martedì 26 maggio 2009

PDL: I Pasticcioni della Libertà

Tra i neanchepiùfascisti di Firenze c'è gente che ha fatto carriera chiedendo lo sgomb(e)ro del CPAFiSud. A tutt'oggi gli unici sgomb(e)ri che hanno ottenuto sono questi qui sopra, e sì che si sono divertiti per anni a denigrarci in giro per i corridoi e per le sale consiliari.
Bene.
Adesso ci divertiamo noi.
Molti dei link riportano a screenshot firmate digitalmente che abbiamo raccolto con calma nel corso degli ultimi mesi. Un minimo di garanzia, ma proprio il minimo minimo, perché non si pensi che le cose ce le inventiamo di sana pianta.
I soggetti di cui si fanno nomi e cognomi tengano dimoltone i nervi a posto. Il materiale per trarre certe conclusioni ce l'hanno fornito loro, tutto quanto.

La sera del primo novembre 2008 un circolo ricreativo a due passi dal CPAFiSud fu oggetto di un diverbio di cui fecero le spese la porta di vetro di un frigorifero e un paio di tavolini.
I giornali si buttarono a pesce su una questione che, in altre circostanze e con altri protagonisti, non avrebbe ricevuto la minima attenzione.
Il due di novembre, alzato per una volta il culo dalla sedia, i giornalisti andati sul luogo a rovistare riuscirono a intercettare qualche perdigiorno di quelli che io gli dare' foho è la soluzione universale a qualunque problema, dai posteggi in doppia fila alle controversie internazionali. Strizzati come si deve i due o tre sfaticati così messi insieme e ligi alle consegne ricevute, prepararono articoloni di fuoco e passarono l'assist agli scaldapoltrone neanchepiùfascisti dei consigli di quartiere e del Comune.
Qualcuno tra gli spalletonde interpellati si dilungò a descrivere l'isolamento e la marginalizzazione del CPAFiSud rispetto al quartiere e alla città. Le immagini della VII° Tre Giorni raccontano, caso mai ce ne fosse bisogno, una realtà opposta. Raccontano di un'organizzazione che gode di un approvazione e di un sostegno diffusi, ubiqui, transgenerazionali e interclassisti con buona pace di qualunque fasciofancazzista e di qualunque articolo di giornale, per pilotato che possa essere.
La parte giornalaia della faccenda finì lì, e si spense come un cerino umido appena le redazioni trovarono altri culi da azzannare: cosa volete che gliene freghi, per loro tutto fa brodo anche se a volte si ha la sensazione che il CPAFiSud venga usato per insegnare ai giovani cronisti come si spara sulla Croce Rossa. Solo che il CPAFiSud non è la Croce Rossa, e se n'ebbe ad accorgere "La Piazza", giornaletto free press che dopo aver mandato un certo Niccolò Casalsoli a ritrarre i'ddegrado fatto di sedie e tavolini ha vivacchiato un alto paio di numeri e poi ha chiuso bottega, rimandando Niccolò Casalsoli a ragionare di palla al corbello [1]. Un po' di giustizia, qualche volta, c'è!
La parte poltroniera proseguì invece per un bel po', con lettere aperte ed interrogazioni piene di balle al punto tale da far pensare al maldestro riutilizzo di una paginetta buona per tutte le situazioni di un certo tipo, trovata nelle dispense di qualche corso di formazione politica per fancazzisti di successo.
I registi di una campagna denigratoria che si sarebbe voluta in grande stile, e per la quale furono spedite cartoline precetto a tutti gli amichetti e a tutti gli amichetti degli amichetti registrati in fureria hanno nomi e cognomi precisi, cui faremo le pulci con tutta calma. Per adesso basti ricordare che il culmine di tutta l'operazione fu una pubblicizzatissima petizione per lo sgombero, firmabile ad un gazebo (una vera passione, quella di certa gente per i gazebi) allestito al parco dell'Anconella.



Il volantino di convocazione per firmatari d'assalto, ligi all'ordine & alla disciplina. Rimase esposto al ludibrio per una settimana alla stessa lavagna dove attacchiamo la lista dei commensali e i menu del giorno, suscitando un certo buon umore per i motivi spiegati più sotto con tutti i particolari.
Ricordiamo che, caso ormai raro anche a Firenze, al CPAFiSud l'
enfant à la communiste viene ancora oggi preparato secondo la ricetta originale, con vodka e peperoncino, utilizzando il tradizionale pajolo stile Ezechiele Lupo.

Il numero delle firme raccolte lievitò uso pane, partendo dalle duecentocinquanta annunciate dai quotidiani fiorentini ed arrivando alle duemilacinquecento(!) riferite qualche mese dopo a "Il Reporter" da uno dei pistoleros che avevano messo in piedi la faccenda.
La realtà, ahiloro, è un po' differente. Un po' tanto differente. Diciamo pure opposta.
E, come al solito, non ha tardato a scoppiargli sul viso.
Il gazebo all'Anconella era guardato a vista da noi e presidiato da un forzuto drappello venuto da via Zara per impedire che l'assembramento di popolo NON festante si traducesse in conseguenze da grand guignol per i promotori dell'iniziativa. A quanto abbiamo visto coi nostri occhi -che non sono quelli di un amichetto da redazione- raccolse in un pomeriggio 5 (cinque) ed in un altro 7 (sette) firme, espresse da una casistica di individui che autorizzava a pensare che i pistoleros di cui sopra avessero mobilitato amici e parenti per avere il minimo di riscontro necessario a non doversi andare a nascondere. Ad un certo punto ci si mise perfino il Padreterno, con una ventata che sconquassò gazebo e gazzebanti accolta da un coro che intonava "Fischia il vento", e che dimostrò come non ci sia bisogno di cortei studenteschi per rimettere al suo posto qualche bugiardo in cerca di legittimità.
Un certo Alex Papini (ué figa, l'Alex! Chissà se c'è anche il Max! Andiamo a spararci un paninazzo, galli trooooppo giusti!!! [2]) rendicontò la cosa su un sito specializzato n'i' ddegrado e nella sihurezza, aprendo al massimo la valvola della lamentela frignona con esiti di folgorante bassezza: un articolo che è praticamente una bizza. A sentir lui bisognava star buoni e zitti e lasciare che tre peones di Alleanza Nazionale ci stritolassero le chiappe in santa pace, pensate un po'.
Ah, il dominio di quel sito è intestato a Paolo Soderi. E sul sito, passim, si dice un gran bene di una macelleria Soderi.
Ora, un Paolo Soderi (che sia lo stesso? Macellaio anche lui; ma che coincidenza!) ai tempi del Social Forum del 2002 era presidente della ConfCommercio e si adoperò a tempo pieno per spargere allarmismo. Un allarmismo che indusse un mucchio di dettaglianti a blindare i negozi con compensato e legnacci. Passò in corteo una massa di gente mai vista (un milione di persone, si disse) che non ruppe nemmeno un vetrino da microscopio, ma in compenso, pennarello e lapis alla mano, ricoprì di insulti le blindature improvvisate. Il CPAFiSud ovviamente venne giù dalle risate, insieme a tutta Firenze. All'epoca si parlò di tre giorni di vendite perse e Paolo, dopo aver ascoltato per un anno un mucchio di versioni diverse su quella vecchia storiella di Pierino e del lupo, si schiodò dalla scranna di presidente. Che finì per costargli carissima comunque: a bocce ferme già da un po', nel 2008, il Soderi incappò infatti in un pasticcio colossale, di queli in cui incappano certi non Robin Hood che a volte indulgono troppo a pontificare su chi ha ragione e chi torto. Sic transit, e avanti il prossimo.
Piccola precisazione per i non addetti ai lavori: la raccolta di firme a centinaia presuppone un lavoro certosino, personale dedicato, verifiche minuziose e dosi industriali di pazienza e di tempo. Il CPAFiSud è frequentato da persone molto esperte di questo tipo di problema e che hanno tutte le competenze necessarie a smontare le cazzate riportate dai giornalisti, per quanta aria d'importanza possano darsi gli svelti di lingua che le producono.
I dati di cui disponiamo ed il successivo ed umiliante svolgersi della vicenda ci portano ad ipotizzare il fattore per il quale sono state moltiplicate le firme raccolte sul serio come oscillante tra il dieci ed il cento. Perfino la Pravda dei vecchi tempi, quando sparava cifre a casaccio sui successi dell'industria pesante, aveva più ritegno.
Mesi dopo l'idea fu comunque ripresa in grande stile da un altro ininfluente sodalizio, anche quello di gggiovani, che allignava in piazza Pier Vettori. Volantinarono a tappeto il quartiere mescolando moduli da firme a pubblicità di callifughi e finanziarie, e morta lì.

Alla sentita e partecipata raccolta di firme (un successone, come si è visto) si accompagnarono sul momento qualche sfuriatina in Consiglio Comunale accolta dal calmissimo disinteresse dei presenti e una specie di lettera aperta che nessuno lesse, e che in questa sede finì demolita con ogni cura. Lo stesso documento ricostruisce anche il modus operandi con cui vengono condotte le campagne di linciaggio a mezzo stampa su cui campano le fortune politiche di certi omùncoli.
Qualche settimana dopo, con calma, la cosa finì sul tavolone del Consiglio di quartiere e nel mucchio dei lavori da sbrigare per la Commissione 6 del Consiglio comunale.
La Commissione 6 si occupa di "Ambiente, Vivibilità urbana e Mobilità" e qui le cose per i pistoleros si sono complicate un pochettino. La Commissione nel 2007 aveva già respinto qualche cosa di simile, sicché la ripresentazione di una ancora più articolato piagnisteo è toccata ai commensali di Forza Italia. La fine del quinquennio dell'amministrazione l'ha lasciato a dormire tranquillo in qualche cassetto.
E meno male.
Una lettura approfondita di tutti e due gli atti, fatta da qualcuno che nel Quartiere 3 ci vive e che non dà aria alla bocca col nobile fine di scaldare una poltrona da un lustro a quell'altro, fa emergere una divertente svista, visibile anche nel volantino della foto in alto.
Il CPAFiSud occupa lo stabile di Via Villamagna 27a. Tutte le cartacce dei neanchepiùfascisti chiedono lo sgombero di via Villamagna 27. Senza la a.
In via Villamagna numero 27 c'è un'abitazione. Chissà se coloro che ci vivono sanno che c'è una pattuglia di apprendisti stregoni che sta tentando da anni di farli buttar fuori dalla Celere...

Cose come questa autorizzano a pensare che questa gente non sappia neppure di cosa sta parlando. E a questi livelli si tratta di piccola amministrazione, dove le conseguenze di eventuali errori non sono catastrofiche. Di cosa sarebbero capaci se chiamati ad agire ad una scala più ampia? Meglio non pensarci neppure.
Avete l'impressione di trovarvi davanti a un ensemble di pasticcioni? Tranquilli, non siete i soli.
Tra i micropolitici che più ci dànno addosso sperando in chissà quale tornaconto elettorale spiccano i nomi di Giovanni Donzelli, Matteo Calì e Giovanni Gandolfo. Questo scritto è stato redatto alla fine di maggio 2009 nel corso di una campagna elettorale, col preciso e dichiarato scopo di rendergli le cose più difficili possibile; l'ideale sarebbe che la vagonata di quattrini spesa in affissioni e volantini risultasse bttata via fino all'ultimo centesimo. Al tempo stesso cercheremo di divertire un po' i nostri ben più che ventiquattro lettori.
Andiamo a incominciare.

Come ogni gggiovane d'oggi (ma gggiovane, eh!), i nostri piccolissimi nemici hanno tutti paginate e paginate su féisbuc, Guida Monaci dei sine topa, palestra virtuale dei sottopelandroni di complemento, autoanagrafe planetaria dei buoni a nulla, vetrina mondiale del fancazzismo telematico, rassegna multilivello di casi umani, pubblico registro dei cincischiatori in servizio permanente effettivo, in cui si gode di libertà irrinunciabili come quella di ridurre esistenze intere a una foto segnaletica stile questura, quella di fare pubblico sfoggio del proprio conformismo o quella di mostrare urbi et orbi quanto si è bravi a non fare una sega da un anno all'altro. Si può anche "richiedere amicizia" ed "esprimere approvazione".
"Esprimere disistima", "coltivare biasimo" o "Additare al ridicolo", sensazioni ed intenzioni più che legittime quando si ha a che fare con elementi del genere, purtroppo, pare che non siano opzioni contemplate.
La cronaca degli ultimi mesi è anche piena di casi come questo, che testimoniano quanto féisbuc sia utile nel caso si avesse la necessità urgente di finire in galera e la propria scorta personale di scarogna, di dabbenaggine e/o di idiozia si rivelasse insufficiente allo scopo.
Proprio un'invenzione coi fiocchi.

Giovanni Donzelli è un diplomato fiorentino, iscritto all'università da circa quindici anni.
Quindici anni nel corso dei quali il CPAFiSud ha visto i propri attivisti laurearsi a dozzine, con qualcuno che ha anche tentato di fare il bis.
Abbiamo due screenshots del suo curriculum, (1) e (2) molto interessanti perché, seppure riprese ad un anno e mezzo l'una dall'altra, in nessun caso fanno menzione di alcuna attività lavorativa. Noi (NOI) lavoriamo da mane a sera e poi andiamo in via Villamagna a lavorare ancora, e gratis, per mandare avanti l'autogestione; altro che poltrone, altro che "presidenze", altro che uffici stampa.
Giovanni conduce da sempre, vox clamantis nell'eccecc., una battaglia contro il CPAFiSud condotta con quella pasticcioneria e quei ritmi frenetici che portano ai risultati su descritti. Ora, nel corso degli anni ha definito i frequentatori del CPAFiSud tossicodipendenti, prostitute e puttanieri ed è riuscito anche a tirare in ballo un "terrorismo internazionale". Chissà se qualcuno ha mai avvertito Giovanni di quanto vicino sia andato a superare il confine che separa l'idiozia pura e semplice dalla balla penalmente rilevante, specie nella seconda occasione; forse è un concetto difficile da interiorizzare, per un erripòtter della politica che da anni passa le giornate prospettando Azkaban solo agli altri.
In féisbuc Giovanni Donzelli sguazza, saltabecca e clicca, vivace come un giamburrasca.
E proprio in una vicenda simile a quelle del "Giornalino di Gian Burrasca" di Luigi "Vamba" Bertelli andò ad incappare qualche mese fa, come andremo ora a raccontare.
A furia di sguazzasaltabeccliccare, nell'ottobre 2008 ebbe un piccolo incidente diplomatico. Uscendo un po' ammaccato dal gineprajo, non trovò di meglio da fare che raccontare a "IlFirenze" di essersi iscritto anche ad un "gruppo" di féisbuc che si proponeva di "aiutare le ninfomani" e di aver tolto la sottoscrizione dopo le rimostranze della moglie. Un piccolo boomerang, come vedremo, anche perché "ilFirenze" dacché esiste presta ogni tipo di assist a qualunque politicante intenda denigrare il CPAFiSud, e quest'episodio rappresenta una "stecca" considerevole nella sua linea editoriale.
Siamo giunti in possesso della rara pubblicazione mugellana "Controrivoluzione - Organo ufficiale dell'anti '89 diretto da Pucci Cipriani". Il motto della rivista è Sub Christi Regis vexillis militare gloriamur, mica scherzi. La rivista è espressione di un integralismo cattolico che in campo politico diventa reazionarismo cristallino, di quelli che rimpiangono i tempi delle guerre carliste e 'o Rre Borbone. All'interno del numero 119-123 si dà l'annuncio del matrimonio di Giovanni Donzelli, avvenuto due mesi prima dei fatti narrati nella chiesa di San Nicola in quel di Pennadomo, un paese dell'Abruzzo dal cui nome si deduce che, per lo meno anticamente e per lo meno da quelle parti, gli uomini avevano le penne...!




La monumentale coerenza di un candidato elettorale che prima fa un matrimonio tradizionalista ottenendo addirittura le felicitazioni di quel che resta del legittimismo toscano e dopo nemmeno due mesi s'impegna pubblicamente ad aiutare le ninfomani ci ricorda pari pari l'avvocato Maralli, le cui ambizioni elettorali finirono stroncate dall'avventata buonafede di Giannino Stoppani. Come tutti sanno, un articolo di giornale intitolato "Il diplomato Donzelli L'avvocato Maralli libero pensatore in città e bigotto in campagna" ne troncò la carriera, dipingendolo "come un opportunista della peggiore specie, non spinto da altre molle in ogni sua attitudine nell'agone politico che da quelle di un volgare interesse e di una smodata ambizione..., ed il giorno dell'elezione fu ignominiosamente sconfitto".
Ma questo, purtroppo, succedeva in tempi meno disastrati degli attuali, quando c'era ancora chi pensava che un pizzico di coerenza qua e là fosse un punto di forza anziché un intralcio.

Matteo Calì. Oltre al nulla feisbucchiano su descritto, ha un blog fermo da settembre scorso con una citazione dantesca come sottotitolo: "Uomini siate, e non pecore matte". Il verso successivo dice "sì che 'l Giudeo tra voi di voi non rida", ma per uno che deve fare carriera nel PDL col viceré Gianfranco che va in giro con la kippà (e i tefillin, dicono i pettegoli) non ci sarebbe di peggio che passare per antisemita, anche se va a braccetto con personcine che considerano Codreanu un validissimo "riferimento comunitario".
Su un'eventuale milà, sia di Matteo che del viceré, non abbiamo notizie.
Matteo ha molti e differenziati interessi: oltre al fantacalcio, si direbbe che apprezzi non poco il fantacalcio, per tacere del fantacalcio, del fantacalcio e del fantacalcio, con qualche puntata nel mondo del fantacalcio. Anche col fantacalcio se la cava piuttosto bene.
Quando la questione CPAFiSud per la quale ha tanto "lavorato" è finalmente arrivata al consiglio di quartiere, non si è neppure degnato di presenziare.
Una personalità titanica.

Giovanni Gandolfo è gggiovane; così gggiovane che vorrebbe lo si votasse proprio perché è gggiovane. Come se gggiovinezza e competenza fossero in relazione diretta.
A marzo 2009 Giovanni, che ostenta sia un look che una visione del mondo tetri e questurali più tipica di un ottantultrenne preso a calci dalla vita, che poi è la vera età di tanti gggiovani di questo tipo, ha preso la bellezza di 16 (sedici) voti alle elezioni universitarie. Secondo noi questo signore qui è capace di arrivare secondo anche quando corre da solo, ma la cosa non gli ha impedito di ricandidarsi al quartiere 3 con l'unico impegno programmatico di stritolarci, noi e la Riottosa del Galluzzo. Sul conto della Riottosa ebbe a dare miserando spettacolo anche un suo sodale, che gggiovane non lo è più da un pezzo.
Va beh, stia almeno attento a non sbagliare indirizzo come l'ultima volta che ci ha provato. E se proprio gli avanza tempo veda almeno di laurearsi impiegando meno di un'era geologica: per molti politicanti neanchepiùfascisti di Firenze l'impresa si è fino ad oggi rivelata piuttosto ardua per non dire impossibile.

Questo, per quanto riguarda i "protagonisti" dell'elettorato passivo.
E quello attivo, la base, la militanza, da che gente sarà composta?
Mesi fa abbiamo trovato un blog eccezionalmente pedestre, http://www.tuoblog.it/circologdannunzio, sul quale imperversava un certo "Ludwing" astiosissimo con "albanesi, rumeni e cinesi". Adesso quel blog non esiste più, ma un certo "Ludwing" contribuisce con le sue poesie a www.circolodannunzio.com, che si presenta come il sito ufficiale di uno dei circoli di Alleanza Nazionale di Firenze. Ora, "Ludwing", o meglio Ludwig, era la sigla con la quale i signori Marco Furlan e Wolfgang Abel usavano firmare i propri capi d'opera, ispirati al costruttivo proposito di ripulire il mondo da barboni, omosessuali, tossicodipendenti e chiunque altro non avesse in regola le carte per le quali erano loro a decidere la regola. Il sodalizio Furlan-Abel si interruppe per cause di forza maggiore nel 1984, dopo aver consegnato all'eternità quindici persone, di solito tramite i collaudati strumenti della spranga e dell'incendio doloso.
Le foto in cravatta dei volantini patinati e dei manifesti elettorali, in cui abbondano teneri micini, gite in bicicletta, campi fioriti, ragionieri in maniche di camicia, pensionati col pulloverino sulle spalle e altra mercanzia del genere, nascondono maîtres à penser di questa levatura?
Propongono questi modelli, come se Codreanu non bastasse?

Pensate di avere a che fare con una narrenschiff di pasticcioni, con una Compagnia Poenta & Osei della politica locale? Non siete i soli.
Il popolo di Firenze però può fare una cosa davvero costruttiva per il futuro della città e soprattutto per quello di questi gggiovani: non votarli, ed avvicinare così il giorno del loro rendez-vous con l'ufficio circoscrizionale per l'impiego.
Un atto che ci piace immaginare ambientato in un'alba livida e piovosa, una delle molte che costelleranno l'inverno del loro crollo.



[1] La traduzione di basketball secondo Luciano Bianciardi.

[2] Vent'anni fa i paninari milanesi avevano tutti nomi o nomignoli che finivano con la lettera X.