mercoledì 3 luglio 2013

Sul Processo per Associazione a delinquere contro il Movimento Fiorentino


Nella mattinata di lunedì 1 luglio presso il Tribunale di Firenze si è svolta una nuova udienza del "Processo contro il movimento fiorentino".


Dopo il rinvio dell'udienza del 3 maggio anche in quest'occasione, sempre per vizi di forma, abbiamo assistito ad un rinvio: la nuova udienza é fissata per l'8 novembre. Cogliamo l'occasione per ribadire la solidarietà ai compagni e alle compagne sotto processo e rilanciare le iniziativa che nei prossimi giorni ci vedranno impegnati nel dibattito antirepressivo e sul fronte della solidarietà:

Venerdì 5 luglio al Fondo Comunista di via Roccatedalda a partire dalle ore 19.00 con apericena e a seguire un dibattito su carcere, controllo e repressione a cui prenderanno parte, tra gli altri, anche i compagni di Fuoriluogo di Bologna, anch'essi coinvolti in un processo costruito sull'applicazione del reato di associazione a delinquere contro i movimenti sociali e politici.

Venerdì 12 luglio al CPA Fi-sudcon una serata benefit il cui ricavato andrà a sostenere le spese legali del processo. A partire dalle ore 19.30 aperitivo e poi cena popolare mentre alle 22.30 inizierà il concerto con la Bandak100 e Las Karne Murta.

LA SOLIDARIETÀ É UN'ARMA. USIAMOLA!

Centro Popolare Autogestito fi-sud

martedì 2 luglio 2013

01/07 Firenze Antifascista sul Corteo Basta Abusi in Divisa


Oggi un corteo composto da un migliaio di persone, tra cui molti immigrati, ha attraversato le strade del centro di Firenze arrivando sotto le finestre del consiglio comunale.


Il corteo è stato convocato da Firenze Antifascista dopo che lo scorso 13 giugno il Reparto Antidegrado della Polizia Municipale ha aggredito un gruppo di ragazzi senegalesi a Santa Maria Novella.
"Basta Abusi in Divisa". Questo lo striscione che apriva il corteo. Durante la manifestazione sono stati molti gli slogan lanciati in solidarietà con tutti coloro che subiscono le violenze poliziesche: dai lavoratori ambulanti di Firenze a chi ha perso la vita nelle celle di sicurezza delle questure e delle caserme, in carcere o per strada come Uva, Cucchi, Aldrovandi e Lonzi...solo per citarne alcuni.
La manifestazione aveva l'obiettivo di non far calare il silenzio sulla vicenda e di indicare ancora una volta i responsabili di quanto accaduto: la Giunta, il sindaco Renzi, il nuovo capo della Polizia Municipale oltre che il Reparto Antidegrado e vale a dire quella catena di comando che ordina, protegge e finanzia operazioni come quella del 13 giugno.
E' stato ribadito ancora una volta che se veramente il Comune avesse l'interesse a far emergere la verità avrebbe tutti gli elementi a disposizione per farlo: i video delle telecamere che spiano la zona di Santa Maria Novella, l'ordine di servizio e i verbali dell'operazione la cui esistenza è stata confermata dal Comune stesso e non ultimo il coinvolgimento nella vicenda della GEST, l'azienda che gestisce la tramvia. Sappiamo invece che ciò non avverrà.
Anche per questo è stato importante essere in piazza oggi così numerosi e determinati ma ciò non può bastare perché il muro di silenzio che circonda gli abusi in divisa e in particolare le operazioni del Reparto Antidegrado è ancora ben lontano dal cadere.
Crediamo però che questa sia la strada giusta per dare il coraggio di parlare a chi in passato ha subito violenze simili affinché tutta la verità venga alla luce, perché in futuro non accadano più avvenimenti di questo tipo e il "reparto speciale" agli ordini del sindaco Renzi venga finalmente sciolto.

Firenze Antifascista

lunedì 1 luglio 2013

Libreria Majakovskij - Cpa Fi Sud: Lavorare Senza Padroni‏

GIOVEDI 04 LUGLIO 2013

Ore 20.30 Cena Popolare

ore 21.30 Presentazione del Libro:
"Lavorare Senza Padroni‏" con la presenza dell'autore


"Il libro racconta l’esperienza delle Ert (Empresas recuperadas por sus trabajadores) in Argentina attraverso la voce dei protagonisti. Imprese salvate dagli stessi lavoratori che hanno risposto in maniera alternativa alla crisi economica del 2001.
Uno dei risultati più drammatici della crisi fu la chiusura o la svendita di numerose imprese che non riuscivano a reggere la concorrenza internazionale. La risposta della società civile fu l’autogestione organizzata dagli stessi lavoratori: gli operai presero in mano la gestione delle fabbriche che i loro padroni, sommersi dai debiti, avevano abbandonato.
A dieci anni dalla crisi l’autogestione in Argentina si rivela un fenomeno stabile, anzi in aumento. Un risultato che si deve alla enorme rete sociale creata dai lavoratori e alla grande solidarietà della società civile che ha legittimato le lotte.
“Un modo di fare impresa che dovremmo studiare e prendere ad esempio con estrema attenzione - spiega l’autrice del libro, Elvira Corona - perché potrebbe aiutare anche l’Italia a trovare nuove vie per risolvere il problema occupazionale”."

domenica 30 giugno 2013

Assemblea Dibattito: Repressione e Carcere


Il CPA Firenze Sud e il Collettivo del Fondo Comunista organizzano

ASSEMBLEA-DIBATTITO:

Generalizzazione della repressione
come sistema di controllo:

Morti nei commissariati e nelle carceri

Carcere e sua articolazione

Condizioni della prigionia politica

L’utilizzo del reato di associazione a delinquere contro i movimenti sociali e politici

INTERVERRANNO: Collettivo Olga, Collettivo Fuori Luogo, Libera Officina 1° Maggio

VENERDI 5 LUGLIO 2013
Fondo Comunista – Via Rocca Tedalda 277 Tel. 366-3925033 – Bus 14 via Ripa Treno: Fermata FS Rovezzano

Ore 19 Apericena

Ore 20.30 Iniziativa con proiezione di audiovisivo


In occasione della Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero, il 19 giugno scorso, abbiamo pensato di organizzare questa iniziativa concreta per approfondire e trovare una maggiore conoscenza sullo sviluppo del processo di consolidamento di questo sistema, e sull'articolazione della repressione sia a livello culturale che a livello militare.
Crediamo che la repressione e il carcere, in questo momento di sfaldamento irreversibile del sistema capitalista, abbiano raggiunto una funzione necessaria per la semplice sopravvivenza del sistema che, quindi, non ne può più fare a meno oramai a livello preventivo e di controllo come non può fare a meno della costruzione della forma culturale atta a garantire l'assoggettamento al sistema stesso.
Nel momento in cui il sistema impone la sua “legalità” come parametro discriminante e confine tra la sottomissione condizionata e la galera, la storia e l'analisi del passato e del presente sono un'arma irrinunciabile come altre.


sabato 29 giugno 2013

A fianco dei lavoratori della logistica

SABATO 29 GIUGNO giornata di mobilitazione contro la Granarolo. Dalle ore 6.00 di mattina presidio a Granarolo sotto la sede della Cooperativa, volantinaggi davanti ai supermercati anche a Firenze per denunciare il ruolo di Granarolo ed invitare al boicottaggio dei suoi prodotti;

DOMENICA 30 GIUGNO Incontro con i lavoratori della logistica dell’Emilia – ore 18.00 Parco di Villa Montalvo, Campi Bisenzio;

GIOVEDI’ 11 LUGLIO Cena di finanziamento per la Cassa di Resistenza al Cpa Firenze sud – ore 21.00

Per contribuire alla Cassa di Resistenza, i versamenti possono essere effettuati, indicando la causale “cassa di resistenza”:

• con bollettini postali sul ccp nr. 3046206

• con bonifici sul c/c IBAN IT13N0760101600000003046206

• con vaglia postale

intestati a: Sindacato Intercategoriale Cobas, Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano

Negli ultimi mesi si è sviluppata, nel nord Italia ma non solo, la lotta dei facchini nel settore della logistica. Scioperi, picchetti, manifestazioni hanno coinvolto e mobilitato migliaia di lavoratori, in particolare immigrati, rompendo finalmente ogni divisione tra lavoratore immigrato ed italiano e ricevendo una diffusa solidarietà da studenti, centri sociali e organizzazioni sindacali di base. A seguito di queste lotte, alcune anche vincenti con aumenti contrattuali e diminuzione dei carichi di lavoro, stato e padroni stanno mettendo in campo tutti gli strumenti repressivi e preventivi consentiti: cariche, denunce, fogli di via e soprattutto licenziamenti dei lavoratori più attivi.

A Bologna sono stati licenziati 41 lavoratori della Granarolo SpA, colpevoli di aver alzato la testa e scioperato di fronte ad una decurtazione salariale (indebita) del 35% del loro stipendio e di quello dei loro colleghi. La repressione è strumento determinante per il mantenimento dello sfruttamento, in particolare verso chiunque esca dalle logiche della compatibilità e della concertazione.

E’ necessario ed urgente rispondere in maniera collettiva a questi attacchi. Raccogliamo anche a Firenze l’appello del SI Cobas e dell’ADL Cobas, per una mobilitazione in difesa dei 41 operai licenziati in Granarolo e di tutti i lavoratori colpiti dalle misure repressive e per una Cassa di Resistenza che sia di tutela per i lavoratori in lotta.

Saremo presenti sabato 29 giugno presso i cancelli della Granarolo e davanti i supermercati a Firenze. Rilanciamo lo sciopero del settore in programma per le prossime settimane.

venerdì 28 giugno 2013

Lunedi 1 luglio ore 17.30 in Piazza San Lorenzo

LUNEDÌ 1 LUGLIO ORE 17.30 PIAZZA SAN LORENZO

MANIFESTAZIONE CONTRO GLI ABUSI IN DIVISA!


A qualche giorno dalla denuncia dell’aggressione alla Stazione, fatta da Ornella De Zordo in Consiglio Comunale, i fatti sono ancora più chiari.

Per ammissione stessa del Comune la sera di giovedì 13 giugno era in corso un’operazione antiabusivismo del Nucleo antidegrado di Polizia Municipale di Firenze. Come questa operazione si sia compiuta è ormai tristemente noto. Così come appare sempre più chiaro che, da varie testimonianze ed avvenimenti accaduti, questa è la modalità “normale” di un nucleo speciale all'interno dei vigili, che gode di una sua impunità e che risponde direttamente al comandante Manzione ed al Sindaco Renzi. La responsabilità politica di quanto accaduto ricade su chi, in nome della lotta al degrado, nella città di Firenze, la città che ha vietato anche i lavavetri, ha permesso e continua a permettere che possano agire “corpi speciali” dedicati quasi esclusivamente alla caccia all'immigrato, le cui pratiche sono inevitabilmente violente e repressive.

Il deputato Pd e capogruppo in Consiglio Comunale Bonifazi (ma i doppi incarichi?), dice che i toni usati da Firenze Antifascista non fanno bene alla città e delegittimano le istituzioni; quello che non fa bene alla città, dove l’anno scorso un fascista ha sparato nei mercati rionali ai venditori ambulanti, è la retorica della lotta al degrado, gli allarmi sicurezza, l’uso dei corpi speciali per contrastare fenomeni sociali. E se si deve fare chiarezza, come detto dall'assessore Saccardi, bene: si inizino a visionare le telecamere della stazione a disposizione del Comune; e poi, ci saranno degli ordini di servizio, magari anche un verbale dell’intervento? Chi e perché aveva deciso di effettuare quell’operazione, chi erano i due anziani che guidavano la squadra… Vogliono nuovi elementi e nuovi testimoni? Anche quelli ci sono! Basterebbe chiedere conto alla GEST – l’azienda che gestisce la tramvia – per sapere chi fosse in servizio quella sera e cosa ha visto e se anche i loro controllori, così come avviene in ATAF, vengono affiancati alle forze di polizia per determinate operazioni di controllo o rastrellamento che dir si voglia.

Tante sono le domande cui il Comune potrebbe rispondere per fare chiarezza, tante le domande che i giornalisti potrebbero porre all’amministrazione, se solo vi fosse l’interesse reale a fare chiarezza, invece di inseguire un ragazzo che ha avuto solo il coraggio di denunciare quanto aveva visto.

E a chi si stupisce vogliamo ricordare quanti italiani o immigrati, sono usciti senza vita dalle carceri, dalle celle di sicurezza delle caserme e delle questure o a causa di pestaggi subiti per strada: Lonzi, Aldrovandi, Cucchi e Uva per fare alcuni esempi tristemente noti, Youssef Ahmed Sauri e Rhimi Bassem per ricordare i due ragazzi morti nelle celle di sicurezza della Questura di Firenze.

Lunedì 1 luglio manifesteremo dal Mercato di San Lorenzo fin sotto le finestre del Comune in Piazza della Signoria; la Firenze Antifascista, insieme alle comunità di immigrati ai movimenti cittadini, agli studenti, sarà in piazza contro gli abusi in divisa e in solidarietà con le vittime della violenza poliziesca, per rompere il silenzio che circonda le storie di chi subisce le violenze e gli abusi in divisa.


Sciogliere il reparto antidegrado
della Polizia Municipale di Firenze!

BASTA ABUSI IN DIVISA!

Firenze Antifascista

giovedì 27 giugno 2013

Bahar liberato su cauzione

La mattina di Mercoledì 19 giugno, Bahar Kimyongür è comparso dinanzi al giudice nazionale della alta corte di Madrid riservata ai casi di rilevanza nazionale o internazionale e ad alcuni reati gravi (tra cui i reati di terrorismo).
La prima udienza dinanzi alla Audiencia Nacional doveva chiarire le condizioni in cui B. Kimyongür (nell'ambito di un mandato di arresto emesso dalla Turchia il 28 maggio) avrebbe dovuto attendere l'azione della giustizia spagnola per la richiesta di estradizione da parte di Ankara. Fin dall'inizio dell'udienza, il legale di Bahar (Gonzalo Boye) ha espressamente richiesto la liberazione su cauzione del suo cliente.
Il giudice ha accolto la richiesta fissando la cauzione a € 10.000 per consentire a B. Kimyongür di entrare in Belgio. In che lasso di tempo? Non appena la famiglia sarebbe riuscita a versare la somma in un conto bloccato Bahar è tornato in libertà ...
Una libertà provvisoria perché, al ritorno a Bruxelles, egli avrà comunque davanti un possibile processo davanti ai giudici spagnoli.
Quindi dobbiamo rimanere in allerta.
PERCHE'? Sappiamo tutti perché tali eventi hanno avuto luogo. Lo sappiamo molto bene.
Bahar nuovamente gettato in prigione?
Per un reato? Bahar ha commesso alcun reato. A meno che non si considerila verità come un reato. A meno che pronunciare una verità troppo "reale" sia un crimine. A meno che considerare la verità nella sua radicalità sia un crimine.
Questo ritengono, senza dubbio, le autorità di Ankara. Perché Bahar ha mai smesso di denunciare le condizioni di detenzione terribili nelle prigioni turche, Kimyongür deve essere imbavagliato.
Perché Bahar ha mai smesso di denunciare gli alti esponenti del regime militare che hanno imposto il terrore negli anni '80 ad Ankara, Kimyongür dovrebbe essere imbavagliato.
Perché Bahar non ha mai smesso di denunciare l'impunità di cui i generali turchi hanno sempre goduto, nonostante la loro massa crimini, Kimyongür ad Ankara dovrebbe essere imbavagliato.
Perché Bahar non ha mai smesso di denunciare le protezioni che circondano i gruppi di estrema destra responsabili del massacro di 36 militanti di sinistra, in Piazza Taksim, il Primo Maggio 1977, Kimyongür per Ankara deve essere imbavagliato.
Perché Bahar non ha mai smesso di denunciare gli omicidi di sindacalisti impegnati nella difesa dei lavoratori, per Ankara Kimyongür dovrebbe essere imbavagliato.
Perché Bahar non ha mai smesso di denunciare le violazioni del diritto della stampa e l'imprigionamento di centinaia di giornalisti davvero troppo onesti, per Ankara Kimyongür dovrebbe essere imbavagliato.
Perché Bahar non ha mai smesso di denunciare l'intreccio della mafia e gli organi statali più alti, Kimyongür per Ankara dovrebbe essere imbavagliato.
Perché Bahar non ha mai smesso di denunciare le operazioni di commando assegnate ai picchiatori fascisti a carattere extraterritoriale per l'omicidio all'estero di esuli rivoluzionari turchi, Kimyongür deve essere imbavagliato.
Perché Bahar non ha mai smesso di denunciare la guerra sporca contro il popolo kurdo Kimyongür per Ankara dovrebbe essere imbavagliato .
Perché Bahar ha mai smesso di denunciare la collusione tra il governo turco e gli Stati Uniti, la loro piena collaborazione nella nuova guerra imperialista Kimyongür di Ankara deve essere imbavagliato.
Per non parlare del coraggio che Bahar ha dimostrato quando, contro la corrente dei media mainstream, ha continuato a chiarire e diffondere le sue idee progressiste sulla realtà del conflitto in Siria, un conflitto ampiamente strumentalizzato dal governo Erdogan che fornisce sostegno politico, logistico e militare ai combattenti islamici più estremisti.
Cari amici, Sappiamo tutti perché le cose sono accadute. E perché, da domani e nei giorni a venire, dovremo continuare a mobilitarci per Bahar.
Combattendo per la sua libertà, si lotta (in realtà) per le libertà di tutti.
Per il Comitato sulla libertà di espressione e di associazione

Jean Flinker