venerdì 29 aprile 2011

Aruba on fire

Stemma dello Aruba Fire Dept.

The Aruba Fire Department
Tanki Flip 13
Oranjestad
Aruba, Dutch Caribbean


Lo hosting di cpafisud.org non è nelle Antille Olandesi, ma nella molto più vicina Soci in quel di Arezzo.
Dove venerdi 29 aprile 2011 hanno avuto qualche problemuccio.

mercoledì 27 aprile 2011

La festa di Aberri Eguna: ricorrenza fondamentale per la resistenza basca

Aberri eguna - Berbizkunde igandia 1932
Giorno della Patria - Pasqua 1932
Nicolás Martínez Ortíz de Zárate (1932)

Si riceve e si pubblica un fascicolo di materiale informativo in PDF sull'Aberri Eguna, il Giorno della Patria Basca, prodotto da Euskal Herriaren Lagunak, gli Amici del Paese Basco di Firenze.

martedì 26 aprile 2011

Il 25 aprile in Santo Spirito

"Era proprio il sette di agosto del 1944, e io dovevo accompagnare proprio qui al distretto Francesco Leone, che era allora il comandante della nostra brigata. E detta così pare nulla, ma eravamo dall'altra parte di Firenze, di una Firenze deserta che aspettava il passaggio del fronte, e girare per le strade insieme ad un uomo, con i rastrellamenti e tutto, non era poca cosa.
Ad un certo punto ci trovammo nella necessità di dover attraversare l'Arno, e né io né lui si sapeva nuotare. Era estate, e ci riuscì di trovare, verso la zona dell'Indiano, un punto dove si poteva cercare di passare a guado. E mentre stavamo passando, proprio un carro tedesco che passava dalla strada sull'argine ci vide, e cominciò a tirare. Piovevano proiettili come se fossero datteri... Ci riuscì di attraversare, e ci buttammo sulla riva, in un campo di pomodori, dove dovemmo rimanere ancora nascosti perché una cicogna ci aveva visti, e non si capiva bene che intenzioni avesse...
Ci riuscì alla fine di arrivare qui, in Piazza Santo Spirito. E la trovammo piena di partigiani, con i fazzoletti rossi al collo. Ed era una cosa che allargava il cuore, vederli. Solo che ci accorgemmo che le facce non erano propriamente allegre, anzi. Eppure, era gente che era appena arrivata a Firenze per liberarla.
Qualcuno poi ci disse che proprio mezz'ora prima, in questo punto preciso, era stato colpito Potente. Era quello il motivo per cui non erano allegri per nulla, nonostante le pene fossero vicine alla fine.
Io ora posso soltanto dire che eravamo giovani e pieni di speranze. E che di queste speranze, se ne sono avverate davvero poche. E ai miei compagni partigiani mandare un grande abbraccio, ovunque essi siano".

Maria Francovich

Con i saluti di Teresa Mattei ed il ricordo di Enio "Foco" Sardelli, Luigi "Gigiarma" Casini ed Enrico Signori, che idearono e contribuirono alla realizzazione delle prime edizioni di un 25 aprile celebrato ed organizzato dal basso, il corteo ha portato come ogni anno il proprio omaggio ai caduti di piazza Tasso, in una giornata chiusa dai concerti in Santo Spirito.

martedì 19 aprile 2011

23 aprile 2011 - Aberri Eguna, il giorno della Patria Basca.

23 aprile 2011 - Aberri Eguna, il giorno della Patria Basca.
Organizzano Euskal Herriaren Lagunak di Firenze.

Ore 20.00 - Aperitivo e presentazione del dossier sulla resistenza basca.
Ore 21.00 - Cena popolare.
A seguire, concerto con GuestSka, Sistah Kinky, Ghetto Blaster, BanPay Crew.

Durante la serata lotteria a premi.

"Denok eman behar dugu zerbait, gutxi batzuk dena eman behar ez dezaten"

lunedì 18 aprile 2011

25 aprile 2011 - Festa della Liberazione in Piazza Santo Spirito


25 aprile 2011. Dalle ore 15 in Piazza Santo Spirito musica, interventi, controinformazione, cibo e bevande a prezzi popolari.
Ore 17 corteo antifascista.
A seguire musica con Malasuerte Fi-Sud, Banda K100, Il Menestrello.
Contro la guerra imperialista, per la libertà e l'autodeterminazione dei popoli, ora e sempre resistenza.

Il 25 Aprile la Firenze antifascista sarà ancora una volta in Piazza S. Spirito per festeggiare l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo: sarà una giornata di mobilitazione per ribadire ancora oggi l’attualità dei valori della Resistenza.
In gran parte d'Italia, così come a Firenze, il fascismo fu combattuto e sconfitto da coloro che decisero di costituire le Brigate Partigiane, dai giovani che si unirono a loro sulle montagne per non servire i traditori della repubblica fantoccio di Salò, dalla lotta clandestina dei GAP nelle città, dagli operai che nelle fabbriche si organizzarono nelle SAP per portare a termine azioni di sabotaggio del regime e di sostegno alla lotta di liberazione, e da tutti coloro che decisero di appoggiarli, nasconderli anche a prezzo della loro vita.
Da anni ormai, anche con la responsabilità di ampi settori del centro sinistra, assistiamo al tentativo di equiparare fascisti e repubblichini ai Partigiani, relegando la Resistenza ad un fatto storico al fine di svuotarlo di quegli ideali di libertà, uguaglianza e giustizia che la ispirarono e che sono oggi più che mai attuali.
Se da una parte si occulta con ogni mezzo il filo nero che lega il fascismo di ieri con quello odierno, dall'altra si cerca di far passare come assassini coloro che fin da subito lo videro e che vedendo girare nuovamente indisturbati picchiatori, aguzzini, repubblichini e sbirri, responsabili e complici delle peggiori efferatezze, decisero che con il 25 Aprile la Resistenza non doveva smobilitare.
Oggi possiamo dire che avevano ragione! La vergognosa proposta di legge del Pdl di cancellare il divieto di riorganizzazione del Partito Fascista tra i cui firmatari troviamo Achille Totaro, lo stesso che ha infangato la memoria di Fanciullacci definendolo un “vigliacco assassino”, l'aperto finanziamento con milioni di euro pubblici delle organizzazioni giovanili di estrema destra grazie anche alla politica di sostegno alle “Comunità giovanili” del ministro Meloni, la proposta di istituzione di una Milizia regionale pronta ad intervenire in caso di calamità naturali, emergenze e gestione dell’ordine pubblico, non sono un salto indietro di 80 anni, ma la realtà del nostro presente!
Oggi come allora la realtà che viviamo è quella di un paese in guerra dove il futuro di giovani e lavoratori è sempre più compromesso e dove le risorse disponibili sono dirottate verso l'industria bellica e l'apparato militare necessari a nuove imprese “coloniali”, spese che la popolazione è costretta a pagare complessivamente ben 25.000.000.000 di euro all'anno. Il nostro stesso territorio è occupato da basi USA e Nato da dove partono le azioni militari che permettono di esercitare meglio la pressione per imporre l'egemonia economica e politica dell'imperialismo nel Mediterraneo e nel resto del mondo.
Oggi come ieri Resistenza significa affermare che solo con l'abbattimento delle ragioni storiche che hanno generato il fascismo, che lo hanno foraggiato, protetto ed infine amnistiato, renderemo il giusto onore a chi lo ha combattuto, e creeremo le condizioni perché esso venga una volta per tutte cancellato. In un paese dove chi giustamente si ribella, viene represso con l' applicazione di misure restrittive, come “avvisi orali” e “sorveglianza speciale”, che non a caso ancora oggi derivano dall'applicazione del codice penale fascista, il nostro impegno deve essere quello di proseguire la lotta contro il fascismo di oggi, in tutte le sue forme, contrastando con ogni mezzo il suo ripresentarsi. Dalla lotta contro l'apertura di sedi di organizzazioni fasciste nelle nostre città a quella in difesa di scuola e Università pubbliche e libere, dalla difesa del territorio da speculazione e nocività all'appoggio agli operai che continueranno a dire NO al Marchionne di turno, dal sostegno agli immigrati che rivendicano i propri diritti e organizzano le rivolte nei CIE alla mobilitazione contro le vecchie e nuove guerre dobbiamo avere la capacità di attualizzare il significato della Resistenza. Solo così potremo degnamente festeggiarla.
Il nemico in casa nostra non sono gli immigrati ma i governi della guerra e della disoccupazione, i capitalisti che sfruttano i lavoratori italiani e stranieri, le istituzioni che tollerano e proteggono i fascisti!

ORA E SEMPRE RESISTENZA

Firenze Antifascista

20 aprile 2011 - Serata per Corto Circuito

domenica 17 aprile 2011

Palestina libera. Con Vittorio nel cuore.

La data del 17 aprile viene celebrata in Palestina come "Giornata dei prigionieri politici nelle carceri israeliane" per mantenere vivo il ricordo delle migliaia di palestinesi che da anni sono rinchiusi nelle carceri israeliane e la cui speranza di liberazione non dipende dall'applicazione del "diritto", ma dall'arbitrio del governo di Israele e dei suoi funzionari. La maggior parte di loro sono prigionieri in "detenzione amministrativa", cioè senza accusa di reato e senza processo. Assoggettati alle decizioni ingiustificate ed ingiustificabili dei comandanti militari dei territori occupati che possono rinnovare la pena, di sei mesi in sei mesi, senza limiti di tempo. Molti sono stati processati per colpe non commesse, per le quali non esiste la necessità di far valere uno habeas corpus essendo sufficienti le denunce estorte con il ricatto e la violenza a testimoni che rimarranno ignoti. Fin troppe sono le donne, per le quali non sono riservate neppure le condizioni minime di rispetto umano, diverse con figli nati in carcere. Troppi sono pure i minori la cui imputazione più grave è quella di aver tirato sassi e che si trovano spesso a trascorrere la pena in carcere con delinquenti comuni israeliani...
Senza paura di sbagliare si può dire che la quasi totalità dei prigionieri -uomini, donne e bambini- sono passati attraverso le fasi della violenza fisica e psichica, essendo la tortura una prassi dei centri di interrogatorio. I traumi di cui molti prigionieri vengono a soffrire per il protrarsi dei maltrattamenti subìti e per le condizioni disumane nelle quali vengono costretti, sono spesso peggiori della morte stessa.

Invitiamo tutti a partecipare al presidio indetto dalla Comunità Palestinese in Toscana per domenica 17 aprile 20011, in Piazza della Repubblica dalle ore 17.30.

Per celebrare la Giornata dei prigionieri politici nelle carceri israeliane, per ricordare Vittorio Arrigoni e riaffermare che il movimento di solidarietà con il popolo palestinese non si farà intimidire.
Con il popolo palestinese fino alla vittoria!

giovedì 14 aprile 2011

Vittorio Arrigoni (1975-2011)

"Restiamo umani."


"...E all'interno del libro il racconto di tre settimane di massacro, scritto al meglio delle mie possibilità, in situazioni di assoluta precarietà, spesso trascrivendo l'inferno circostante su un taccuino sgualcito, piegato sopra un'ambulanza in corsa a sirene spiegate, o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna all'interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt'attorno.
Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso, sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue, impregnate di fosforo bianco, taglienti di schegge d'esplosivo.
Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri delle nostre urla di terrore, e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore. Mettete quel volume al sicuro, vicino alla portata dei bambini, di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante, dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.
In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all'ingiustizia.
Per un domani poter restare umani."

Marzo 2009.

mercoledì 13 aprile 2011

Solidarietà a Fuoriluogo


Solidarietà ai compagni ed alle compagne colpiti dalla repressione

All'alba del 5 aprile i compagni di ben sedici città italiane, da Milano a Reggio Calabria, sono stati colpiti da perquisizioni deliranti, fermati e arrestati con l'accusa di associazione a delinquere con finalità eversive. In una sola mattina l'apparato questurino di mezza Italia e stato sguinzagliato col risultato di cinque arresti e altre sette misure cautelari nonché la perquisizione e il sequestro del Centro di Documentazione Fuoriluogo di Bologna.
In tempo di guerra la repressione poliziesca tenta, con accuse fantasiose e incastrate ad arte, di abbattere chi sempre lotta contro di essa, contro lo sfruttamento e per la libertà.
I compagni e le compagne del CPA Fi Sud esprimono tutta la loro solidarietà ai compagni/e coinvolti in questo ennesimo attacco della repressione. Solo pochi mesi fa siamo venuti a conoscenza del fatto che anche a Firenze l'apparato repressivo, dopo i tentativi per ora falliti dell'utilizzo dell'art. 270 bis (associazione sovversiva) -sebbene nella nostra città continuino ad essere processati compagni con questa accusa- sta cercando di utilizzare l'associazione a delinquere come strumento per ricondurre i vari singoli atti, compiuti durante cortei o altro, ad un disegno eversivo comune ai vari soggetti attivi nel movimento fiorentino.
Ben coscienti del livello di repressione raggiunto da questure e caserme attraverso le accuse per reati associativi, la detenzione preventiva e le misure cautelari "alternative" ad essa di chiara matrice fascista (avvisi orali, fogli di via, sorveglianza speciale eccetera), ribadiamo ancora a questi signori che per quanto stretti leghino i loro sigilli e le loro manette, noi brandiremo sempre l'arma piu forte di ogni muro di cinta, la solidarietà.

I compagni e le compagne del CPA Firenze Sud

martedì 12 aprile 2011

16 aprile 2011 - No alla guerra imperialista in Libia

Ci risiamo. L’Italia - che a parole ripudia la guerra - si è lanciata in una nuova aggressione militare, al fianco di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti; la quinta in vent’anni, la terza nel giro di un decennio. I motivi? Per questa, come per altre guerre, sono chiari e precisi: la rapina di risorse energetiche e materie prime - di gas e petrolio - e gli affari delle grandi aziende e della grande finanza. L’attacco alla Libia di Gheddafi, fino a ieri “nostro miglior alleato”, rappresenta anche la possibilità di gestire un territorio-chiave, di addomesticare tutte le rivolte che stanno agitando il Nord Africa e il mondo arabo, di controllare un pezzo di mondo che si è risvegliato e cerca da sé la sua libertà.

Questo attacco ha già causato già centinaia di morti fra i libici, e tanti ancora ce ne saranno non appena l’uranio impoverito, utilizzato in questa come in tutte le altra guerre degli ultimi anni, comincerà a mostrare i suoi terribili effetti.
Come al solito, la prima vittima di ogni attacco militare è la verità: per nascondere l’orrore della guerra e giustificare l’uso della forza abbiamo assistito alle più vecchie e trite retoriche: da un ritrovato e sfacciato spirito colonialista, alla retorica dell’“interesse nazionale”, al ritornello della “guerra umanitaria” e, come sempre, si cerca di neutralizzare l’impatto emotivo di una nuova guerra, di farla sparire.

Giusto otto anni fa, contro analoghe menzogne, eravamo in milioni a scendere in piazza.
OggiAggiungi un appuntamento per oggi il silenzio di parti del movimento e della sinistra istituzionale, che si nasconde dietro alla “foglia di fico” dell’ONU, è assordante, mentre a spingere per l’intervento ci sono in prima fila il PD ed il Presidente Napolitano…

È giunto il momento di dire la nostra, mentre riscrivono la storia del Mediterraneo attraverso le bombe, la violazione dei diritti dei migranti e la continua militarizzazione del nostro e del loro territorio.
È giunto il momento di affermare che non esistono interessi “nazionali”, ma solo gli interessi degli sfruttati e dei dominati di tutto il mondo contro quelli dei dominanti e dei regimi di tutto il mondo. È giunto il momento di proclamare che i popoli, e lo hanno manifestato con vigore in questi mesi proprio i tunisini e gli egiziani in rivolta, o si liberano da soli o non si liberano affatto.

Tutto questo lo vogliamo dire forte e chiaro proprio a Napoli, dove è appena passato il comando dell’operazione ora a guida NATO, sabato 16 aprile. Una manifestazione che, schierandosi a fianco del popolo libico e di tutte le popolazioni in rivolta dell'area, chieda:

• La fine immediata dei bombardamenti e dell'aggressione militare.
• La fine di ogni ingerenza straniera, compresa l’ipotesi di embargo e di sequestro dei beni libici non meno criminale dell’aggressione militare.
• Il diritto d'asilo per tutti i profughi e i migranti in fuga.
• Il taglio delle spese militari e l’utilizzo di fondi e mezzi per le vere priorità sociali di un’Italia in crisi: casa, lavoro, servizi sociali, reddito garantito, provvedimenti a difesa del territorio e dell’ambiente.

stopwar.altervista.org

16 aprile 2011 - Sunpower, Coloss, Alfatec

Sabato 16 aprile sul palco di Via Villamagna ci saranno i belgi Sunpower, una delle migliori realtà punk hc europee. Attivi dal 2001 con 5 album alle spalle, suonano veloci, diretti e parecchio ignoranti, influenzati da sonorità anni 80 sullo stile di Dead Kennedys, Minor Threat & co. Saranno della serata anche i Coloss da Roma, veterani dell'hardcore italico, finalmente di nuovo al CPA dopo 6 anni dall'ultima volta ed i locali Alfatec, solite facce ma nuovo repertorio!

domenica 10 aprile 2011

Cacciamoli tutti. Non gli immigrati, bensì i padroni, i fascisti e i governanti!

Sabato 9 aprile circa trenta compagni dei centri sociali e dei collettivi studenteschi sono andati a volantinare per le vie di S.Frediano contro la guerra imperialista in Libia e in solidarietà agli immigrati. Questo il testo distribuito agli abitanti del quartiere.

Cacciamoli tutti. Non gli immigrati, bensì i padroni, i fascisti e i governanti!

L’Italia, oggi più di ieri, è un paese in guerra e a testimoniarlo ci sono i bombardieri in decollo dalle basi italiane sotto il comando NATO di Napoli, pronti a scatenare terribili attacchi aerei contro il territorio libico.
Ma, se guardiamo alle tv o ai giornali e ascoltiamo chi questa guerra l’ha voluta e votata in Parlamento, sembra che sia l’Italia a subire “l’invasione di terra” e che la nostra sicurezza sia minacciata da orde di immigrati: scontrarsi con l'arma affilatissima della propaganda è impossibile se non rilanciando l'iniziativa sul proprio territorio e riallacciando i fili dei rapporti sociali e della solidarietà di classe.
Perchè l'immigrato non è certo qualcuno diverso da noi, ma chi lavora al nostro fianco nelle fabbriche e nei cantieri e siede accanto a noi sui banchi di scuola.
Proprio da questo punto di vista è nostra intenzione esprimere solidarietà e sostegno a chi in questi giorni sta attraversando il Mediterraneo, anche con tragiche fini, e contrastare le posizioni più reazionarie e xenofobe di chi getta benzina sul fuoco di "un'emergenza" creata ad hoc.
Vogliamo dire con chiarezza che il problema è e rimane la guerra, sono e rimangono i 25 miliardi di euro che ogni anno lo stato sottrae alla scuola, all'università, alla sanità e ai trasporti per finanziare spese e investimenti militari e che queste non sono scelte di qualche politico scellerato ma deriva dalla natura stessa della società in cui viviamo che è basata sullo sfruttamento sul lavoro e delle risorse naturali.
Vogliamo dire con altrettanta chiarezza che la disoccupazione è una realtà la cui colpa non può e non deve ricadere sugli immigrati, bensì su quei padroni che negli anni hanno deciso di delocalizzare e andare a produrre dove ci sono meno diritti e dove la mano d'opera costa molto meno.
Semmai gli immigrati sono anch'essi vittime di un mercato del lavoro sempre più flessibile e meno regolamentato, colpiti come tutti i lavoratori e le famiglie da negazione di diritti e salari da fame, oltre ad essere inseriti in un circuito dove disoccupazione vuol dire clandestinità.
Cedere oggi alle posizioni di basso populismo propagandate dai fascisti di Forza Nuova, Casa Pound e Lega Nord vuol dire fare ancora altri passi indietro, non solo sul piano culturale, ma anche su quello dei diritti e più in generale nella possibilità di assicurarci un futuro migliore.
Sta a noi opporci con forza e determinazione a questa nuova guerra coloniale e con la stessa intensità sostenere le rivolte in corso in Egitto e in Tunisia dove giovani, lavoratori e studenti si stanno ancora scontrando con una forte repressione.
Che si parli di guerra o immigrazione, di scuola o di lavoro, di salute o beni pubblici pensiamo che queste battaglie vadano prese in mano smettendo di guardarci alle spalle come se il nostro nemico fosse l'ultimo arrivato e scoprire che con loro possiamo parlare la stessa lingua quando assieme guarderemo in alto verso chi oggi detiene il potere e domaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani forse no...proprio come in Egitto e in Tunisia.

CPA fi-sud, Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Collettivo Politico di Scienze Politiche, Rete Studenti Medi fiorentini, Fondo Comunista.

giovedì 7 aprile 2011

Il tenente Alvaro, la Volante Rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia

Il 10 aprile 2011 alle 18.00 incontro con Massimo Recchioni e presentazione del libro Il tenente Alvaro, la Volante Rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia.

''Scarpe rotte eppur bisogna andar''...questa e' la frase che come lettore darei a questo libro. Un libro che racconta come nell'immediato si continua a combattere il fascismo che non era stato sconfitto con l'uccisione di Mussolini e che invece continuava ad essere infiltrato nella società. Così, nonostante la consegna delle armi da parte dei partigiani, una parte di loro insieme a nuovi resistenti vanno a colpire i fascisti rimasti impuniti. Alcuni pagheranno con la vita, altri con l'esilio la lorGiustificao scelta di sostenere e portare avanti la Resistenza Italiana. Resistenza che non e' morta e non morirà mai, ne' oggi ne' nel futuro.

ORA E SEMPRE RESISTENZA
un giovane lettore

lunedì 4 aprile 2011

6 aprile 2011 - Incontro con Sergio Cararo e Manlio Dinucci

Le rivolte in Medio Oriente e nel Mediterraneo e gli interventi militari dell'Occidente. Tra liberazione e neocolonialismo, per conoscere meglio le realtà arabe in rivota e per contrastare le mire degli stati capitalisti. Il territorio italiano come base di lancio della guerra, dal comando NATO di Napoli alle basi militari sul nostro territorio. Ore 20.00 Cena popolare Ore 21.30 Iniziativa e dibattito con Sergio Cararo (Direttore di Contropiano, giornale della rete dei comunisti) e Manlio Dinucci (giornalista de Il Manifesto) CPAFiSud, Collettivo Politico di Scienze Politiche, Rete Studenti medi Fiorentini, Fondo Comuista, Cantiere sociale Camilo Cienfuegos

6 aprile 2011 - Serata per Corto Circuito


6 aprile 2011 - I mercoledi di Corto Circuito. Dalle 21.00 al Covo DJ set anni '60 e '70 con F2.

domenica 3 aprile 2011

2 aprile 2011 - Manifestazione a Firenze contro la guerra in Libia

Il 2 aprile 2011 il CPAFiSud ha partecipato alla manifestazione contro la "guerra umanitaria" in corso in Libia portando ancora una volta per le vie più centrali di Firenze le proprie bandiere.
Bandiere che sono le stesse da sempre. Come sono le stesse da sempre le parole d'ordine e la pratica politica: lo slogan Contro la guerra del capitale lotta di classe internazionale, che figurava anche questa volta sullo striscione di apertura dello spezzone del CPAFiSud, è semplicemente inossidabile e non ha alcun bisogno di spiegazioni o di distinguo.

venerdì 1 aprile 2011

No alla guerra del capitale - Solidarietà internazionale

No alle guerre del capitale, Solidarietà Internazionale

Come in un film già visto siamo, purtroppo, nuovamente a parlare di guerra. Di missili e bombe che vengono scaricati dalle navi e dagli aerei di Usa, Francia, Gran Bretagna, Italia; di cacciabombardieri che partono dalle basi italiane sotto comando NATO. E come in un film già visto l'hanno chiamata ancora “guerra umanitaria”. L'ennesima guerra votata dall'ONU, così spesso e così ipocritamente invocato dai pacifisti con l'elmetto, che prima ne chiedevano l'intervento ed oggi si dicono contro la guerra. Questa ennesima guerra si è svelata subito ed apertamente per quello che è: una guerra per il controllo e per la gestione dei tumultuosi cambiamenti in corso nel mediterraneo in cui le potenze occidentali fanno a gara a inserirsi, per la spartizione delle risorse energetiche. Gli aerei e le navi NATO attaccano dal cielo le truppe fedeli a Gheddafi per favorire l'avanzata dei “ribelli di Bengasi”. Altro che protezione dei civili, svolgono senza nemmeno nasconderlo un ruolo attivo di supporto a chi, fino a febbraio 2011, era ancora nel governo di Gheddafi. Perchè, è bene chiarire, se anche all'inizio vi è stata rivolta popolare, chi guida i “ribelli di Bengasi” sono l'ex Ministro dell'Interno e l'ex Ministro della Giustizia del governo di Gheddafi, cioè coloro che hanno gestito fino a febbraio 2011 i campi di concentramento per gli immigrati africani. Così come è bene chiarire che non siamo certo noi a difendere Gheddafi ed il suo regime: da anni ormai ne denunciamo il ruolo nefasto di cane da guardia dell'occidente nel fermare le migliaia di immigrati che si addossano alle coste del mediterraneo. La Libia investe con i suoi fondi nelle imprese italiane ed occidentali, dalla Juventus a Finmeccanica; da anni in Libia le multinazionali occidentali hanno trovato terreno fertile per i loro affari. No, non saremo certo noi a difendere Gheddafi che firma accordi vergognosi con lo stato italiano e che stringe rapporti con Berlusconi. Così come non siamo certo noi a schierarci con gli aerei NATO, che sganciano di nuovo le loro bombe cariche di uranio impoverito, un altro film già visto, nè con chi ne richiede l'intervento a proprio sostegno, promettendo all'occidente affari ancora migliori.
Non parlateci quindi ancora di “guerra umanitaria”, non parlateci di “protezione dei civili” e “coalizioni di volenterosi”, o di missioni umanitarie, non parlateci per favore del premio Nobel per la Pace Obama, speranza per qualcuno, che conduce la sua guerra... e non parlateci ancora di mediazioni o di diplomazia dal basso. E tra chi poi bisognerebbe mediare? Tra Bengasi, la NATO e Gheddafi? e chi la fa la mediazione? la Russia di Putin o l'Italia di Berlusconi? o pensano i pacifisti con l'elmetto di fare anche le trattative di pace? Di fronte a quanto sta succedendo in Medio Oriente e nel Mediterraneo noi abbiamo una sola scelta: parteggiare per i giovani, gli studenti, i lavoratori che in tutta l'area si sono rivoltati contro le politiche di regimi più o meno apertamente appoggiati dai governi capitalisti. Chiedono veramente un cambiamento, non ne vogliono sapere di interventi militari e stanno subendo ancora la repressione, in Egitto, dove un regime militare ha sostituito Mubarak, ed in Tunisia, in Bahrein e in Yemen, dove i soldati dell'Arabia Saudita, principale socio degli Usa nell'area, reprimono i movimenti di rivolta.
Solidarietà e condivisione delle stesse lotte e degli stessi obiettivi di cambiamento, per i popoli arabi come per i lavoratori ed i giovani occidentali, ché vedono il loro futuro sempre più compromesso e riempiono le piazze di Roma come quelle di Tunisi o del Cairo. Mobilitarsi contro la guerra significa per noi scendere in piazza a fianco di questi popoli, condividerne le stesse battaglie per una società giusta, libera da sfruttamento, disuguaglianze e repressione!

PER QUESTO SABATO 2 APRILE SAREMO IN PIAZZA!
ORE 16.30 PIAZZA DELLA REPUBBLICA
MANIFESTAZIONE PER LE VIE DI FIRENZE, SOTTO I CONSOLATI DI INGHILTERRA E FRANCIA
CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA PER COSTRUIRE RELAZIONI CON CHI SULL’ALTRA SPONDA DEL MEDITERRANEO CONDUCE LA NOSTRA STESSA LOTTA

Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche, Cantiere Sociale K100fuegos, Rete Studenti Medi, Fondo Comunista.