della ex scuola Facibeni? No? Allora ve lo fo vedere io:


Ecco qua. Nell'area della don Facibeni c'è il CPA Firenze Sud.

Ora, non vorrei dire, ma questa propostina del Luogo 6 mi puzza un pochino, ed ha un puzzo ben preciso. Quello di un paio di bischeri (forse i soliti) che non perdono nemmeno un'occasioncina piccina picciò per evitare di tacere. Ci tentano in tutti i modi possibili e immaginabili, organizzano raccolte di firme firmandosele in famiglia o fra amiconi, fanno interpellanze su interpellanze, si servono di quotidiani dal radioso avvenire, mettono l'area in vendita (con aste che vanno regolarmente deserte), e ora persino dei Cento Luoghi. Evitando peraltro di nominare il CPA direttamente: vogliono l'area della ex scuola Facibeni restituita alla cittadinanza, quasi il CPA non esistesse.

Esiste eccome, invece. Anzi, colgo l'occasione per qualche necessaria precisazione, visto che una trentina di persone scarse non rappresentano né la cittadinanza, né il quartiere e né un cavolo di nulla; tenendo sempre presente che persino all'interno di questo gruppetto la proposta in questione sarà stata formulata al massimo da due tizi due.

La cittadinanza, quella vera e quella che si calcola in centinaia di persone, il CPA lo conosce bene e, soprattutto, ne usufruisce come unico e vero spazio nel quartiere, e forse persino nell'intera città, dove invece di fare banali e strombazzatissime riunioncine si fanno iniziative concrete, reali, partecipatissime.


La foto che si vede sopra è stata scattata durante la Tre Giorni di Musica Popolare che si svolge ogni anno al CPA, a fine maggio. Non so se si nota la piccola differenza di partecipazione rispetto al "Luogo 6", e senza che l'iniziativa sia mai pubblicizzata se non attraverso i risicati canali di controinformazione. Questo vuol dire che la cittadinanza (dato che il CPA conta al massimo di una sessantina di militanti attivi) sa dove andare. E non soltanto per la "Tre Giorni", ma anche per le decine di altre iniziative che il CPA organizza sotto la costante minaccia di sgombero.

Non c'è proprio nessun bisogno di restituire alla cittadinanza l'area della ex scuola Facibeni, perché la cittadinanza, o popolo che dir si voglia, quell'area ce l'ha già, e da anni e anni. Ce l'ha nel senso vero del termine, perché è un'area libera. Tenuta in piedi senza nessuna sovvenzione, e con la fatica e il sudore di chi vi opera. Senza costare un centesimo a nessuno. Senza fioriere trasformate dopo poco in immondezzai, ma con i fiori dell'attivismo, della socialità, della partecipazione vera ai problemi e alle esigenze del quartiere e della città. Infatti, proprio per questo qualcuno la vorrebbe chiusa. Ci vorrebbe fare il solito parchetto per i bambini, ma di bambini ne vengono (e fatti giocare e divertire come vogliono) assai di più al CPA che in altri luoghi più o meno "deputati". Ma è inutile dirlo, perché la gente lo sa benissimo. Infatti il CPA è sempre là e hanno voglia a fare firmine e riunioncine del "Luogo 6".

Chissà peraltro se in qualche altro Luogo numerato qualcuno avrà avanzato un'analoga proposta per l'assai più grande area di San Salvi, che è -come ben si sa- caduta nel mirino di ogni tipo di speculatori edilizi. Ne vogliamo parlare di restituire alla cittadinanza anche l'area di Castello, invece di cianciare di Cittadelle e stadi di pallone, e di stuprarla con una Scuola di Sbirri che sta rappresentando il principale malaffare di questa città? E il "Quadrilatero verde" dell'Isolotto, lo vogliamo restituire alla cittadinanza invece di abbattere tutti i suoi alberi e farne un parcheggio?

Ecco, queste sono le proposte del Luogo 101. Il quale, sicuramente, è un non-luogo. E, proprio per questo, ben più reale di quelli dove un paio di bischeri vuol far corrodere la gente in Arno e parlare in nome della cittadinanza quando magari non sa nemmeno chi abita alla porta accanto sul pianerottolo. E i cittadini, invece di prestarsi agli spot del Syndaco del bello, vadano piuttosto a informarsi sul lager che si sta per costruire qua vicino, con il beneplacito del medesimo syndaco, del presidente della Regione e delle istituzioni tutte. A proposito: i cittadini che si oppongono a questa cosa sono tanti, ma tanti. E vengono al CPA. Altro che "Luogo 6". Altro che fioriere e cestini. Altro che far finta di cambiare la città, qui si agisce per cambiare un sistema.