La repressione non ci fermerà
Solidarietà agli arrestati e ai denunciati
A Firenze nell’ultimo mese, dopo una serie di operazioni di controlli della Digos, per strada, dei militanti, si è scatenata la caccia a chi protesta. Per primi sono stati colpiti 78 studenti dei quali 5 messi agli arresti domiciliari e 17 sottoposti all’obbligo di firma. A questi si sommano altri 9 “rei” di aver impedito alla fascista Santanchè di entrare all’Università.
Altri 10 compagni sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico, in occasione di una manifestazione contro la guerra in Libia.
Per aver risposto alla repressione lunedì mattina sono arrivati altri 16 provvedimenti ad altrettanti compagni, dei quali 1 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 con obbligo di firma.
Questa pioggia di denunce ha lo scopo di intimidire e fermare quelle forze sociali, soprattutto giovanili, che si battono contro la scuola di classe e più in generale contro una società che nega ogni prospettiva di lavoro e di vita. Che lottano contro il capitalismo, il fascismo e i rigurgiti fascisti quali nemici giurati dei comunisti, e più in generale, delle masse proletarie italiane e straniere. È un attacco alla stessa democrazia borghese.
Colpire chi lotta contro il sistema con denunce, perquisizioni, arresti, aggiornando le schedature della polizia è il solito metodo usato dal potere per difendere lo Stato capitalista. È una strategia per dare una risposta alla crisi cercando di isolare e colpire i militanti (lavoratori e operai che rischiano di perdere la propria occupazione) delle varie organizzazioni che operano politicamente sul territorio contro la guerra, lo sfruttamento e per una società di liberi ed uguali.
Politici e mass-media (anche nazionali) si scatenano contro i “violenti” e lanciano l’allarme sulla perdita di democrazia, chiedono la chiusura dei centri sociali. Ma violenza e terrorismo sono gli strumenti di comando e prevaricazione tipici del sistema capitalista e imperialista e di chi lo sostiene. Che sfrutta i lavoratori imponendo contratti capestri, licenziando o uccidendoli in nome del profitto. Che attacca i diritti, reprime la protesta, infonde una cultura razzista che arriva a marchiare gli ambulanti stranieri e respingere i profughi di guerra.
Ai compagni denunciati e arrestati, ai compagni che saranno prossimamente processati a Firenze va tutta la nostra solidarietà militante.
Chiediamo a tutte le forze politiche, sindacali e culturali di pronunciarsi contro questo clima di autoritarismo che si sta imponendo a Firenze e in Toscana.
Continuiamo la lotta e l’impegno per respingere la repressione e per la liberazione di tutti i compagni!
I compagni del Comitato Comunista toscano e di “nuova unità”
Solidarietà agli arrestati e ai denunciati
A Firenze nell’ultimo mese, dopo una serie di operazioni di controlli della Digos, per strada, dei militanti, si è scatenata la caccia a chi protesta. Per primi sono stati colpiti 78 studenti dei quali 5 messi agli arresti domiciliari e 17 sottoposti all’obbligo di firma. A questi si sommano altri 9 “rei” di aver impedito alla fascista Santanchè di entrare all’Università.
Altri 10 compagni sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico, in occasione di una manifestazione contro la guerra in Libia.
Per aver risposto alla repressione lunedì mattina sono arrivati altri 16 provvedimenti ad altrettanti compagni, dei quali 1 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 con obbligo di firma.
Questa pioggia di denunce ha lo scopo di intimidire e fermare quelle forze sociali, soprattutto giovanili, che si battono contro la scuola di classe e più in generale contro una società che nega ogni prospettiva di lavoro e di vita. Che lottano contro il capitalismo, il fascismo e i rigurgiti fascisti quali nemici giurati dei comunisti, e più in generale, delle masse proletarie italiane e straniere. È un attacco alla stessa democrazia borghese.
Colpire chi lotta contro il sistema con denunce, perquisizioni, arresti, aggiornando le schedature della polizia è il solito metodo usato dal potere per difendere lo Stato capitalista. È una strategia per dare una risposta alla crisi cercando di isolare e colpire i militanti (lavoratori e operai che rischiano di perdere la propria occupazione) delle varie organizzazioni che operano politicamente sul territorio contro la guerra, lo sfruttamento e per una società di liberi ed uguali.
Politici e mass-media (anche nazionali) si scatenano contro i “violenti” e lanciano l’allarme sulla perdita di democrazia, chiedono la chiusura dei centri sociali. Ma violenza e terrorismo sono gli strumenti di comando e prevaricazione tipici del sistema capitalista e imperialista e di chi lo sostiene. Che sfrutta i lavoratori imponendo contratti capestri, licenziando o uccidendoli in nome del profitto. Che attacca i diritti, reprime la protesta, infonde una cultura razzista che arriva a marchiare gli ambulanti stranieri e respingere i profughi di guerra.
Ai compagni denunciati e arrestati, ai compagni che saranno prossimamente processati a Firenze va tutta la nostra solidarietà militante.
Chiediamo a tutte le forze politiche, sindacali e culturali di pronunciarsi contro questo clima di autoritarismo che si sta imponendo a Firenze e in Toscana.
Continuiamo la lotta e l’impegno per respingere la repressione e per la liberazione di tutti i compagni!
I compagni del Comitato Comunista toscano e di “nuova unità”
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