domenica 31 luglio 2011

Cinema d'evasione. Rassegna su cinema e carcere

Dal 3 agosto al 5 ottobre le Officine Cinematografiche presentano una rassegna su cinema e carcere: proiezioni ogni lunedi e mercoledi a partire dalle 22.00.

3 agosto A trenta secondi dalla fine (Andrej Končalovskij,1985)
8 agosto La grande fuga (John Sturges,1963)
10 agosto Prima di mezzanotte (Martin Brest, 1988)
15 agosto Detenuto in attesa di giudizio (Nanni Loy, 1971)
17 agosto Nel nome del padre (Jim Sheridan, 1993)
22 agosto Papillon (Franklin J. Schaffner, 1973)
24 agosto Shawshank Redemption (Frank Darabont, 1994)
29 agosto Quella sporca ultima meta (Robert Aldrich, 1974)
31 agosto Alcatraz, l'isola dell'ingiustizia (Marc Rocco, 1995)
5 settembre Fufga di mezzanotte (Alan Parker, 1978)
7 settembre The rock (Michael bay, 1996)
12 settembre Fuga da Alcatraz (Don Siegel, 1979)
14 settembre Il miglio verde (Frank Darabont, 1999)
19 settembre Brubaker (Stuart Rosenberg, 1980)
21 settembre Animal factory (Steve Buscemi, 2000)
26 settembre Daunbailò (Jim Jarmusch, 1986)
28 settembre Das experiment (Oliver Hirschbiegel, 2001)
3 ottobre Meri per sempre (Marco Risi, 1989) in pellicola
5 ottobre Death race (Paul W.S. Anderson, 2008)
10 ottobre Ragazzi fuori (Marco Risi, 1990) in pellicola
12 ottobre Cella 211 (Daniel Monzon, 2009)

giovedì 28 luglio 2011

Solidarietà a Riccardo Antonini e ai familiari delle vittime di Viareggio

Il 29 giugno del 2009 a Viareggio esplose un treno che causò 32 morti oltre a numerosi feriti ed alla distruzione di numerose abitazioni. Il tentativo portato avanti da più parti, Ferrovie in primis, di far passare quanto avvenuto come " un tragico incidente ", è stato contrastato in modo determinato da tanti abitanti di Viareggio, a partire dai familiari delle vittime e da alcune associazioni nate per dare verità e giustizia su quanto accaduto. Le Ferrovie non contente di essere in prima fila nel progetto TAV, nell'affossare il diritto alla mobilità per i pendolari ecc.. ora attacca anche chi è impegnato nel sostenere la battaglia che in tanti portano avanti a Viareggio. Riccardo Antonini, da tempo impegnato per la salvaguardia dei diritti dei ferrovieri, consulente dei familiari delle vittime, non solo è stato diffidato ma ha anche subito una contestazione disciplinare (anticamera di un quasi certo licenziamento ) con l'intento che lasci il proprio impegno.
Crediamo che un aspetto fondamentale della lotta quotidiana che in tanti ci troviamo ad affrontare contro il peggioramento delle condizioni di vita, consista nella solidarietà verso coloro che sono colpiti da intimidazioni, repressione e minacce:
- esprimiamo la più totale ed incondizionata solidarietà ad Antonini, estesa ovviamente ai familiari della vittime;
- riteniamo del tutto legittima la battaglia che viene portata avanti per la verità e giustizia su quanto accaduto il 29 giugno del 200;
- facciamo nostra la richiesta di dimissioni nei confronti dei vertici aziendali di Ferrovie a partire dall'ad Moretti e per la cessazione immediata di qualunque forma di pressione nei confronti di chi è impegnato in questa importante battaglia.

giovedì 21 luglio 2011

22 luglio 2011 - Festa del Rimandato (IV edizione)

Dalle 17.00: torneo di calcetto e aperitivo a prezzi popolari.
Ore 20.30: Cena sociale (5 euro)
Ore 23.00: musica con Ivanoska (skacorepunkreggae) & Tullosaicomesono (discotrash)

Durante tutta la serata inoltre proiezioni video della battaglia di Val di Susa e materiale informativo

Produzione: Rete dei Collettivi Studenteschi Fiorentini

retecollettivi.noblogs.org
sostienifirenze4maggio.nob​logs.org

mercoledì 20 luglio 2011

Solidarietà agli arrestati del 13 giugno 2011 dal PSNSE


La Plateforme des Syndicats des Nations sans Etat est un espace de rencontres, de solidarité, d’échanges, de discussions, de coopérations, d’expression, constitué entre nos organisations syndicales au cours d’un processus marqué par deux conférences internationales organisées, la première, par LAB les 19 et 20 mai 2004 à Donostia (Euskal Herria), la seconde, par le STC les 17 et 18 mars 2006 à Aiacciu (Corsica).

MENSAJE A LA JORNADA ANTI MAE DEL 18 de JUNIO 2011

Muy queridas/os amigas/os, muy queridas/os camaradas/os

En esta jornada de augusta memoria, querrian bien disculparnos, a nosotros miembros de la Plataforma de Sindicatos de Naciones sin Estado, por no haber estado fisicamente con ustedes para saludar a Aurore Martin y a todas/os las/os camaradas vascas/os victimas del procedimiento vengativo del MAE.

Queremos asegurarles de todo nuestro apoyo y nuestra solidaridad inquebrantable. Su combate, vuestro combate, es lo nuestro.

En este 18 de junio, algunos han olvidado que en otro tiempo, en otro lugar, un llamado a sido lanzado, para rechazar la sumision y la capitulacion… Nosotros no!
Aquellos que lo han olvidado se dicen «herederos» de este llamado! Nosotros no!
Pero guardamos en la memoria algunas palabras: La libertad, la esperanza, la llama de la resistencia! Y hoy estas palabras, las lanzamos a la cara de esos «herederos» y sus complices.
Nosotros los sindicalistas estamos bien ubicados para saber que el MAE forma parte de una bateria de medidas contra las libertades fundamentales. El 4 de junio en Paris, hemos tenido un debate con sindicalistas de la Plataforma, la Union syndical «Solidaires», la CNT, la Confédération paysanne y otros, contra la represion multiforme que se abate particularmente contra los sindicalistas: extraccion del ADN, hostigamiento policial ( de convocacion en convocacion, perquisiciones violentas, interpelaciones arbitrarias…), porfia judicial ( periodos de detencion sistematicas, de procesos judiciales en procesos judiciales por los mismos motivos « retocada» etcc.)….
Al punto que denunciamos una verdadera empresa de criminalizacion del accionar sindical: en Guadalupe, Galicia, en Corsega, en Kanaky, en el Pais Vasco…..pero tambien del compromiso politico y social, como en el Pais Vasco con el MAE y procesos judiciales que se iniciaron el 27 de junio contre Rafa Diez Usabiaga, Secretario General de LAB hasta el 2008 por delito de opinion politico, como tambien en Firenze donde nuestros amigos Davide, Mirco e Paco del Centro Popolare autogestito CPA-FiSud que acaban de ser arrestados con otros-as compañeros-as por haberse manifestado contra el arresto de militantes que manifestaron contra esos arrestos…
Sabemos que estos ataques son el complemento indispensable de graves violaciones que los gobiernos «democraticos» someten a los derechos sociales.
Ataques estos que por ser larga la lista no lo mencionamos aqui, de paraisos fiscales para los mas ricos, a la culpabilizacion por asistencialismo y parasitismo de los mas pobres; sin olvidar la destruccion de los servicios publicos y como colofon el derecho a la salud para todas/os.
En contra de este doble desafio, la de las libertades fundamentales y las de los derechos sociales, un puente de solidaridad debe tenderse sin ningun tipo de dudas. Es por eso que nosotros gritamos con ustedes:

Organisemos juntos la resistencia
Organisemos la solidaridad entre todas ellas y todos ellos que rechazan la politica liberticida y antisocial de nuestro gobiernos
Abolicion de las legislaciones d’excepcion
Organisemos la respuesta contra la multiplicacion de procesos judiciales qu’apunta a criminalizar l’accion social, que sea sindical o civil
Abolicion del MAE
Supresion de l’extraccion del ADN para los no criminales
Libertad para Aurore Martin y todos/as los/las compañeros-as.

Por la Plataforma de los sindicatos de naciones sin Estado,

Gabi Clavier, UGTG de Guadalupe

mercoledì 13 luglio 2011

Il clima repressivo a Firenze: riflessioni su contesto, ruoli e responsabilità

Trentacinque compagni/e sotto misure cautelari, arresti domiciliari e obblighi di firma, quasi cento indagati tra studenti medi,universitari e occupanti di centri sociali fiorentini.

Mentre i giorni passano e i compagni/e sono privati della loro libertà, si delinea in maniera più chiara la realtà in cui l'operazione repressiva si sviluppa, tra le complicità ed i silenzi assordanti di una parte della città stessa.

Ma vediamo di ripercorrere brevemente alcune tappe salienti mettendo bene in evidenza i soggetti protagonisti.



Con una operazione in piena regola la mattina del 6 novembre 2009 la Digos di Firenze, in particolare la sezione Antiterrorismo capitanata da Roberto Ricciardi, procede all'arresto di un compagno del Cpa e alla perquisizione delle abitazione di sedici compagni accusati di aver partecipato ad una tentata aggressione verso un gruppo di fascisti che si aggirava per la città armato di caschi e bastoni, resosi responsabile di aggressioni verso persone che potevano per aspetto essere riconducibili all'ambito della “sinistra”. L'arresto avveniva con tutto il solito sostegno dell'apparato mediatico, con tanto di accusa di terrorismo, caduta già fin dal primo interrogatorio, e il tentativo, da parte della Digos Fiorentina, di ricondurre l'operazione alla tanto ricercata accusa di associazione sovversiva (articolo 270bis, che prevede fino a 18 mesi di carcerazione preventiva). Il fatto su cui viene costruita l'operazione si rifà ad un presunto petardo, micidiale ordigno prima, petardo di normale commercializzazione dopo le perizie. Il risultato è di quasi un mese di carcere e altri cinque di arresti domiciliari.

Sempre lo stesso Ricciardi, attingendo dalle intercettazioni ottenute per condurre le “indagini”, o meglio il castello accusatorio, tenta di portare a processo un esponente del Cpa per un presunto sequestro di persona a danno di una giornalista di Controradio, nonostante che nei ripetuti interrogatori l'interessata fin da subito neghi l'esistenza del fatto contestato. L'esito dell'udienza preliminare è stato la totale estraneità del soggetto al reato imputato. E' questo il momento in cui si capisce che qualcosa in questa città sta cambiando. In un incontro con Controradio i compagni del Cpa chiedono espressamente una presa di posizione alla radio su quanto sta succedendo, in particolare sulla falsa accusa del sequestro: la risposta è che non ci sarebbe stata nessuna presa di posizione “pubblica” oltre a quanto reso durante gli interrogatori svolti dalla Digos. Non sappiamo se questo sia dovuto o meno a pressioni degli organi di polizia o ad una scelta politica interna, fatto sta che quello che contraddistinguerà l'informazione fino ad oggi è un totale o quasi appiattimento, salvo qualche dubbio sulla entità delle misure restrittive adottate il 4 maggio, alle informazioni martellanti provenienti da questura e magistratura.

Cominciano ad arrivare a studenti medi ed universitari denunce a go go tutte riconducibili a comportamenti propri dell'attività politica come attacchinaggi, qualche scritta, due uova, qualche presidio o corteo non comunicato, peraltro pubblicamente annunciato e promosso, per il quale né prima, né nei concentramenti sia stato mai richiesto lo scioglimento in quanto non autorizzato.

Nel frattempo si compiono avvicendamenti sia nel quadro politico fiorentino sia in quello repressivo. Viene eletto sindaco di Firenze il “Berlusconino di latta” Matteo Renzi, diventa questore di Firenze Francesco Zonno che nella sua permanenze a Trieste si era contraddistinto per la circolare interna che invitava a fermare “le persone magre e con tatuaggi, anche senza o con pochi denti e con scarsa igiene orale per vedere se hanno precedenti penali", a capo della Digos il ben vestito sempre pronto ad eventuali reportage fotografici Stefano Buselli, prefetto di Firenze Paolo Padoin noto per essere stato uno dei fautori nel nome del “ritorno alla legalità” dello sgombero del CPO Gramigna di Padova. Se a tutto questo mettiamo insieme la voglia di carriera del capo dell'antiterrorismo Ricciardi, il piatto è servito: la strategia repressiva, che già anche in altre città comincia a delinearsi, è pronta ad essere attuata anche qui.

Non a caso mettiamo insieme tutti questi soggetti, perchè riteniamo con fondamento che le scelte repressive in questa città vengono decise e/o avallate da tutti i soggetti sopracitati e come tali responsabili di quanto sta succedendo.

Ma non è finita. Pur di portare qualcosa a casa, operare denunce e poi capiremo perchè, si arriva a denunciare per oltraggio a pubblico ufficiale uno studente delle scuole superiori perchè ha mostrato il dito medio allo stesso Ricciardi, troppo per un uomo del suo spessore.
Ma fateci il piacere.

Che qualcosa era nell'aria traspariva dalle voci che circolavano nelle aule dei tribunali: le varie denunce contro studenti universitari e medi, esponenti di spazi occupati sarebbero stati ricondotti ad una unica inchiesta per associazione a delinquere.

C'è fin da subito chiaro che, falliti i tentativi, almeno fino alla inchiesta contro Villa Panico, di portare a giudizio per associazione sovversiva, si ricorre ad uno stratagemma già utilizzato in precedenza verso i movimenti di occupazione delle case (da DP alle occupazioni delle case di Via del pratello a Bologna) fino ad arrivare all'operazione contro Fuoriluogo a Bologna.

Il 4 di maggio parte “l'operazione 400 colpi”: misure restrittive sulla base dell'accusa di associazione a delinquere. Arresti e obblighi di firma per studenti medi ed universitari, perquisizioni, chiusura della sede del collettivo 400 colpi, peraltro per quanto ci risulta, concesso in uso al collettivo dall'università. Operazione spettacolare con tanto di sequestro di materiale atto ad offendere ovvero dieci bandierine, un temperino, una mascherina con l'immagine dello sceriffo Cioni e del sindaco Renzi, ovvero un bel niente. Ma certo sufficiente per fare da scenografia per le gesta eroiche di Ricciardi e Buselli.

La solidarietà ai compagni/e è immediata sia pratica, sia politica.

Qualche particolare non previsto si inserisce nelle mobilitazioni di solidarietà: leghisti che casualmente passano dal presidio sotto la prefettura che si prendono qualche pacca, un poliziotto che dopo aver tentato di fermare una ragazza senza nessuna giustificazione all'interno della stazione centrale, all'arrivo dei compagni pensava bene di estrarre la pistola scatenando la rabbia dei presenti.

E arriviamo al corteo del 21 maggio.
Caduti in trappola? Può darsi, infatti nessuno di noi avrebbe pensato di trovare la sede del partito di governo totalmente sguarnita, priva di qualsiasi protezione.

Che la cosa servirà a pretesto è ben chiaro. Da Sindaco, Questore, Prefetto, Capo della Digos il messaggio è eloquente: questa è l'occasione da prendere al volo per dichiarare finito il modello Firenze, dove doveva prevalere la finta facciata della polizia buona. Ma quale modello Firenze! Poco meno di due anni fa gli studenti medi erano stati caricati in via della Colonna con numerosi feriti e occasioni successive sinceramente quasi non ce ne sono state. Pochi mesi fa succedeva all'università di Novoli con la Santanchè, ma i compagni non sono indietreggiati e la cosa è stata evitata.

Nei giorni successivi al 21 maggio esponenti del PDL fiorentino come il coordinatore regionale Massimo Parisi, il suo vice vicario Riccardo Migliori, il coordinatore cittadino Gabriele Toccafondi, e i deputati Alessio Bonciani e Guglielmo Picchi incontrano prefetto e questore dove vengono rassicurati che si procederà celermente a consegnare alla “giustizia” i responsabili del “clima di odio” in città.

E così scatta l'operazione del 13 Giugno. Sale il livello dell'azione repressiva. Un compagno incarcerato a San Vittore, 6 agli arresti domiciliari, di cui tre già sotto misure restrittive. Dopo i proclami da parte del capo della Digos Buselli arrivano i fatti e meglio si delinea l'ulteriore passaggio nella costruzione del disegno repressivo e dell'impianto accusatorio. Non più soltanto studenti, non più semplicemente atti di “lieve entità” ma un piano preordinato, studiato a tavolino; un salto di qualità che tende a colpire personale della polizia, che determina un livello superiore nell'organizzazione delle “azioni” condiviso dalla totalità del movimento fiorentino. Un livello, come riportato dall'ordinanza firmata dal gip Giacomo Rocchi, che dà un “quadro già visto in passato che ha poi generato situazione di ben altra gravità”. Un castello che si regge unicamente su una ricostruzione fantasiosa, fino, non si sa come, ad indurre testimoni a riconoscere soggetti che nel momento di alcuni dei fatti contestati erano a centinaia di chilometri di distanza.

I media locali collaborano nel supportare la strategia repressiva con la pubblicazione continua delle veline della questura. Ma dove non c'è stata complicità attiva, le ambiguità o i mezzi silenzi di alcuni media fiorentini, come Controradio, ha assunto, davanti ai nostri occhi, un valore non inferiore.

Abbiamo voluto ricostruire quanto successo cercando di non isolare i fatti ma rimetterli all'interno di un filo logico che rende più chiaro quanto sta succedendo, ben al di là dei fatti contestati. E nello stesso tempo non possiamo esimerci da dover mettere bene in evidenza quali sono da considerarsi i diretti esecutori di questa strategia repressiva, le loro responsabilità e il loro ruolo; chiarire la responsabilità del potere politico in città, sindaco in testa come componente centrale del Comitato per l'Ordine Pubblico, come istigatore dell'utilizzo di squadre di polizia municipale per gli sgomberi, e come quanto alcuni media abbiano collaborato più di altri, quanto alcune realtà dell'informazione un tempo definita “libera” siano oramai appiattiti, facciano parte di quel mondo che si gira dall'altra parte “perché tanto riguarda altri”, fino a quando, come diceva qualcuno, andranno a prendere anche loro ma non ci sarà rimasto nessuno a difenderli.

Ognuno di noi, che ritiene necessario rendersi protagonista, essere soggetto attivo nelle lotte, sa che la scure della repressione, delle montature, se non il carcere, sono prezzi che deve “pagare”. Così come abbiamo potuto costatare con la mattanza di genova, la morte di carlo, l'attacco mediatico repressivo successivo a quelle giornate, l'appiattimento se non l'asservimento alle montature poliziesche delle forze politiche opportuniste.

Ma nonostante tutto questo sappiamo bene che la nostra forza è far si che il loro attacco trovi una nostra reazione tale da far pagar loro il prezzo politico più alto, smascherandoli, isolandoli, agendo proprio sulle contraddizioni che giorno per giorno manifestano.

"...Verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte:
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti."

venerdì 8 luglio 2011

Florenz, 7 Juli 2011

Gavinana ist unser viertel; Wir haben die roten Fahnen in die weiße Nacht gebracht.

Freiheit für die Gefangenen des 13 Juni!



mercoledì 6 luglio 2011

7 luglio 2011: il CPAFiSud per la Notte Bianca nel Quartiere 3

Giovedi 7 luglio 2011 in occasione della Notte Bianca nel Quartiere 3 il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud si muove per il quartiere: musica, volantinaggio, controinformazione.
Ritrovo dalle 20.00 in via Villamagna 27A.

domenica 3 luglio 2011

4 luglio 2011 - Freedom Flotilla 2: Presidio al consolato greco

E' stato indetto un presidio di solidarietà con la Freedom Flotilla 2 sotto il consolato greco di Firenze, per le 17 del 4 luglio 2011.

PHP-Nuke
Il Mediterraneo non è proprietà di Israele
Comunicato stampa

Fonte: Freedom Flotilla Italia - Comunicato stampa 1 luglio 2011

La nave Statunitense "Audacity of Hope" ha deciso di tenere fede al proprio nome ed è salpata, per essere bloccata dopo un quarto d'ora di navigazione dalle autorità portuali greche che hanno intimato agli attivisti di tornare in porto ad Atene minacciando l'equipaggio ed i passeggeri con le armi. Stesso tentativo e stesso esito per la nave canadese Taharir. Intanto una nota del Ministero per la sicurezza interna greco mostra tutta la subalternità del governo di Papandreou alle politiche israeliane, dichiarando che la Grecia vieta alle barche della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza. Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza "…trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana". "Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele" hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali determinati a portare a termine la missione, non solo umanitaria, ma soprattutto politica di fare approdare le navi a Gaza. L'obiettivo è quello di rompere un assedio che si protrae da troppo tempo ai danni di una popolazione che subisce una punizione collettiva, laddove sono proprio il diritto internazionale, le convenzioni e i trattati, nati per salvaguardare le popolazioni oppresse, ad affermare che tutto questo oltre a essere inumano, è fuorilegge.

MOBILITIAMOCI PER FARE PRESSIONE SUL GOVERNO GRECO
Freedom Flotilla Italia indice un presidio davanti all'Ambasciata greca in Via Mercadante a Roma
Lunedì 4 luglio alle 17,00 e invita alla mobilitazione in tutta Italia
Invitiamo tutte e tutti a scrivere all’ambasciata di Grecia in Italia, all’indirizzo gremroma@tin.it, a telefonare al n. 06-8537551 e ad inviare fax al n. 06-8415927.
Per adesioni: roma@freedomflotilla.it

Contatti: 333/5601759 – 338/1521278

Per ricevere notizie dalla e sulla Freedom Flotilla
facebook : http://www.facebook.com/people/Freedom-Flotilla-Italia/100001721984360
sito : http://www.freedomflotilla.it/
e dalla coalizione, witnessgaza : http://witnessgaza.com/