Dal 1986 attività culturali e politiche per l'antifascismo e la solidarietà sociale.
Since 1986, culture, social activities and political activism for antifascism and solidarity.
giovedì 30 giugno 2011
lunedì 27 giugno 2011
Non è questa la Firenze che vogliamo - Mobilitazione il 1 luglio 2011!
NON È QUESTA LA FIRENZE CHE VOGLIAMO
Dietro l'apparenza della città vetrina è evidente come Firenze sia sempre più una città chiusa, dove le decisioni sono scelte di pochi e la dialettica, il dissenso ed il conflitto non sono tollerati.
Una città di cui il Sindaco Renzi fa una gestione privatistica, utile alla sua carriera politica, tra una comparsata sulle tv nazionali ed un'intervista a qualche grande quotidiano, dove dispensa appoggi alla Fiat di Marchionne e finte ipotesi di cambiamento. Ma non bastano gli annunci sulle pedonalizzazioni e l'immagine di sindaco più amato dai fiorentini a nascondere le reali condizioni di tutti coloro che abitano la città e che subiscono le conseguenze di queste scelte.
Nuovi milioni di metri cubi di cemento approvati con il piano strutturale e preda delle speculazioni edilizie, vendita dei servizi pubblici locali sempre all'ordine del giorno, l'annuncio della creazione di una holding comunale nonostante il senso inequivocabile dei risultati del referendum, tariffe sempre più alte dei servizi e tagli al personale, aumento degli sfratti ed assenza di una politica di edilizia popolare. Tutto questo in un clima di violento e demagogico attacco a tutti coloro che si oppongono alle politiche della giunta: come i lavoratori ATAF in lotta contro la vendita dell'azienda e quelli del Maggio musicale fiorentino trattati prima da disertori in Giappone e poi derisi nella loro mobilitazione per il contratto; offese ed accuse ai comitati cittadini; gestione dell'ordine pubblico di tipo repressivo e militare, come dimostra l'osceno intervento delle squadrette di vigli urbani nello sgombero dei richiedenti asilo somali alla Fortezza, la distruzione delle loro tende e l'aggressione razzista ai dimostranti, o l'utilizzo spropositato di 200 vigili per uno sfratto al Ponte di mezzo.
Diventa quindi, in questo contesto politico, quasi “normale” quanto successo negli ultimi due mesi contro il movimento fiorentino:
35 misure cautelari, oltre 100 indagati tra studenti, lavoratori, militanti dei centri sociali, in due diverse operazioni della digos della questura di Firenze, in cui qualche denuncia per manifestazione non autorizzata, ed episodi avvenuti nel corso di cortei, diventano grandi piani organizzati che giustificano reati addirittura come l'associazione a delinquere e misure cautelari prese nei confronti di decine di compagni. Operazioni pesantissime e gestite mediaticamente con il chiaro intento di portare nelle aule di tribunale le lotte ed isolare e fermare i movimenti studenteschi e sociali e che sono passate con l'acquiescenza o il silenzio di buona parte della città e dei mezzi di informazione.
No, non è questa la Firenze che desideriamo.
Per questo venerdì 1 luglio saremo in piazza insieme a tanti, comitati cittadini, centri sociali, movimenti per il diritto alla casa, immigrati e sindacati di base, per rappresentare la parte migliore della città, la Firenze che vogliamo realmente; dove i servizi pubblici siano veramente beni comuni e non beni in vendita come l'ATAF o la Mukki; una città dove l'accoglienza per gli immigrati non sia una parola vuota ma pratica quotidiana; una città dove i rapporti sociali siano fondati sulla solidarietà ed il rispetto e non sullo sfruttamento economico; una città dove la speculazione non abbia più spazio, a misura di chi la vive e non solo di qualche turista utile per essere spennato in centro; una città dove non sia negata l'agibilità politica del conflitto a tutti coloro che propongono soluzioni diverse e che non ne vogliono sapere di accodarsi al vincente di turno.
VENERDI' 1 LUGLIO Giornata di mobilitazione cittadina
ore 17.30 Piazza dei Ciompi – manifestazione verso Piazza della Signoria
Partecipiamo dietro lo striscione “FIRENZE CITTA' DELLA REPRESSIONE”
dalle 19.30 Cena in piazza, banchini, informazione, interventi, musica e performance
Per Firenze Bene Comune
No alla vendita del patrimonio pubblico
Contro il clima repressivo in città
TUTTI LIBERI
CPA Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi Fiorentini, Fondo Comunista, Collettivo di Lettere e Filosofia.
Una città di cui il Sindaco Renzi fa una gestione privatistica, utile alla sua carriera politica, tra una comparsata sulle tv nazionali ed un'intervista a qualche grande quotidiano, dove dispensa appoggi alla Fiat di Marchionne e finte ipotesi di cambiamento. Ma non bastano gli annunci sulle pedonalizzazioni e l'immagine di sindaco più amato dai fiorentini a nascondere le reali condizioni di tutti coloro che abitano la città e che subiscono le conseguenze di queste scelte.
Nuovi milioni di metri cubi di cemento approvati con il piano strutturale e preda delle speculazioni edilizie, vendita dei servizi pubblici locali sempre all'ordine del giorno, l'annuncio della creazione di una holding comunale nonostante il senso inequivocabile dei risultati del referendum, tariffe sempre più alte dei servizi e tagli al personale, aumento degli sfratti ed assenza di una politica di edilizia popolare. Tutto questo in un clima di violento e demagogico attacco a tutti coloro che si oppongono alle politiche della giunta: come i lavoratori ATAF in lotta contro la vendita dell'azienda e quelli del Maggio musicale fiorentino trattati prima da disertori in Giappone e poi derisi nella loro mobilitazione per il contratto; offese ed accuse ai comitati cittadini; gestione dell'ordine pubblico di tipo repressivo e militare, come dimostra l'osceno intervento delle squadrette di vigli urbani nello sgombero dei richiedenti asilo somali alla Fortezza, la distruzione delle loro tende e l'aggressione razzista ai dimostranti, o l'utilizzo spropositato di 200 vigili per uno sfratto al Ponte di mezzo.
Diventa quindi, in questo contesto politico, quasi “normale” quanto successo negli ultimi due mesi contro il movimento fiorentino:
35 misure cautelari, oltre 100 indagati tra studenti, lavoratori, militanti dei centri sociali, in due diverse operazioni della digos della questura di Firenze, in cui qualche denuncia per manifestazione non autorizzata, ed episodi avvenuti nel corso di cortei, diventano grandi piani organizzati che giustificano reati addirittura come l'associazione a delinquere e misure cautelari prese nei confronti di decine di compagni. Operazioni pesantissime e gestite mediaticamente con il chiaro intento di portare nelle aule di tribunale le lotte ed isolare e fermare i movimenti studenteschi e sociali e che sono passate con l'acquiescenza o il silenzio di buona parte della città e dei mezzi di informazione.
No, non è questa la Firenze che desideriamo.
Per questo venerdì 1 luglio saremo in piazza insieme a tanti, comitati cittadini, centri sociali, movimenti per il diritto alla casa, immigrati e sindacati di base, per rappresentare la parte migliore della città, la Firenze che vogliamo realmente; dove i servizi pubblici siano veramente beni comuni e non beni in vendita come l'ATAF o la Mukki; una città dove l'accoglienza per gli immigrati non sia una parola vuota ma pratica quotidiana; una città dove i rapporti sociali siano fondati sulla solidarietà ed il rispetto e non sullo sfruttamento economico; una città dove la speculazione non abbia più spazio, a misura di chi la vive e non solo di qualche turista utile per essere spennato in centro; una città dove non sia negata l'agibilità politica del conflitto a tutti coloro che propongono soluzioni diverse e che non ne vogliono sapere di accodarsi al vincente di turno.
VENERDI' 1 LUGLIO Giornata di mobilitazione cittadina
ore 17.30 Piazza dei Ciompi – manifestazione verso Piazza della Signoria
Partecipiamo dietro lo striscione “FIRENZE CITTA' DELLA REPRESSIONE”
dalle 19.30 Cena in piazza, banchini, informazione, interventi, musica e performance
Per Firenze Bene Comune
No alla vendita del patrimonio pubblico
Contro il clima repressivo in città
TUTTI LIBERI
CPA Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi Fiorentini, Fondo Comunista, Collettivo di Lettere e Filosofia.
sabato 25 giugno 2011
Svégliati, San Giovanni! - Wake up, St. John!
FIRENZE CITTA' APERTA?
NO! CITTA' DELLA REPRESSIONE.
TUTTI LIBERI!
FLORENCE AN OPEN TOWN?
NO! A TOWN FOR REPRESSION.
EVERYBODY OUT!
NO! CITTA' DELLA REPRESSIONE.
TUTTI LIBERI!
FLORENCE AN OPEN TOWN?
NO! A TOWN FOR REPRESSION.
EVERYBODY OUT!
venerdì 24 giugno 2011
Dieci anni dal G8 di Genova: le nostre idee non moriranno mai
giovedì 23 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato dei lavoratori GKN
La mattina di lunedì 13 giugno a Firenze è stata compiuta un'operazione repressiva nei confronti di 16 compagni: uno arrestato, 7 ai domiciliari, 9 con l'obbligo di firma. Come lavoratori della GKN di Campi Bisenzio esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni e sottolineamo che, sempre più spesso, ai provvedimenti intimidatori e disciplinari nei confronti dei lavoratori che compiono attività politica e sindacale nei vari luoghi di lavoro, corrisponde un'attività repressiva rispetto alle realtà sociali, politiche e studentesche che esprimono partecipazione e lotta. In un momento dove da più parti ci si entusiasma per il ritrovato protagonismo dell' opinione pubblica con riferimento alle recenti elezioni amministrative e al referendum, diventa importante vigilare sul restringimento degli spazi di democrazia dal basso, nei luoghi di lavoro così come nella società.
Solidarietà a tutti i compagni vittime di repressione.
Gruppo Lavoratori GKN
Solidarietà a tutti i compagni vittime di repressione.
Gruppo Lavoratori GKN
mercoledì 22 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato del CSA Vittoria (MI)
Solidarietà e lotta di classe
Alcune riflessioni sulle repressione in Val di Susa e in Toscana
Provocazione e arresti sono nella logica quotidiana del potere per contrastare le lotte sociali che si esprimono nelle piazze, nelle valli, nei luoghi di lavoro e nelle scuole/università, l'origine di questa nuova ondata repressiva probabilmente sta nella preoccupazione che la crisi politica ed economica possa essere il collante di tante lotte che continuano senza sosta a crescere e a coordinarsi.
Gli arresti e i provvedimenti restrittivi che a partire dalla Toscana si sono poi diramati per tutta l'italia, mirano a colpire quei compagni che hanno contribuito alla costruzione del movimento di studenti e precari che hanno partecipato alla lotta per una formazione critica dell’esistente, contro la precarietà, contro le controriforme della scuola e delle università che miravano all’annientamento del diritto allo studio. Un attacco che cerca di prevenire per la prossima stagione una nuova ondata di lotte che investirà nuovamente, nelle forme che sarà in grado di produrre, scuole e università storicamente fondamentali per cicli di lotte importanti.
Anche quanto sta accadendo di cosi violento contro il movimento No tav ha, tra le altre, questa caratteristica e questa assume una valenza più immediata vista gli ultimatum bipartizan contro chi lotta contro l’occupazione della val di susa e contro un'opera basata su speculazione e scempio del territorio. Una scadenza imminente che tutte le forze politiche del panorama istituzionale vorrebbero come definitiva e che preparano con l’appoggio totale alla repressione (se è il caso anche con l’esercito) e l’annullamento della volontà della popolazione della valle con ogni mezzo di criminalizzazione mediatica.
La repressione è lo strumento principale del potere e la scientifica ferocia di questi attacchi repressivi con denunce a pioggia e nel contempo mirati, danno il senso dell’incapacità dell’attuale compagine governativa che si manifesta ogni giorno nell’impossibilità, strutturale, di trovare soluzione alla crisi economica e politica. Ma anche le attuali opposizioni parlamentari manifestano la volontà di candidarsi per il prossimo mandato alla guida di uno stato di polizia sempre più pronto a manifestarsi con tutta la propria forza contro chi lotta e chi vorrebbe costruire una società altra. Non dimentichiamo che, nel contesto repressivo, i luoghi di lavoro sono stati anch’essi colpiti ferocemente con manganelli e assedi mediatici. Dalle cooperative (logistica nel milanese) alle fabbriche (es: Pomigliano) si azzerano diritti e si riducono salari indiscriminatamente e se si vuole scioperare la risposta spesso sono le cariche della polizia.
In tutto ciò continuare a lottare, collettivizzare le esperienze e generalizzare la solidarietà è fondamentale per provare ad inceppare giorno dopo giorno la macchina globale dello sfruttamento capitalista.
Perché la lotta paga come per la fincantieri, come in questi anni in Val di susa, come in alcune cooperative del'area metropolitana milanese.
E la lotta è lo strumento principe per costruire e riparametrare giorno per giorno coscienza e prospettiva di classe.
Contro la repressione non un passo indietro!
Solidarietà ai compagni e alle compagne
I compagni e le compagne del csa vittoria di Milano
Alcune riflessioni sulle repressione in Val di Susa e in Toscana
Provocazione e arresti sono nella logica quotidiana del potere per contrastare le lotte sociali che si esprimono nelle piazze, nelle valli, nei luoghi di lavoro e nelle scuole/università, l'origine di questa nuova ondata repressiva probabilmente sta nella preoccupazione che la crisi politica ed economica possa essere il collante di tante lotte che continuano senza sosta a crescere e a coordinarsi.
Gli arresti e i provvedimenti restrittivi che a partire dalla Toscana si sono poi diramati per tutta l'italia, mirano a colpire quei compagni che hanno contribuito alla costruzione del movimento di studenti e precari che hanno partecipato alla lotta per una formazione critica dell’esistente, contro la precarietà, contro le controriforme della scuola e delle università che miravano all’annientamento del diritto allo studio. Un attacco che cerca di prevenire per la prossima stagione una nuova ondata di lotte che investirà nuovamente, nelle forme che sarà in grado di produrre, scuole e università storicamente fondamentali per cicli di lotte importanti.
Anche quanto sta accadendo di cosi violento contro il movimento No tav ha, tra le altre, questa caratteristica e questa assume una valenza più immediata vista gli ultimatum bipartizan contro chi lotta contro l’occupazione della val di susa e contro un'opera basata su speculazione e scempio del territorio. Una scadenza imminente che tutte le forze politiche del panorama istituzionale vorrebbero come definitiva e che preparano con l’appoggio totale alla repressione (se è il caso anche con l’esercito) e l’annullamento della volontà della popolazione della valle con ogni mezzo di criminalizzazione mediatica.
La repressione è lo strumento principale del potere e la scientifica ferocia di questi attacchi repressivi con denunce a pioggia e nel contempo mirati, danno il senso dell’incapacità dell’attuale compagine governativa che si manifesta ogni giorno nell’impossibilità, strutturale, di trovare soluzione alla crisi economica e politica. Ma anche le attuali opposizioni parlamentari manifestano la volontà di candidarsi per il prossimo mandato alla guida di uno stato di polizia sempre più pronto a manifestarsi con tutta la propria forza contro chi lotta e chi vorrebbe costruire una società altra. Non dimentichiamo che, nel contesto repressivo, i luoghi di lavoro sono stati anch’essi colpiti ferocemente con manganelli e assedi mediatici. Dalle cooperative (logistica nel milanese) alle fabbriche (es: Pomigliano) si azzerano diritti e si riducono salari indiscriminatamente e se si vuole scioperare la risposta spesso sono le cariche della polizia.
In tutto ciò continuare a lottare, collettivizzare le esperienze e generalizzare la solidarietà è fondamentale per provare ad inceppare giorno dopo giorno la macchina globale dello sfruttamento capitalista.
Perché la lotta paga come per la fincantieri, come in questi anni in Val di susa, come in alcune cooperative del'area metropolitana milanese.
E la lotta è lo strumento principe per costruire e riparametrare giorno per giorno coscienza e prospettiva di classe.
Contro la repressione non un passo indietro!
Solidarietà ai compagni e alle compagne
I compagni e le compagne del csa vittoria di Milano
martedì 21 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato di EHL Italia
Solidarietà alle e ai compagni arrestati a Firenze e Milano
Lo scorso 13 giugno, la polizia italiana ha eseguito un'operazione a Firenze e Milano, il cui risultato sono una carcerazione, 6 arresti domiciliari, e 9 obblighi di firma, per motivazioni riconducibili alla solidarietà espressa per l'ondata di arresti avvenuta il 4 maggio scorso: le nuove misure cautelari rappresentano l'allargamento della stessa inchiesta per associazione a delinquere, che a oggi vede indagati circa 100 compagni.
Non ci occorre nemmeno sapere quale siano formalmente le accuse pretestuose mosse contro i compagni arrestati: risulta chiaro e lampante che si tratta dell'ennesimo tentativo di sancire che non ci devono più essere spazi possibili per alcuna forma di dissenso.
Ci sentiamo doppiamente colpiti: perchè, come molti altri, siamo i bersagli di queste operazioni repressive che lo stato italiano inscena per convincerci che l'unica alternativa al silenzio è la galera; e inoltre perchè alcuni fra i compagni arrestati condividono con noi il percorso di solidarietà col Paese Basco e con la rete Euskal Herriaren Lagunak.
Questi arresti sono un attacco diretto alla pratica della solidarietà: ebbene, non ci lasceremo zittire; la solidarietà è la nostra arma, e la useremo fino in fondo contro il regime totalitario che oggi pretende di prosperare su questa repressione.
Solidarietà alle e ai compagni arrestati !
Tutti liberi ! Tutte libere !
17 giugno 2011
Rete Euskal Herriaren Lagunak
(Amici e Amiche del Paese Basco) - Italia
Lo scorso 13 giugno, la polizia italiana ha eseguito un'operazione a Firenze e Milano, il cui risultato sono una carcerazione, 6 arresti domiciliari, e 9 obblighi di firma, per motivazioni riconducibili alla solidarietà espressa per l'ondata di arresti avvenuta il 4 maggio scorso: le nuove misure cautelari rappresentano l'allargamento della stessa inchiesta per associazione a delinquere, che a oggi vede indagati circa 100 compagni.
Non ci occorre nemmeno sapere quale siano formalmente le accuse pretestuose mosse contro i compagni arrestati: risulta chiaro e lampante che si tratta dell'ennesimo tentativo di sancire che non ci devono più essere spazi possibili per alcuna forma di dissenso.
Ci sentiamo doppiamente colpiti: perchè, come molti altri, siamo i bersagli di queste operazioni repressive che lo stato italiano inscena per convincerci che l'unica alternativa al silenzio è la galera; e inoltre perchè alcuni fra i compagni arrestati condividono con noi il percorso di solidarietà col Paese Basco e con la rete Euskal Herriaren Lagunak.
Questi arresti sono un attacco diretto alla pratica della solidarietà: ebbene, non ci lasceremo zittire; la solidarietà è la nostra arma, e la useremo fino in fondo contro il regime totalitario che oggi pretende di prosperare su questa repressione.
Solidarietà alle e ai compagni arrestati !
Tutti liberi ! Tutte libere !
17 giugno 2011
Rete Euskal Herriaren Lagunak
(Amici e Amiche del Paese Basco) - Italia
lunedì 20 giugno 2011
Solidarietà al centro sociale Askatasuna - No TAV in val di Susa!
Come Centro Popolare Autogestito Firenze Sud esprimiamo la nostra solidarietà al Centro Sociale Askatasuna e a tutti coloro che stanno lottando contro il progetto TAV in Val di Susa, colpiti dagli attachi repressivi degli ultimi giorni. Siamo convinti che avvisi di garanzia e perquisizioni non riusciranno ad intaccare la vostra lotta e la vostra resistenza, così come inchieste e misure cautelari non faranno fare un passo indietro a coloro che nella nostra città sono privati della loro libertà.
Come Centro Popolare Autogestito saremo mercoledì 22 giugno in presidio dalle 17.30 davanti alla Prefettura insieme al Comitato NOTAV di Firenze per manifestare la nostra solidarietà.
Solidarietà e lotta
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud
Come Centro Popolare Autogestito saremo mercoledì 22 giugno in presidio dalle 17.30 davanti alla Prefettura insieme al Comitato NOTAV di Firenze per manifestare la nostra solidarietà.
Solidarietà e lotta
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato del Collettivo Anarchico Libertario (LI)
SOLIDARIETÀ!
Nello stesso giorno in cui i partiti di opposizione festeggiavano il ritorno ad una “giustizia uguale per tutti” grazie all'esito del referendum, la giustizia e lo stato hanno mostrato il loro vero volto. Lunedì 13 giugno 7 persone sono state arrestate, 6 ai domiciliari e 1 in carcere a San Vittore a Milano, ad altre 9 è stato imposto l'obbligo di firma. Questo è un altro tassello che va ad aggiungersi all'operazione repressiva nei confronti del movimento fiorentino iniziata il 4 maggio scorso.
Lo scorso mese infatti con 22 perquisizioni, 17 obblighi di firma, 5 arresti domiciliari e 78 indagati, si apriva a Firenze una nuova pagina della guerra dichiarata dal governo ad ogni forma di dissenso. Negli ultimi mesi in tutta italia si sono susseguite azioni repressive, a Bologna, a Padova, a Firenze, a Torino e proprio in questi giorni in Val di Susa contro il movimento NO TAV.
Quello di Firenze è forse l'esempio più evidente del senso complessivo di queste ultime operazioni poliziesche. Nel capoluogo toscano infatti si sono voluti colpire compagni e compagne, studenti, lavoratori, si è voluto colpire, con una montatura da 90 indagati, chi negli ultimi due anni si è attivato nel movimento contro la “riforma Gelmini”, nelle mobilitazioni antifasciste e nella lotta antirazzista.
Attorno ai reati contestati (tra cui istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale, deturpamento e imbrattamento, manifestazione non autorizzata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio), la questura, il PM ed il GIP hanno voluto costruire un'associazione a delinquere. Un vero e proprio tentativo di stroncare la Firenze che lotta, di attaccare ogni forma di dissenso, di colpire le realtà più attive per ostacolare nuove mobilitazioni e prevenire ogni forma di ribellione.
In un contesto come quello attuale, in cui la violenza dello stato e lo sfruttamento si fanno sempre più pesanti, in cui partiti ed istituzioni perdono sempre più consenso, in cui si vanno sviluppando e radicando nel paese numerose situazioni di lotta, cresce nel governo, nei partiti d'opposizione e nei padroni, la paura di una vera estensione e radicalizzazione delle lotte. Nell'ultimo mese questa paura si è espressa nelle operazioni poliziesche in diverse città e nella richiesta di intervento dell'esercito, prima contro gli operai dei cantieri navali, poi contro il movimento popolare NO TAV in Val di Susa. Parallelamente si è tentato di catalizzare in senso elettorale il malcontento diffuso, sfruttando le elezioni amministrative ed il referendum. E' questo il senso dell'operazione repressiva a Firenze. E' necessario adesso estendere la solidarietà e ripartire dalle lotte. Come Collettivo Anarchico Libertario di Livorno siamo solidali e vicini a tutte le compagne ed i compagni arrestati.
LIBERTA' PER TUTTE E PER TUTTI!
Collettivo Anarchico Libertario – Livorno
Nello stesso giorno in cui i partiti di opposizione festeggiavano il ritorno ad una “giustizia uguale per tutti” grazie all'esito del referendum, la giustizia e lo stato hanno mostrato il loro vero volto. Lunedì 13 giugno 7 persone sono state arrestate, 6 ai domiciliari e 1 in carcere a San Vittore a Milano, ad altre 9 è stato imposto l'obbligo di firma. Questo è un altro tassello che va ad aggiungersi all'operazione repressiva nei confronti del movimento fiorentino iniziata il 4 maggio scorso.
Lo scorso mese infatti con 22 perquisizioni, 17 obblighi di firma, 5 arresti domiciliari e 78 indagati, si apriva a Firenze una nuova pagina della guerra dichiarata dal governo ad ogni forma di dissenso. Negli ultimi mesi in tutta italia si sono susseguite azioni repressive, a Bologna, a Padova, a Firenze, a Torino e proprio in questi giorni in Val di Susa contro il movimento NO TAV.
Quello di Firenze è forse l'esempio più evidente del senso complessivo di queste ultime operazioni poliziesche. Nel capoluogo toscano infatti si sono voluti colpire compagni e compagne, studenti, lavoratori, si è voluto colpire, con una montatura da 90 indagati, chi negli ultimi due anni si è attivato nel movimento contro la “riforma Gelmini”, nelle mobilitazioni antifasciste e nella lotta antirazzista.
Attorno ai reati contestati (tra cui istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale, deturpamento e imbrattamento, manifestazione non autorizzata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio), la questura, il PM ed il GIP hanno voluto costruire un'associazione a delinquere. Un vero e proprio tentativo di stroncare la Firenze che lotta, di attaccare ogni forma di dissenso, di colpire le realtà più attive per ostacolare nuove mobilitazioni e prevenire ogni forma di ribellione.
In un contesto come quello attuale, in cui la violenza dello stato e lo sfruttamento si fanno sempre più pesanti, in cui partiti ed istituzioni perdono sempre più consenso, in cui si vanno sviluppando e radicando nel paese numerose situazioni di lotta, cresce nel governo, nei partiti d'opposizione e nei padroni, la paura di una vera estensione e radicalizzazione delle lotte. Nell'ultimo mese questa paura si è espressa nelle operazioni poliziesche in diverse città e nella richiesta di intervento dell'esercito, prima contro gli operai dei cantieri navali, poi contro il movimento popolare NO TAV in Val di Susa. Parallelamente si è tentato di catalizzare in senso elettorale il malcontento diffuso, sfruttando le elezioni amministrative ed il referendum. E' questo il senso dell'operazione repressiva a Firenze. E' necessario adesso estendere la solidarietà e ripartire dalle lotte. Come Collettivo Anarchico Libertario di Livorno siamo solidali e vicini a tutte le compagne ed i compagni arrestati.
LIBERTA' PER TUTTE E PER TUTTI!
Collettivo Anarchico Libertario – Livorno
L'omaggio del CPAFiSud ai caduti di Pian d'Albero
"...Io non sono un oratore, e vi dico solamente facciamo un minuto di raccoglimento per i compagni di Pian d'Albero, che i tedeschi in parte uccisero, ma soprattutto che in parte impiccarono dopo, per terrorizzare gli altri.
Oggi, invece, si arrestano i compagni, apposta perché perché quelli della seconda fila prendano paura e smettano di lottare..."
Marcello, partigiano della Brigata Sinigaglia, divisione Arno.
Marcello, partigiano della Brigata Sinigaglia, divisione Arno.
22 giugno 2011: serata per Corto Circuito
domenica 19 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato dei CARC (Toscana)
15.06.11
Dalla segreteria federale toscana
Opponiamoci alla persecuzione del movimento studentesco e antagonista fiorentino da parte di Questura e polizia politica di Firenze.
Solidarietà e sostegno ai 16 compagni dei collettivi studenteschi, del CPA e di Villa Panico vittime della persecuzione poliziesca messa in atto dal Questore di Firenze: la loro “colpa” è stata quella di essere diventati un punto di riferimento nelle mobilitazioni degli ultimi anni.
Il 13 giugno la polizia politica (DIGOS) ha fatto irruzione nelle abitazioni di 16 persone accusate di aver preso parte alla mobilitazione in solidarietà con gli studenti arrestati a decine nel mese di maggio. Il risultato di questa operazione repressiva è stato di un ragazzo rinchiuso nel carcere di San Vittore, 6 agli arresti domiciliari e 9 con l’obbligo di firma. Quindi ad oggi (con le operazioni repressive di maggio e giugno) a Firenze ci sono più di 90 denunciati e indagati tra gli studenti universitari, medi e i compagni del CPA e di Villa Panico.
Questa imponente operazione repressiva è un grave attacco alla libertà di espressione e di manifestazione, è un attacco intollerabile a chi lotta con passione e determinazione per difendere una scuola pubblica decente, a chi lotta contro la guerra e le aggressioni imperialiste verso i popoli oppressi o contro la riabilitazione del fascismo nel nostro Paese.
Questa è la stessa repressione che ha colpito con arroganza i richiedenti asilo di origine somala, eritrea ed etiope, sgomberati con la forza mentre chiedevano pacificamente quello che era un loro diritto. Questo è il volto della città di Firenze retta dal sindaco antidemocratico Matteo Renzi! Gli studenti e le realtà di lotta fiorentine sono state colpite così duramente perché hanno fatto diventare un problema di ordine pubblico la protesta contro la Riforma Gelmini e l’attacco al diritto allo studio. La loro protesta ha colpito nel segno e ha messo in difficoltà un sistema che non è più in grado di dare risposte alle esigenze di lavoratori, studenti, precari e pensionati. Questa classe dirigente marcia e allo sbando non riesce a dare risposte diverse dalla repressione, il carcere e le manganellate.
Sosteniamo la giusta lotta dei collettivi studenteschi e di spazi sociali come il CPA e Villa Panico!!! I compagni che lottano per un mondo migliore devono essere un orgoglio per una città come Firenze, medaglia d’oro alla Resistenza!!!
Anche di fronte alla repressione bisogna essere all’attacco, con la convinzione di chi rappresenta il futuro, di chi rappresenta le aspirazioni migliori delle masse popolari italiane: cioè di chi lotta per un lavoro, un’assistenza sanitaria pubblica di buon livello, un’istruzione pubblica e accessibile a tutti, una pensione dignitosa, di chi vuole un mondo senza guerre e senza devastazione ambientale.
L’esperienza ci insegna che è possibile rovesciare la repressione contro chi l’ha orchestrata. Nell’ottobre del 2009 a Pistoia il Questore Maurizio Manzo creò una montatura per colpire quelle realtà (P-Carc, Movimento Antagonista Livornese, Anarchici pistoiesi e Brisop) che erano determinate a costituire un coordinamento contro le ronde razziste di Maroni. Questo procedimento portò allora all’arresto di 7 compagni, ma la battaglia determinata che si è sviluppata per la loro assoluzione ha inferto un duro colpo agli elementi reazionari e fascisti che hanno collaborato a sostenere la montatura del Questore Manzo. Il PM Luigi Boccia, accusatore dei compagni, ha dovuto abbandonare il caso perdendo ogni credibilità di fronte al Tribunale. Il fascista Massimo Dessì, che per accusare i compagni ha fatto una falsa testimonianza, è stato costretto a ritirarsi in Ungheria dal momento che a Pistoia ormai aveva terra bruciata intorno. Anche per gli altri due testimoni (Marco Lucarelli e Michele Romondia), fascisti di Casa Pound come il Dessì, le cose non sono andate bene: hanno dovuto chiudere la pizzeria in cui lavoravano a causa delle cattiva pubblicità che si sono fatti. La montatura di Manzo, colpito da infarto il mese scorso, si è rivoltata contro il Questore: forse credeva di poter fare a Pistoia lo stesso (e di più) di quello che ha fatto a Lucca, dove i nazisti dei Bulldog (tifoseria della Lucchese) e il loro capo Andrea Palmeri hanno svolto la loro azione criminale liberamente sotto il suo sguardo benevolo.
Allo stesso modo la mobilitazione che si è sviluppata in seguito all’arresto (nel luglio 2009) di un compagno del P-Carc e uno dell’ASP dopo la ronda popolare antifascista e antirazzista a Marina di Massa, ha portato all’allontanamento dal proprio incarico dell’Ispettore DIGOS Angelo Valentini, ormai smascherato come elemento provocatore e antidemocratico.
Gli insegnamenti che traiamo da queste esperienze concrete sono utili per tutti quelli che oggi si trovano a fronteggiare la repressione. Affrontiamo insieme questa battaglia e passiamo dalla difensiva all’attacco, trasformando la lotta contro la repressione in lotta per un governo di emergenza popolare: solo così potremo contrastare in modo efficace e duraturo la deriva reazionaria che sta imperversando a Firenze e in altre città d’Italia. Sfruttiamo il vento nuovo che sta soffiando nel nostro Paese (soprattutto in seguito ai risultati elettorali di Napoli e Milano e ai risultati del referendum) e che sta alimentando la fiducia nella masse popolari.
Vincere è possibile, è possibile trasformare la repressione in un’ulteriore spinta alla mobilitazione!!!
Alimentiamo con la nostra lotta l’ingovernabilità per chi è emanazione degli interessi della corte pontificia e dei padroni!
I Consiglieri e i soggetti istituzionali, che si rifanno ai valori di democrazia e di civiltà strappati ai padroni con la Resistenza antifascista devono portare nelle sedi istituzionali questa battaglia e sfruttare la propria posizione di eletti per difendere il diritto al dissenso, a manifestare.
Uniamo la mobilitazione contro gli arresti di questi ultimi due mesi a Firenze con quella contro la montatura del Questore manzo a Pistoia (il 9 luglio comincerà il processo contro i compagni che hanno portato la loro solidarietà davanti al carcere Santa Caterina di Pistoia: con l’accusa di presidio non autorizzato), con quella che colpisce da anni la carovana del nuovo PCI. Partecipiamo alla prossima udienza che si terrà al Tribunale di Bologna il 13 luglio!!! Firmiamo gli appelli “NO alla persecuzione dei comunisti” e “vigilanza democratica” che si possono trovare sul sito www.carc.it
Firmiamo l’appello per la libertà di dissenso che si trova sul sito del CPA!!!
Solidarietà e sostegno a Nuri Ahusain, ricercatore Libico presso l’università di scienze politiche a Pisa arrestato insieme ad altri 2 studenti Libici dalla Digos di Perugia per aver sostenuto l’illegittimità del governo ribelle di Bengasi e aver manifestato il suo sostegno a Gheddafi: questo è ciò che si chiama “reato di opinione”, usato ampiamente durante il fascismo!!!
Dalla segreteria federale toscana
Opponiamoci alla persecuzione del movimento studentesco e antagonista fiorentino da parte di Questura e polizia politica di Firenze.
Solidarietà e sostegno ai 16 compagni dei collettivi studenteschi, del CPA e di Villa Panico vittime della persecuzione poliziesca messa in atto dal Questore di Firenze: la loro “colpa” è stata quella di essere diventati un punto di riferimento nelle mobilitazioni degli ultimi anni.
Il 13 giugno la polizia politica (DIGOS) ha fatto irruzione nelle abitazioni di 16 persone accusate di aver preso parte alla mobilitazione in solidarietà con gli studenti arrestati a decine nel mese di maggio. Il risultato di questa operazione repressiva è stato di un ragazzo rinchiuso nel carcere di San Vittore, 6 agli arresti domiciliari e 9 con l’obbligo di firma. Quindi ad oggi (con le operazioni repressive di maggio e giugno) a Firenze ci sono più di 90 denunciati e indagati tra gli studenti universitari, medi e i compagni del CPA e di Villa Panico.
Questa imponente operazione repressiva è un grave attacco alla libertà di espressione e di manifestazione, è un attacco intollerabile a chi lotta con passione e determinazione per difendere una scuola pubblica decente, a chi lotta contro la guerra e le aggressioni imperialiste verso i popoli oppressi o contro la riabilitazione del fascismo nel nostro Paese.
Questa è la stessa repressione che ha colpito con arroganza i richiedenti asilo di origine somala, eritrea ed etiope, sgomberati con la forza mentre chiedevano pacificamente quello che era un loro diritto. Questo è il volto della città di Firenze retta dal sindaco antidemocratico Matteo Renzi! Gli studenti e le realtà di lotta fiorentine sono state colpite così duramente perché hanno fatto diventare un problema di ordine pubblico la protesta contro la Riforma Gelmini e l’attacco al diritto allo studio. La loro protesta ha colpito nel segno e ha messo in difficoltà un sistema che non è più in grado di dare risposte alle esigenze di lavoratori, studenti, precari e pensionati. Questa classe dirigente marcia e allo sbando non riesce a dare risposte diverse dalla repressione, il carcere e le manganellate.
Sosteniamo la giusta lotta dei collettivi studenteschi e di spazi sociali come il CPA e Villa Panico!!! I compagni che lottano per un mondo migliore devono essere un orgoglio per una città come Firenze, medaglia d’oro alla Resistenza!!!
Anche di fronte alla repressione bisogna essere all’attacco, con la convinzione di chi rappresenta il futuro, di chi rappresenta le aspirazioni migliori delle masse popolari italiane: cioè di chi lotta per un lavoro, un’assistenza sanitaria pubblica di buon livello, un’istruzione pubblica e accessibile a tutti, una pensione dignitosa, di chi vuole un mondo senza guerre e senza devastazione ambientale.
L’esperienza ci insegna che è possibile rovesciare la repressione contro chi l’ha orchestrata. Nell’ottobre del 2009 a Pistoia il Questore Maurizio Manzo creò una montatura per colpire quelle realtà (P-Carc, Movimento Antagonista Livornese, Anarchici pistoiesi e Brisop) che erano determinate a costituire un coordinamento contro le ronde razziste di Maroni. Questo procedimento portò allora all’arresto di 7 compagni, ma la battaglia determinata che si è sviluppata per la loro assoluzione ha inferto un duro colpo agli elementi reazionari e fascisti che hanno collaborato a sostenere la montatura del Questore Manzo. Il PM Luigi Boccia, accusatore dei compagni, ha dovuto abbandonare il caso perdendo ogni credibilità di fronte al Tribunale. Il fascista Massimo Dessì, che per accusare i compagni ha fatto una falsa testimonianza, è stato costretto a ritirarsi in Ungheria dal momento che a Pistoia ormai aveva terra bruciata intorno. Anche per gli altri due testimoni (Marco Lucarelli e Michele Romondia), fascisti di Casa Pound come il Dessì, le cose non sono andate bene: hanno dovuto chiudere la pizzeria in cui lavoravano a causa delle cattiva pubblicità che si sono fatti. La montatura di Manzo, colpito da infarto il mese scorso, si è rivoltata contro il Questore: forse credeva di poter fare a Pistoia lo stesso (e di più) di quello che ha fatto a Lucca, dove i nazisti dei Bulldog (tifoseria della Lucchese) e il loro capo Andrea Palmeri hanno svolto la loro azione criminale liberamente sotto il suo sguardo benevolo.
Allo stesso modo la mobilitazione che si è sviluppata in seguito all’arresto (nel luglio 2009) di un compagno del P-Carc e uno dell’ASP dopo la ronda popolare antifascista e antirazzista a Marina di Massa, ha portato all’allontanamento dal proprio incarico dell’Ispettore DIGOS Angelo Valentini, ormai smascherato come elemento provocatore e antidemocratico.
Gli insegnamenti che traiamo da queste esperienze concrete sono utili per tutti quelli che oggi si trovano a fronteggiare la repressione. Affrontiamo insieme questa battaglia e passiamo dalla difensiva all’attacco, trasformando la lotta contro la repressione in lotta per un governo di emergenza popolare: solo così potremo contrastare in modo efficace e duraturo la deriva reazionaria che sta imperversando a Firenze e in altre città d’Italia. Sfruttiamo il vento nuovo che sta soffiando nel nostro Paese (soprattutto in seguito ai risultati elettorali di Napoli e Milano e ai risultati del referendum) e che sta alimentando la fiducia nella masse popolari.
Vincere è possibile, è possibile trasformare la repressione in un’ulteriore spinta alla mobilitazione!!!
Alimentiamo con la nostra lotta l’ingovernabilità per chi è emanazione degli interessi della corte pontificia e dei padroni!
I Consiglieri e i soggetti istituzionali, che si rifanno ai valori di democrazia e di civiltà strappati ai padroni con la Resistenza antifascista devono portare nelle sedi istituzionali questa battaglia e sfruttare la propria posizione di eletti per difendere il diritto al dissenso, a manifestare.
Uniamo la mobilitazione contro gli arresti di questi ultimi due mesi a Firenze con quella contro la montatura del Questore manzo a Pistoia (il 9 luglio comincerà il processo contro i compagni che hanno portato la loro solidarietà davanti al carcere Santa Caterina di Pistoia: con l’accusa di presidio non autorizzato), con quella che colpisce da anni la carovana del nuovo PCI. Partecipiamo alla prossima udienza che si terrà al Tribunale di Bologna il 13 luglio!!! Firmiamo gli appelli “NO alla persecuzione dei comunisti” e “vigilanza democratica” che si possono trovare sul sito www.carc.it
Firmiamo l’appello per la libertà di dissenso che si trova sul sito del CPA!!!
Solidarietà e sostegno a Nuri Ahusain, ricercatore Libico presso l’università di scienze politiche a Pisa arrestato insieme ad altri 2 studenti Libici dalla Digos di Perugia per aver sostenuto l’illegittimità del governo ribelle di Bengasi e aver manifestato il suo sostegno a Gheddafi: questo è ciò che si chiama “reato di opinione”, usato ampiamente durante il fascismo!!!
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato di PerUnAltraCittà
Ancora arresti fra gli studenti, Fermare la spirale repressiva.
Dopo i provvedimenti del 4 maggio, ieri mattina altri arresti e altri dispositivi cautelari nei confronti di esponenti dei collettivi universitari e dell'area antagonista. Abbiamo già denunciato il tentativo di criminalizzare un'intera area di opposizione sociale, operazione che riteniamo grave e pericolosa. Con la seconda fase dell'operazione non possiamo che confermare queste analisi, anche in relazione alla sproporzione fra misure adottate e ipotesi di reato contestate. L'intera operazione è chiaramente volta all'isolamento di intere aree di dissenso e di azione politica: attualmente a Firenze sono 35 i ragazzi soggetti a misure restrittive, e un'altra sessantina di peersone sono indagate a vario titolo. Un bilancio pesantissimo, che in nessun modo trova riscontro nella realtà di quanto accaduto negli ultimi dua anni. Nell'esprimere solidarietà a quanti sono interessati dai provvedimenti, riteniamo necessario fermare questa inaccettabile spirale repressiva.
Dopo i provvedimenti del 4 maggio, ieri mattina altri arresti e altri dispositivi cautelari nei confronti di esponenti dei collettivi universitari e dell'area antagonista. Abbiamo già denunciato il tentativo di criminalizzare un'intera area di opposizione sociale, operazione che riteniamo grave e pericolosa. Con la seconda fase dell'operazione non possiamo che confermare queste analisi, anche in relazione alla sproporzione fra misure adottate e ipotesi di reato contestate. L'intera operazione è chiaramente volta all'isolamento di intere aree di dissenso e di azione politica: attualmente a Firenze sono 35 i ragazzi soggetti a misure restrittive, e un'altra sessantina di peersone sono indagate a vario titolo. Un bilancio pesantissimo, che in nessun modo trova riscontro nella realtà di quanto accaduto negli ultimi dua anni. Nell'esprimere solidarietà a quanti sono interessati dai provvedimenti, riteniamo necessario fermare questa inaccettabile spirale repressiva.
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato del PCL (Toscana)
Comunicato stampa - Piena libertà per i compagni colpiti dalla repressione
Ieri mattina [il 13 giugno 2011] Firenze è stata nuovamente teatro di una azione repressiva nei confronti di compagni e compagni protagonisti delle lotte politiche e sociali che si sono svolte in città negli ultimi mesi.
Questa volta sono stati colpiti una decina di compagni del Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud, una delle realtà di lotta più importanti della Toscana, colpendo i militanti del CPA si è voluto colpire l'intero movimento toscano.
Dopo aver colpito nel mese di maggio 22 compagni dei collettivi studenteschi con l'azione repressiva di oggi si è voluto alzare il tiro e colpire un luogo simbolo dell'opposizione sociale cittadina.
Sette compagni, tra i più stimati e conosciuti, sono stati arrestati ed almeno una decina hanno subito la perquisizione domiciliare.
L'azione di oggi è un tentativo di mettere un freno al movimento che in città si è sviluppato negli ultimi mesi e che ha portato in piazza migliaia di persone, sopratutto giovani, per contrastare le politiche antipopolari ed antioperaie del governo Berlusconi e che qui a Firenze trovano una facile sponda con il sindaco Matteo Renzi e la complicità dei vertici del centrosinistra.
Il Partito Comunista dei Lavoratori della Toscana esprime la propria solidarietà a tutti i compagni vittime della repressione e chiede l'immediata liberazione dei compagni arrestati. Crediamo anche che sia necessaria una grande mobilitazione per denunciare il grave clima di repressione che stiamo vivendo in città.
Partito Comunista dei Lavoratori - Toscana
Ieri mattina [il 13 giugno 2011] Firenze è stata nuovamente teatro di una azione repressiva nei confronti di compagni e compagni protagonisti delle lotte politiche e sociali che si sono svolte in città negli ultimi mesi.
Questa volta sono stati colpiti una decina di compagni del Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud, una delle realtà di lotta più importanti della Toscana, colpendo i militanti del CPA si è voluto colpire l'intero movimento toscano.
Dopo aver colpito nel mese di maggio 22 compagni dei collettivi studenteschi con l'azione repressiva di oggi si è voluto alzare il tiro e colpire un luogo simbolo dell'opposizione sociale cittadina.
Sette compagni, tra i più stimati e conosciuti, sono stati arrestati ed almeno una decina hanno subito la perquisizione domiciliare.
L'azione di oggi è un tentativo di mettere un freno al movimento che in città si è sviluppato negli ultimi mesi e che ha portato in piazza migliaia di persone, sopratutto giovani, per contrastare le politiche antipopolari ed antioperaie del governo Berlusconi e che qui a Firenze trovano una facile sponda con il sindaco Matteo Renzi e la complicità dei vertici del centrosinistra.
Il Partito Comunista dei Lavoratori della Toscana esprime la propria solidarietà a tutti i compagni vittime della repressione e chiede l'immediata liberazione dei compagni arrestati. Crediamo anche che sia necessaria una grande mobilitazione per denunciare il grave clima di repressione che stiamo vivendo in città.
Partito Comunista dei Lavoratori - Toscana
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato di Arbeschida Sarda
Lo scorso 13 giugno, a Firenze, sedici tra compagni e compagne italiani hanno visto il loro sonno turbato dall'arroganza e dalla prepotenza della macchina repressiva dello stato.
Alle 6 di mattina la DIGOS è irrotta nei loro appartamenti e oggi, mentre scriviamo, sei di loro sono obbligati agli arresti domicilari, senza la possibilità di comunicare con nessuno. Ad altri nove è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria: ovvero la costrizione di firmare in un commissariato più volte a settimana. Lo stesso giorno, a Milano, un compagno è stato incarcerato a S. Vittore.
Per uno stato ipocrita come quello italiano, dove mafiosi, massoni e fascisti muovono indisturbati le redini dei settori strategici dell'economia e della politica, i "nemici delle istituzioni" sono ancora una volta quelle persone che ogni giorno, con tenacia e coerenza, cercano di sradicare le contraddizioni di questa società malata, smascherandone le ingiustizie e combattendone i mille fascismi che si annidano in essa.
Arbeschida Sarda è vicina ad ogni compagno fermato e, condannando fermamente questo attacco, esprime massima solidarietà nei confronti del CPA, una delle poche realtà italiane sempre pronte a sostenere senza sconti nè condizioni la causa del popolo sardo e di tutti popoli in lotta per la propria autodeterminazione.
Contr'a·i cust'istadu de meres e fascistas...libertade pro sos cumpanzos italianos!
Arbeschida Sarda - Circoli degli emigrati sardi anticolonialisti
Alle 6 di mattina la DIGOS è irrotta nei loro appartamenti e oggi, mentre scriviamo, sei di loro sono obbligati agli arresti domicilari, senza la possibilità di comunicare con nessuno. Ad altri nove è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria: ovvero la costrizione di firmare in un commissariato più volte a settimana. Lo stesso giorno, a Milano, un compagno è stato incarcerato a S. Vittore.
Per uno stato ipocrita come quello italiano, dove mafiosi, massoni e fascisti muovono indisturbati le redini dei settori strategici dell'economia e della politica, i "nemici delle istituzioni" sono ancora una volta quelle persone che ogni giorno, con tenacia e coerenza, cercano di sradicare le contraddizioni di questa società malata, smascherandone le ingiustizie e combattendone i mille fascismi che si annidano in essa.
Arbeschida Sarda è vicina ad ogni compagno fermato e, condannando fermamente questo attacco, esprime massima solidarietà nei confronti del CPA, una delle poche realtà italiane sempre pronte a sostenere senza sconti nè condizioni la causa del popolo sardo e di tutti popoli in lotta per la propria autodeterminazione.
Contr'a·i cust'istadu de meres e fascistas...libertade pro sos cumpanzos italianos!
Arbeschida Sarda - Circoli degli emigrati sardi anticolonialisti
sabato 18 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: il concerto di solidarietà dei Malasuerte Fi Sud
Mio caro padre,
mi allieta vedere che vieni a cercar proprio me;
io pecora nera, bandito in galera, eppure assai fiero perché
gioisco pensando ai miei stessi delitti e so che delitto non è.
Ho avuto i natali da voi servi terrieri dai bruni capelli però
con le bionde chiome del nostro sovrano il ventre poi mi genero;
con le bionde chiome del nostro sovrano, e il motivo di certo lo so.
Conosco la legge, mio caro padre; la legge ha colpito anche te:
concede la moglie del servo terriero nella prima notte al suo re,
concede la moglie del servo terriero nella prima notte al suo re.
Ho visto la fame rubarmi un fratello e il campo rubarmi l'età;
la legge difendere questo macello e togliere a chi già non ha.
Andai al mercato, comprai un coltello vendendovi la mia pietà.
Mio caro padre, buon figlio non sono:
non chiedo grazia, non chiedo perdono.
Ladro non è chi per fame ha rubato,
ma chi deruba con leggi di stato.
Ma chi deruba con leggi di stato.
Chi leggi coniava chi leggi applicava sentendosi quasi un messia,
conobbe a condanna le lame severe, io giudice, boia, giuria;
conobbe a condanna le lame severe, io giudice, boia, giuria.
Non vissi di stracci, le vesti ci sono, né di pane solo perché
andando alla corte del nostro signore di panni per tutti ce n'è,
andando alla corte del nostro signore di carne per tutti ce n'è.
Mio caro padre, buon figlio non sono:
non chiedo grazia, non chiedo perdono.
Ladro non è chi per fame ha rubato,
ma chi deruba con leggi di stato.
Ma chi deruba con leggi di stato.
venerdì 17 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato stampa di Alessandro Leoni (PRC-FdS)
Firenze 15 giugno 2011
Comunicato stampa
Agli organi d’informazione
(Alessandro Leoni PRC/FdS)
Con un titolo che oscilla fra il ridicolo e l’esasperato ( “400 colpi”!) la Digos fiorentina, su esplicito e vincolante mandato della magistratura inquirente, ha effettuato una operazione che ha coinvolto, sia pure in termini differenziati, alcune decine di giovani attivi/presenti nelle varie iniziative di protesta contro l’attacco alla Costituzione antifascista repubblicana, portata avanti dall’attuale governo, rispetto sia alla natura dell’istruzione pubblica che al “ripudio” della guerra quale strumento di politica estera!
La gravità dell’operazione deriva sia dall’inconsistenza, materiale concreta, dei fatti presi a pretesto sia, anzi soprattutto, per l’assenza di risposte adeguate da parte delle forze politiche schierate, formalmente, all’opposizione delle destre, ancora, governative!
La stessa denuncia fatta da esponenti locali della “Lega Nord”, circa una presunta aggressione subita, evapora non solo per le note caratteristiche provocatorie di questo soggetto associativo (la “Lega” ) distintosi, anche ultimamente, per cinismo xenofobo e addirittura fascistoide in occasione del tributo, del cordoglio espresso in CRT verso la memoria del giovane italiano assassinato in Palestina … Vittorio Arrigoni, ma anche per la dinamica, ricostruita, del fatto stesso. Mi riferisco alle circostanze e al luogo della presunta aggressione che testimoniano, razionalmente, l’intento provocatorio di questi personaggi non certo noti, conosciuti visivamente, al pubblico fiorentino toscano e per tanto individuati solo per il proprio provocatorio comportamento tenuto nei confronti dei manifestanti!
In realtà questa operazione dimostra la volontà del regime d’impedire ogni manifestazione d’opposizione nei confronti della natura reazionaria e fascistoide delle logiche attualmente, ancora, dominanti quali l’attacco classista ai livelli di vita della popolazione e il subalterno allineamento dell’Italia all’azione aggressiva imperialista neocoloniale della NATO/OTAN!
Certi che anche questa montatura si sgonfierà invitiamo tutte le forze politiche e sindacali a esprimersi chiaramente contro ogni suggestione autoritaria e repressiva nell’interesse comune del nostro, disastrato, paese e della sua, residua, democrazia!
Alessandro Leoni (CPN PRC/FdS; responsabile regionale toscano solidarietà internazionale)
Comunicato stampa
Agli organi d’informazione
(Alessandro Leoni PRC/FdS)
Con un titolo che oscilla fra il ridicolo e l’esasperato ( “400 colpi”!) la Digos fiorentina, su esplicito e vincolante mandato della magistratura inquirente, ha effettuato una operazione che ha coinvolto, sia pure in termini differenziati, alcune decine di giovani attivi/presenti nelle varie iniziative di protesta contro l’attacco alla Costituzione antifascista repubblicana, portata avanti dall’attuale governo, rispetto sia alla natura dell’istruzione pubblica che al “ripudio” della guerra quale strumento di politica estera!
La gravità dell’operazione deriva sia dall’inconsistenza, materiale concreta, dei fatti presi a pretesto sia, anzi soprattutto, per l’assenza di risposte adeguate da parte delle forze politiche schierate, formalmente, all’opposizione delle destre, ancora, governative!
La stessa denuncia fatta da esponenti locali della “Lega Nord”, circa una presunta aggressione subita, evapora non solo per le note caratteristiche provocatorie di questo soggetto associativo (la “Lega” ) distintosi, anche ultimamente, per cinismo xenofobo e addirittura fascistoide in occasione del tributo, del cordoglio espresso in CRT verso la memoria del giovane italiano assassinato in Palestina … Vittorio Arrigoni, ma anche per la dinamica, ricostruita, del fatto stesso. Mi riferisco alle circostanze e al luogo della presunta aggressione che testimoniano, razionalmente, l’intento provocatorio di questi personaggi non certo noti, conosciuti visivamente, al pubblico fiorentino toscano e per tanto individuati solo per il proprio provocatorio comportamento tenuto nei confronti dei manifestanti!
In realtà questa operazione dimostra la volontà del regime d’impedire ogni manifestazione d’opposizione nei confronti della natura reazionaria e fascistoide delle logiche attualmente, ancora, dominanti quali l’attacco classista ai livelli di vita della popolazione e il subalterno allineamento dell’Italia all’azione aggressiva imperialista neocoloniale della NATO/OTAN!
Certi che anche questa montatura si sgonfierà invitiamo tutte le forze politiche e sindacali a esprimersi chiaramente contro ogni suggestione autoritaria e repressiva nell’interesse comune del nostro, disastrato, paese e della sua, residua, democrazia!
Alessandro Leoni (CPN PRC/FdS; responsabile regionale toscano solidarietà internazionale)
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato del Coll. Iqbal (Bologna)
A Firenze la repressione continua a colpire!
Ancora una volta, nel giro di poche settimane, vengono attaccati compagni e criminalizzate strutture collettive impegnate nell'intervento politico quotidiano contro la violenza di un sistema fondato sullo sfruttamento.
Ancora una volta si cercano di isolare fisicamente con misure restrittive provocatorie compagni e compagne accusati di essere protagonisti nei propri territori della resistenza e dell'opposizione al silenzio della pacificazione.
Come compagni e compagne del Collettivo Iqbal, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a questi/e compagni/e, a queste strutture; vogliamo affermare con forza che la loro lotta è anche la nostra lotta e che nessuno, giudice o sbirro che sia, potrà fermare la nostra ragione.
I nostri sogni sono i loro incubi!
Tutti/e liberi/e subito!
La solidarietà è un'arma!
Collettivo Iqbal
Ancora una volta, nel giro di poche settimane, vengono attaccati compagni e criminalizzate strutture collettive impegnate nell'intervento politico quotidiano contro la violenza di un sistema fondato sullo sfruttamento.
Ancora una volta si cercano di isolare fisicamente con misure restrittive provocatorie compagni e compagne accusati di essere protagonisti nei propri territori della resistenza e dell'opposizione al silenzio della pacificazione.
Come compagni e compagne del Collettivo Iqbal, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a questi/e compagni/e, a queste strutture; vogliamo affermare con forza che la loro lotta è anche la nostra lotta e che nessuno, giudice o sbirro che sia, potrà fermare la nostra ragione.
I nostri sogni sono i loro incubi!
Tutti/e liberi/e subito!
La solidarietà è un'arma!
Collettivo Iqbal
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato della Rete dei Collettivi
Già la retata del 4 maggio scorso aveva suscitato grande scalpore a livello cittadino e nazionale, con 5 arresti domicilari e 17 obblighi di firma: un tentativo evidente di frammentare il movimento, unito alla criminalizzazione mediatica di pratiche portate quotidianamente avanti dalle migliaia di persone scese in piazza durante le mobilitazioni di quest’anno.
A distanza di poco più di un mese la scena si ripete: stamani, 13 giugno, alle 6:30, 16 persone sono state svegliate da agenti della Digos nelle loro case. 6 di questi ragazzi sono ora agli arresti domicilari, con misure ancor più pesanti rispetto a quelle di maggio: non possono comunicare con nessuno, a meno che non viva nella loro stessa casa. A 9 è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, cioè l’obbligo di andare a firmare nel commissariato di turno svariate volte a settimana; come se non bastasse un compagno di Milano è stato rinchiuso in carcere, a San Vittore, dopo aver partecipato alla manifestazione in solidarietà agli arrestati di maggio. In totale gli indagati e i denunciati, tra studenti universitari, medi e compagni/e di realtà cittadine sono più di 90.
Quello di stamani si è configurato come l’ennesimo attacco alla libertà personale di ognuno a manifestare le proprie idee. Quest’anno Firenze è scesa in piazza per una scuola pubblica e accessibile a tutti, per città dove sia possibile porsi contro porvvedimenti del governo di turno senza essere manganellati, per un paese dove non esistano “lager democratici” dove persone vengono rinchiuse e umiliate, perché la memoria degli anni del fascismo non lasci spazio alle nuove destre: Firenze è scesa in piazza per un mondo migliore.
Riteniamo sia importante continuare a portare questi temi nelle piazze, manifestare contro ciò che di questo mondo ci digusta e per ciò che in questo mondo vorremmo creare. Durante quest’anno, come negli scorsi, nelle strade di Firenze non eravamo in 90. Eravamo migliaia. Facciamo appello proprio a queste migliaia di persone che con noi hanno condiviso momenti di lotta e di aggregazione, perché in questo momento tornino a manifestare le proprie idee nelle piazze e nelle strade, e perché portino la loro solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti da questi provvedimenti.
Un abbraccio ai compagni e le compagne arrestati, amici, fratelli, che proprio in questo momento non devono mollare.
Rete dei Collettivi Fiorentini
A distanza di poco più di un mese la scena si ripete: stamani, 13 giugno, alle 6:30, 16 persone sono state svegliate da agenti della Digos nelle loro case. 6 di questi ragazzi sono ora agli arresti domicilari, con misure ancor più pesanti rispetto a quelle di maggio: non possono comunicare con nessuno, a meno che non viva nella loro stessa casa. A 9 è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, cioè l’obbligo di andare a firmare nel commissariato di turno svariate volte a settimana; come se non bastasse un compagno di Milano è stato rinchiuso in carcere, a San Vittore, dopo aver partecipato alla manifestazione in solidarietà agli arrestati di maggio. In totale gli indagati e i denunciati, tra studenti universitari, medi e compagni/e di realtà cittadine sono più di 90.
Quello di stamani si è configurato come l’ennesimo attacco alla libertà personale di ognuno a manifestare le proprie idee. Quest’anno Firenze è scesa in piazza per una scuola pubblica e accessibile a tutti, per città dove sia possibile porsi contro porvvedimenti del governo di turno senza essere manganellati, per un paese dove non esistano “lager democratici” dove persone vengono rinchiuse e umiliate, perché la memoria degli anni del fascismo non lasci spazio alle nuove destre: Firenze è scesa in piazza per un mondo migliore.
Riteniamo sia importante continuare a portare questi temi nelle piazze, manifestare contro ciò che di questo mondo ci digusta e per ciò che in questo mondo vorremmo creare. Durante quest’anno, come negli scorsi, nelle strade di Firenze non eravamo in 90. Eravamo migliaia. Facciamo appello proprio a queste migliaia di persone che con noi hanno condiviso momenti di lotta e di aggregazione, perché in questo momento tornino a manifestare le proprie idee nelle piazze e nelle strade, e perché portino la loro solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti da questi provvedimenti.
Un abbraccio ai compagni e le compagne arrestati, amici, fratelli, che proprio in questo momento non devono mollare.
Rete dei Collettivi Fiorentini
giovedì 16 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: solidarietà e resistenza
Nuovi arresti a Firenze. Non si ferma l'attacco repressivo contro l'opposizione politica e sociale
Non si ferma l'ondata repressiva nei confronti delle realtà politiche e sociali fiorentine. Nella mattina del 13 Giugno, esaurita la cosiddetta “operazione “400colpi”, la Digos ha proceduto all'arresto di 7 compagni/e e l'obbligo di firma per altri 9.
Di questi uno è stato rinchiuso nel carcere di San Vittore, e gli altri 6 agli arresti domiciliari.
Le motivazioni sono riconducibili ai comportamenti tenuti durante le manifestazioni in risposta agli arresti del 4 maggio.
Non vogliamo stare qui a disquisire sulla entità dei fatti per i quali sono state emesse le custodie cautelari, o se siano o meno troppo pesanti, ma ci interessa rilevare il quadro repressivo che da troppo tempo impunemente si dispiega su tutte le componenti sociali e politiche nella nostra città.
Il clima è cambiato e non ci vuole molto a capirlo, ma nemmeno può essere una facile semplificazione o una sua inconscia accettazione.
Hanno iniziato con gli avvisi orali per gli studenti, hanno proseguito con 6 mesi di arresto per un semplice petardo, con gli arresti della famosa operazione 400 colpi, con gli obblighi di firma, con la presunta associazione a delinquere per giustificare le misure cautelari, per arrivare poi agli arresti di oggiAggiungi un appuntamento per oggi. 35 compagni/e tra studenti, militanti di centri sociali sono attualmente sotto misure restrittive, ovvero resi inoffensivi, privati della libertà individuale, ma allo stesso tempo privati della loro possibilità di essere in prima persona dentro le lotte di cui sono parte, e continuano ad esserlo al nostro fianco.
Firenze città aperta! Questo era lo slogan con cui veniva elogiata la Firenze del social forum. Se non pensavamo che lo fosse allora, è ben chiaro a tutti che ancor meno possa descrivere quella attuale.
Firenze città della repressione, degli spazi chiusi, delle piazze blindate, degli sgomberi dei richiedenti asilo, delle operazioni mediatiche ben funzionali alle strategie repressive verso le legittime richieste degli studenti. La città dove anche l'Ataf partecipa attivamente alla repressione con le denunce verso i manifestanti per interruzione di pubblico servizio.
Un clima in cui sarebbe un errore non sentirsi direttamente coinvolti per chiunque pensi che sia necessario non sottacere davanti alle ingiustizie, non fermarsi davanti ai divieti o alle nuove disposizioni restrittive quando le ragioni di chi lotta sono quelle della “giustizia”, quella vera. La giustizia che non nasce dai tribunali, dalle divisioni investigative, ma quella che da sempre anima le istanze di chi lotta in una fabbrica come in una scuola, nelle carceri e in quartiere.
SOLIDARIETA' A TUTTI/E I COLPITI DALLA REPRESSIONE
Venerdi 17 giugno
Ore 21.00 cena di sottoscrizione
Dalle 22.30 Malasuerte Fi-Sud in concerto
Sabato 18 giugno
Serata di solidarietà con gli arrestati: dalle ore 20.00 aperitivo e cena, a seguire dj set
Domenica 19 giugno
Al Parco dell'Anconella Ricordare la resistenza di ieri, combattere il fascismo di oggi.
In occasione dell'anniversario della battaglia di Pian d'Albero, dalle 16.00 musiche partigiane con il Menestrello, giochi per bambini, merenda, materiale informativo ed intervento di un partigiano della Brigata Sinigaglia.
Alle ore 19.30 in Piazza Elia Dalla COsta deposizione di una corona al monumento in memoria dei caduti della Battaglia di Pian d'Albero.
Oltre al volantino sotto riportato, Firenze Antifascista ha prodotto un opuscolo sulla battaglia di Pian d'Albero. Un lavoro che è stato reso possibile dalla testimonianza del partigiano Gianni e da quella del Comandante Gracco, Angiolo Gracci.
Solidarietà agli arrestati dal PSNSE
Il clima repressivo a Firenze: riflessioni su contesto, ruoli e responsabilità
13 luglio 2011: serata benefit per gli arrestati
Svégliati, San Giovanni! - Wake up, St. John! Lo striscione al Ponte alle Grazie, 24 giugno 2011
Comunicato di lavoratori GKN (Campi Bisenzio)
Comunicato del CSA Vittoria (Milano)
Comunicato di EHL Italia
Comunicato del Collettivo Anarchico Libertario (Livorno)
Comunicato del Partito dei CARC (Toscana)
Comunicato di PerUnAltraCittà (Firenze)
Comunicato del Partito Comunista dei Lavoratori (Toscana)
Comunicato di Arbeschida Sarda
17 giugno, il concerto di solidarietà dei Malasuerte Fi Sud
Comunicato stampa di Alessandro Leoni (Firenze, PRC-FdS)
Comunicato del Circolo Iqbal (Bologna)
Comunicato della Rete dei Collettivi (Firenze)
Il volantino di Firenze Antifascista sulla battaglia di Pian d'Albero
Comunicato del Camillo Cienfuegos (Campi Bisenzio)
Comunicato del CAAT di Siena
Comunicato di Nuova Unità
Comunicato del Collettivo di Scienze Politiche (Firenze)
Comunicato di Red Net
I Malasuerte Fi-Sud per un concerto straordinario il 17 giugno
Comunicato del Collettivo Bujanov dal Valdarno
Invito all'adesione all'appello per la libertà di dissenso. Al momento in cui scriviamo risulta sottoscritto da oltre settecentoquaranta tra singoli ed organizzazioni
Rifondazione Comunista di Firenze contro la criminalizzazione del dissenso
Comunicato del Centro Politico 1921 (Livorno)
Comunicato di Rifondazione Comunista (Campi Bisenzio)
Comunicato di Askapena (Paesi Baschi)
Gli arresti del 13 giugno 2011: il primo comunicato delle realtà fiorentine e l'annuncio del presidio sotto la prefettura)
Non si ferma l'ondata repressiva nei confronti delle realtà politiche e sociali fiorentine. Nella mattina del 13 Giugno, esaurita la cosiddetta “operazione “400colpi”, la Digos ha proceduto all'arresto di 7 compagni/e e l'obbligo di firma per altri 9.
Di questi uno è stato rinchiuso nel carcere di San Vittore, e gli altri 6 agli arresti domiciliari.
Le motivazioni sono riconducibili ai comportamenti tenuti durante le manifestazioni in risposta agli arresti del 4 maggio.
Non vogliamo stare qui a disquisire sulla entità dei fatti per i quali sono state emesse le custodie cautelari, o se siano o meno troppo pesanti, ma ci interessa rilevare il quadro repressivo che da troppo tempo impunemente si dispiega su tutte le componenti sociali e politiche nella nostra città.
Il clima è cambiato e non ci vuole molto a capirlo, ma nemmeno può essere una facile semplificazione o una sua inconscia accettazione.
Hanno iniziato con gli avvisi orali per gli studenti, hanno proseguito con 6 mesi di arresto per un semplice petardo, con gli arresti della famosa operazione 400 colpi, con gli obblighi di firma, con la presunta associazione a delinquere per giustificare le misure cautelari, per arrivare poi agli arresti di oggiAggiungi un appuntamento per oggi. 35 compagni/e tra studenti, militanti di centri sociali sono attualmente sotto misure restrittive, ovvero resi inoffensivi, privati della libertà individuale, ma allo stesso tempo privati della loro possibilità di essere in prima persona dentro le lotte di cui sono parte, e continuano ad esserlo al nostro fianco.
Firenze città aperta! Questo era lo slogan con cui veniva elogiata la Firenze del social forum. Se non pensavamo che lo fosse allora, è ben chiaro a tutti che ancor meno possa descrivere quella attuale.
Firenze città della repressione, degli spazi chiusi, delle piazze blindate, degli sgomberi dei richiedenti asilo, delle operazioni mediatiche ben funzionali alle strategie repressive verso le legittime richieste degli studenti. La città dove anche l'Ataf partecipa attivamente alla repressione con le denunce verso i manifestanti per interruzione di pubblico servizio.
Un clima in cui sarebbe un errore non sentirsi direttamente coinvolti per chiunque pensi che sia necessario non sottacere davanti alle ingiustizie, non fermarsi davanti ai divieti o alle nuove disposizioni restrittive quando le ragioni di chi lotta sono quelle della “giustizia”, quella vera. La giustizia che non nasce dai tribunali, dalle divisioni investigative, ma quella che da sempre anima le istanze di chi lotta in una fabbrica come in una scuola, nelle carceri e in quartiere.
SOLIDARIETA' A TUTTI/E I COLPITI DALLA REPRESSIONE
Venerdi 17 giugno
Ore 21.00 cena di sottoscrizione
Dalle 22.30 Malasuerte Fi-Sud in concerto
Sabato 18 giugno
Serata di solidarietà con gli arrestati: dalle ore 20.00 aperitivo e cena, a seguire dj set
Domenica 19 giugno
Al Parco dell'Anconella Ricordare la resistenza di ieri, combattere il fascismo di oggi.
In occasione dell'anniversario della battaglia di Pian d'Albero, dalle 16.00 musiche partigiane con il Menestrello, giochi per bambini, merenda, materiale informativo ed intervento di un partigiano della Brigata Sinigaglia.
Alle ore 19.30 in Piazza Elia Dalla COsta deposizione di una corona al monumento in memoria dei caduti della Battaglia di Pian d'Albero.
Oltre al volantino sotto riportato, Firenze Antifascista ha prodotto un opuscolo sulla battaglia di Pian d'Albero. Un lavoro che è stato reso possibile dalla testimonianza del partigiano Gianni e da quella del Comandante Gracco, Angiolo Gracci.
Solidarietà agli arrestati dal PSNSE
Il clima repressivo a Firenze: riflessioni su contesto, ruoli e responsabilità
13 luglio 2011: serata benefit per gli arrestati
Svégliati, San Giovanni! - Wake up, St. John! Lo striscione al Ponte alle Grazie, 24 giugno 2011
Comunicato di lavoratori GKN (Campi Bisenzio)
Comunicato del CSA Vittoria (Milano)
Comunicato di EHL Italia
Comunicato del Collettivo Anarchico Libertario (Livorno)
Comunicato del Partito dei CARC (Toscana)
Comunicato di PerUnAltraCittà (Firenze)
Comunicato del Partito Comunista dei Lavoratori (Toscana)
Comunicato di Arbeschida Sarda
17 giugno, il concerto di solidarietà dei Malasuerte Fi Sud
Comunicato stampa di Alessandro Leoni (Firenze, PRC-FdS)
Comunicato del Circolo Iqbal (Bologna)
Comunicato della Rete dei Collettivi (Firenze)
Il volantino di Firenze Antifascista sulla battaglia di Pian d'Albero
Comunicato del Camillo Cienfuegos (Campi Bisenzio)
Comunicato del CAAT di Siena
Comunicato di Nuova Unità
Comunicato del Collettivo di Scienze Politiche (Firenze)
Comunicato di Red Net
I Malasuerte Fi-Sud per un concerto straordinario il 17 giugno
Comunicato del Collettivo Bujanov dal Valdarno
Invito all'adesione all'appello per la libertà di dissenso. Al momento in cui scriviamo risulta sottoscritto da oltre settecentoquaranta tra singoli ed organizzazioni
Rifondazione Comunista di Firenze contro la criminalizzazione del dissenso
Comunicato del Centro Politico 1921 (Livorno)
Comunicato di Rifondazione Comunista (Campi Bisenzio)
Comunicato di Askapena (Paesi Baschi)
Gli arresti del 13 giugno 2011: il primo comunicato delle realtà fiorentine e l'annuncio del presidio sotto la prefettura)
Arresti del 13 giugno 2011: comuinicato del Camillo Cienfuegos (Campi B.)
Lunedi mattina 16 compagni (tutti indistintamente e impropriamente etichettati come anarchici) si sono visti notificare altrettanti provvedimenti di misura cautelare: arresti, domiciliari, obblighi di firma.
Una operazione che arriva a circa un mese da altri arresti e obblighi di firma tesi a colpire varie realtà studentesche e non solo.
Che il clima sia cambiato, anche a Firenze, è un dato di fatto.
Operazioni sempre più spettacolari (emblematica quella verso i 400 colpi), denunce e reati associativi dispensati a piene mani, avvisi orali,"semplici"controlli e identificazioni sempre più frequenti, divieti di manifestare, sgomberi (come con i richiedenti asilo davanti a Terra Futura),..
Un clima che cerca di isolare e criminalizzare chi in questa città si è opposto e si opporrà alla costruzione di un lager chiamato Cie, alla riforma Gelmini, all'apertutra di sedi di gruppi neofascisti. Un clima che cerca di scoraggiare la militanza e la partecipazione di chi si oppone alle logiche del profitto e del capitale.
Conosciamo molti dei compagni colpiti in questi giorni. Conosciamo la loro generosità, il loro spirito di sacrificio e siamo orgogliosi di aver condiviso e di continuare a condividere con loro mobilitazioni e lotte contro il razzismo, il fascismo,lo sfuttamento. Insieme a lavoratori, studenti, precari, immigrati: per la giustizia sociale e la solidarietà internazionale.
Esprimiamo quindi la nostra vicinanza ai compagni del Cpa e del Collettivo di Scienze Politiche
Solidarietà a tutti ile compagnie colpitie dalla repressione
Liberi tuttie
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos - Campi B.
Che il clima sia cambiato, anche a Firenze, è un dato di fatto.
Operazioni sempre più spettacolari (emblematica quella verso i 400 colpi), denunce e reati associativi dispensati a piene mani, avvisi orali,"semplici"controlli e identificazioni sempre più frequenti, divieti di manifestare, sgomberi (come con i richiedenti asilo davanti a Terra Futura),..
Un clima che cerca di isolare e criminalizzare chi in questa città si è opposto e si opporrà alla costruzione di un lager chiamato Cie, alla riforma Gelmini, all'apertutra di sedi di gruppi neofascisti. Un clima che cerca di scoraggiare la militanza e la partecipazione di chi si oppone alle logiche del profitto e del capitale.
Conosciamo molti dei compagni colpiti in questi giorni. Conosciamo la loro generosità, il loro spirito di sacrificio e siamo orgogliosi di aver condiviso e di continuare a condividere con loro mobilitazioni e lotte contro il razzismo, il fascismo,lo sfuttamento. Insieme a lavoratori, studenti, precari, immigrati: per la giustizia sociale e la solidarietà internazionale.
Esprimiamo quindi la nostra vicinanza ai compagni del Cpa e del Collettivo di Scienze Politiche
Solidarietà a tutti ile compagnie colpitie dalla repressione
Liberi tuttie
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos - Campi B.
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato del CAAT di Siena
SOLIDARIETA AI COMPAGNI
Il CAAT Siena esprime la piena solidarieta'' ai compani di Firenze colpiti dall''ennesima azione repressiva di cui si sta rendendo protagonista la citta'' di Firenze. Assistiamo oggiAggiungi un appuntamento per oggi, all''ennesimo tentativo di fermare quei compagni che fanno parte dei gruppi piu'' attivi contro la repressione e le ingiustizie compiute dal governo italiano. Ma non capiscono che in questo modo ci motivano sempre piu'' e ci covincono sempre piu'' che il nostro lavoro e'' temuto, che siamo sulla strada giusta. Invitiamo tutte le realta'' del territorio che fino ad ora hanno lottato contro la deriva fascista del nostro governo a sostenere i compagni colpiti e continuare questa battaglia che prima o poi dara'' i suoi frutti concreti.
Ribadiamo massima solidarieta'' e sostegno ai compagni di Firenze
CAAT SIENA
Il CAAT Siena esprime la piena solidarieta'' ai compani di Firenze colpiti dall''ennesima azione repressiva di cui si sta rendendo protagonista la citta'' di Firenze. Assistiamo oggiAggiungi un appuntamento per oggi, all''ennesimo tentativo di fermare quei compagni che fanno parte dei gruppi piu'' attivi contro la repressione e le ingiustizie compiute dal governo italiano. Ma non capiscono che in questo modo ci motivano sempre piu'' e ci covincono sempre piu'' che il nostro lavoro e'' temuto, che siamo sulla strada giusta. Invitiamo tutte le realta'' del territorio che fino ad ora hanno lottato contro la deriva fascista del nostro governo a sostenere i compagni colpiti e continuare questa battaglia che prima o poi dara'' i suoi frutti concreti.
Ribadiamo massima solidarieta'' e sostegno ai compagni di Firenze
CAAT SIENA
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato di Nuova Unità
La repressione non ci fermerà
Solidarietà agli arrestati e ai denunciati
A Firenze nell’ultimo mese, dopo una serie di operazioni di controlli della Digos, per strada, dei militanti, si è scatenata la caccia a chi protesta. Per primi sono stati colpiti 78 studenti dei quali 5 messi agli arresti domiciliari e 17 sottoposti all’obbligo di firma. A questi si sommano altri 9 “rei” di aver impedito alla fascista Santanchè di entrare all’Università.
Altri 10 compagni sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico, in occasione di una manifestazione contro la guerra in Libia.
Per aver risposto alla repressione lunedì mattina sono arrivati altri 16 provvedimenti ad altrettanti compagni, dei quali 1 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 con obbligo di firma.
Questa pioggia di denunce ha lo scopo di intimidire e fermare quelle forze sociali, soprattutto giovanili, che si battono contro la scuola di classe e più in generale contro una società che nega ogni prospettiva di lavoro e di vita. Che lottano contro il capitalismo, il fascismo e i rigurgiti fascisti quali nemici giurati dei comunisti, e più in generale, delle masse proletarie italiane e straniere. È un attacco alla stessa democrazia borghese.
Colpire chi lotta contro il sistema con denunce, perquisizioni, arresti, aggiornando le schedature della polizia è il solito metodo usato dal potere per difendere lo Stato capitalista. È una strategia per dare una risposta alla crisi cercando di isolare e colpire i militanti (lavoratori e operai che rischiano di perdere la propria occupazione) delle varie organizzazioni che operano politicamente sul territorio contro la guerra, lo sfruttamento e per una società di liberi ed uguali.
Politici e mass-media (anche nazionali) si scatenano contro i “violenti” e lanciano l’allarme sulla perdita di democrazia, chiedono la chiusura dei centri sociali. Ma violenza e terrorismo sono gli strumenti di comando e prevaricazione tipici del sistema capitalista e imperialista e di chi lo sostiene. Che sfrutta i lavoratori imponendo contratti capestri, licenziando o uccidendoli in nome del profitto. Che attacca i diritti, reprime la protesta, infonde una cultura razzista che arriva a marchiare gli ambulanti stranieri e respingere i profughi di guerra.
Ai compagni denunciati e arrestati, ai compagni che saranno prossimamente processati a Firenze va tutta la nostra solidarietà militante.
Chiediamo a tutte le forze politiche, sindacali e culturali di pronunciarsi contro questo clima di autoritarismo che si sta imponendo a Firenze e in Toscana.
Continuiamo la lotta e l’impegno per respingere la repressione e per la liberazione di tutti i compagni!
I compagni del Comitato Comunista toscano e di “nuova unità”
Solidarietà agli arrestati e ai denunciati
A Firenze nell’ultimo mese, dopo una serie di operazioni di controlli della Digos, per strada, dei militanti, si è scatenata la caccia a chi protesta. Per primi sono stati colpiti 78 studenti dei quali 5 messi agli arresti domiciliari e 17 sottoposti all’obbligo di firma. A questi si sommano altri 9 “rei” di aver impedito alla fascista Santanchè di entrare all’Università.
Altri 10 compagni sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico, in occasione di una manifestazione contro la guerra in Libia.
Per aver risposto alla repressione lunedì mattina sono arrivati altri 16 provvedimenti ad altrettanti compagni, dei quali 1 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 con obbligo di firma.
Questa pioggia di denunce ha lo scopo di intimidire e fermare quelle forze sociali, soprattutto giovanili, che si battono contro la scuola di classe e più in generale contro una società che nega ogni prospettiva di lavoro e di vita. Che lottano contro il capitalismo, il fascismo e i rigurgiti fascisti quali nemici giurati dei comunisti, e più in generale, delle masse proletarie italiane e straniere. È un attacco alla stessa democrazia borghese.
Colpire chi lotta contro il sistema con denunce, perquisizioni, arresti, aggiornando le schedature della polizia è il solito metodo usato dal potere per difendere lo Stato capitalista. È una strategia per dare una risposta alla crisi cercando di isolare e colpire i militanti (lavoratori e operai che rischiano di perdere la propria occupazione) delle varie organizzazioni che operano politicamente sul territorio contro la guerra, lo sfruttamento e per una società di liberi ed uguali.
Politici e mass-media (anche nazionali) si scatenano contro i “violenti” e lanciano l’allarme sulla perdita di democrazia, chiedono la chiusura dei centri sociali. Ma violenza e terrorismo sono gli strumenti di comando e prevaricazione tipici del sistema capitalista e imperialista e di chi lo sostiene. Che sfrutta i lavoratori imponendo contratti capestri, licenziando o uccidendoli in nome del profitto. Che attacca i diritti, reprime la protesta, infonde una cultura razzista che arriva a marchiare gli ambulanti stranieri e respingere i profughi di guerra.
Ai compagni denunciati e arrestati, ai compagni che saranno prossimamente processati a Firenze va tutta la nostra solidarietà militante.
Chiediamo a tutte le forze politiche, sindacali e culturali di pronunciarsi contro questo clima di autoritarismo che si sta imponendo a Firenze e in Toscana.
Continuiamo la lotta e l’impegno per respingere la repressione e per la liberazione di tutti i compagni!
I compagni del Comitato Comunista toscano e di “nuova unità”
Arresti del 13 giugno 2011: comunicato del Collettivo di scienze politiche
Nuovi arresti e misure cautelari contro l'opposizione politica e sociale
La repressione non fermerà la nostra lotta
La mattina del 13 giugno, a Firenze, è stata messa in atto l’ennesima azione repressiva da parte delle forze dell’ordine nei confronti di numerosi compagni. Il bilancio è di 6 persone agli arresti domiciliari con pesanti restrizioni (non possono nè vedere nè sentire nessuno), 9 persone con obbligo di firma ed un compagno in carcere.
Questi provvedimenti sono stati presi in seguito ai fatti avvenuti a Firenze tra il 4 e il 21 maggio; oggi, come allora, siamo scesi in piazza contro chi prova, con un’immensa montatura giudiziaria, a fermare il movimento fiorentino.
Già il 4 maggio, infatti, erano stati notificati pesanti provvedimenti cautelari a carico di 22 studenti: 5 agli arresti domiciliari e 17 con obbligo di firma. Su alcuni di questi grava anche l’accusa di associazione a delinquere. Un’accusa che nega anche la dignità politica delle lotte portate avanti dal movimento a Firenze come in tutta Italia. Movimento da sempre in prima fila nelle lotte sociali, per una scuola e un’università pubblica, per il diritto alla casa, contro l’apertura di CIE e di covi fascisti nella nostra regione, per un trasporto pubblico, al fianco dei centri sociali e contro le speculazioni edilizie.
La violenza e la trasversalità con cui si è abbattuta la scure della repressione su studenti e lavoratori rappresentano una pericolosa deriva verso uno stato di polizia. La scientificità con cui si cerca di cancellare quelle realtà e quei movimenti nati e partecipati dal basso, rovinando le fedine penali e le vite di centinaia di giovani e meno giovani “colpevoli” di cercare di cambiare una realtà fatta di precarietà e sopraffazione, rivela lesistenza di un disegno preciso di cui magistrati e forze dell’ordine, più o meno consapevolmente, rappresentano l’aspetto coercitivo.
Quest’ondata repressiva, che vede in tutto 35 persone sottoposte agli arresti domiciliari o all’obbligo di firma per un totale di quasi 100 indagati, è solo un evidente tentativo di fermare chi, con le proprie lotte tenta ogni giorno di mettere in evidenza le contraddizioni di questa realtà, portando sempre più persone a sostenere certe idee e certe pratiche. Nell’attuale contigenza storico-economica, reprimere quanto più velocemente e massicciamente qualsiasi reale opposizione, anche se non immediatamente in grado di mettere in pericolo il sistema nel suo complesso, diventa necessario per la sopravvivenza stessa di quei poteri il cui unico scopo è perpetrarsi nella propria posizione di privilegio.
Rispetto ad un simile esercizio di violenza impropriamente chiamata giustizia nessuno dovrebbe e potrebbe sentirsi al sicuro.
Per questo riteniamo che l’unica risposta possibile sia quella di resistere e continuare sulla strada intrapresa; in pericolo non c’è solo la libertà di chi lotta ma i diritti di tutti.
Tutti liberi, tutte libere
Collettivo politico di scienze politiche
La repressione non fermerà la nostra lotta
La mattina del 13 giugno, a Firenze, è stata messa in atto l’ennesima azione repressiva da parte delle forze dell’ordine nei confronti di numerosi compagni. Il bilancio è di 6 persone agli arresti domiciliari con pesanti restrizioni (non possono nè vedere nè sentire nessuno), 9 persone con obbligo di firma ed un compagno in carcere.
Questi provvedimenti sono stati presi in seguito ai fatti avvenuti a Firenze tra il 4 e il 21 maggio; oggi, come allora, siamo scesi in piazza contro chi prova, con un’immensa montatura giudiziaria, a fermare il movimento fiorentino.
Già il 4 maggio, infatti, erano stati notificati pesanti provvedimenti cautelari a carico di 22 studenti: 5 agli arresti domiciliari e 17 con obbligo di firma. Su alcuni di questi grava anche l’accusa di associazione a delinquere. Un’accusa che nega anche la dignità politica delle lotte portate avanti dal movimento a Firenze come in tutta Italia. Movimento da sempre in prima fila nelle lotte sociali, per una scuola e un’università pubblica, per il diritto alla casa, contro l’apertura di CIE e di covi fascisti nella nostra regione, per un trasporto pubblico, al fianco dei centri sociali e contro le speculazioni edilizie.
La violenza e la trasversalità con cui si è abbattuta la scure della repressione su studenti e lavoratori rappresentano una pericolosa deriva verso uno stato di polizia. La scientificità con cui si cerca di cancellare quelle realtà e quei movimenti nati e partecipati dal basso, rovinando le fedine penali e le vite di centinaia di giovani e meno giovani “colpevoli” di cercare di cambiare una realtà fatta di precarietà e sopraffazione, rivela lesistenza di un disegno preciso di cui magistrati e forze dell’ordine, più o meno consapevolmente, rappresentano l’aspetto coercitivo.
Quest’ondata repressiva, che vede in tutto 35 persone sottoposte agli arresti domiciliari o all’obbligo di firma per un totale di quasi 100 indagati, è solo un evidente tentativo di fermare chi, con le proprie lotte tenta ogni giorno di mettere in evidenza le contraddizioni di questa realtà, portando sempre più persone a sostenere certe idee e certe pratiche. Nell’attuale contigenza storico-economica, reprimere quanto più velocemente e massicciamente qualsiasi reale opposizione, anche se non immediatamente in grado di mettere in pericolo il sistema nel suo complesso, diventa necessario per la sopravvivenza stessa di quei poteri il cui unico scopo è perpetrarsi nella propria posizione di privilegio.
Rispetto ad un simile esercizio di violenza impropriamente chiamata giustizia nessuno dovrebbe e potrebbe sentirsi al sicuro.
Per questo riteniamo che l’unica risposta possibile sia quella di resistere e continuare sulla strada intrapresa; in pericolo non c’è solo la libertà di chi lotta ma i diritti di tutti.
Tutti liberi, tutte libere
Collettivo politico di scienze politiche
Arresti del 13 giugno 2011: il comunicato di Red Net
Il movimento non si arresta! Liber* tutt*!
Per chi ancora pensava che si potesse esprimere liberamente il proprio dissenso, oggi è stata scritta una nuova pagina nera che racconta di repressione delle lotte e del tentativo di intimidire chiunque cerchi di trasformare l’attuale stato di cose.
La mattina è iniziata con la polizia che provvedeva a notificare ed eseguire nuove misure cautelari contro compagni che da sempre si sono attivati e sono scesi in piazza per lottare e far sentire la propria voce.
Ai compagni denunciati tra Firenze e Milano sono stati imputati i loro sforzi quotidiani contro lo smantellamento e la privatizzazione dell’istruzione pubblica, per una vita dignitosa, per il diritto allo studio, alla casa, al lavoro, contro le leggi fasciste che colpiscono lavoratori ed immigrati, contro tutti gli attacchi che i padroni cercano di sferrare ai più deboli. Queste battaglie sono passate anche per il corteo del 21 maggio in solidarietà alle 22 persone colpite dalla repressione dello stato con misure cautelari. Come per la mobilitazione dello scorso autunno questo corteo ha visto in piazza a Firenze tantissimi tra studenti, lavoratori e disoccupati.
Sei sono gli arresti domiciliari, nove i nuovi obblighi di firma e un arresto. Sono 16 le nuove misure cautelari, 35 le persone colpite da carcere, domiciliari ed obbligo di firma da maggio ad oggi, per un totale di più di 100 indagati. Sembra un vero e proprio monito per tutti quelli che continuano a lottare nelle proprie scuole, università, sui luoghi di lavoro e nei quartieri; un nuovo tentativo di isolare qualcuno e mettere a tacere gli altri.
Non ci lasceremo intimidire dall’ennesimo attacco repressivo. Solidarietà a tutti i compagni!
Red-Net Rete delle Realtà Studentesche Autorganizzate
Assemblea Studenti Scienze Politiche (Milano) - Collettivo 20 luglio (Palermo) - Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli) - Collettivo Lavori in Corso (Roma) - Collettivo Politico Scienze Politiche (Firenze) - Collettivo Studenti Comunisti (Bologna) - Resistenza Universitaria (Roma)
Per chi ancora pensava che si potesse esprimere liberamente il proprio dissenso, oggi è stata scritta una nuova pagina nera che racconta di repressione delle lotte e del tentativo di intimidire chiunque cerchi di trasformare l’attuale stato di cose.
La mattina è iniziata con la polizia che provvedeva a notificare ed eseguire nuove misure cautelari contro compagni che da sempre si sono attivati e sono scesi in piazza per lottare e far sentire la propria voce.
Ai compagni denunciati tra Firenze e Milano sono stati imputati i loro sforzi quotidiani contro lo smantellamento e la privatizzazione dell’istruzione pubblica, per una vita dignitosa, per il diritto allo studio, alla casa, al lavoro, contro le leggi fasciste che colpiscono lavoratori ed immigrati, contro tutti gli attacchi che i padroni cercano di sferrare ai più deboli. Queste battaglie sono passate anche per il corteo del 21 maggio in solidarietà alle 22 persone colpite dalla repressione dello stato con misure cautelari. Come per la mobilitazione dello scorso autunno questo corteo ha visto in piazza a Firenze tantissimi tra studenti, lavoratori e disoccupati.
Sei sono gli arresti domiciliari, nove i nuovi obblighi di firma e un arresto. Sono 16 le nuove misure cautelari, 35 le persone colpite da carcere, domiciliari ed obbligo di firma da maggio ad oggi, per un totale di più di 100 indagati. Sembra un vero e proprio monito per tutti quelli che continuano a lottare nelle proprie scuole, università, sui luoghi di lavoro e nei quartieri; un nuovo tentativo di isolare qualcuno e mettere a tacere gli altri.
Non ci lasceremo intimidire dall’ennesimo attacco repressivo. Solidarietà a tutti i compagni!
Red-Net Rete delle Realtà Studentesche Autorganizzate
Assemblea Studenti Scienze Politiche (Milano) - Collettivo 20 luglio (Palermo) - Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli) - Collettivo Lavori in Corso (Roma) - Collettivo Politico Scienze Politiche (Firenze) - Collettivo Studenti Comunisti (Bologna) - Resistenza Universitaria (Roma)
mercoledì 15 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: il 17 giugno, concerto di solidarietà
Malasuerte Fi-Sud.
Concerto straordinario di solidarietà per i colpiti dalla repressione il 17 giugno 2011!
Concerto straordinario di solidarietà per i colpiti dalla repressione il 17 giugno 2011!
Arresti del 13 giugno 2011: solidarietà dal Collettivo Bujanov (Valdarno)
Il Collettivo Bujanov desidera esprimere il massimo della solidarietà e dell'appoggio politico ai sedici ragazzi appartenenti a movimenti antagonisti fiorentini e non, che stamani si sono visti piombare in casa il solito apparato repressivo dello Stato. Di questi ben sei sono finiti ai domiciliari e uno addirittura in carcere a S.Vittore (Milano).
La loro colpa è stata quella di aver a loro volta manifestato solidarietà e vicinanza agli arrestati della retata del quattro maggio per reprimere il movimento studentesco fiorentino e lo spazio autogestito "400 Colpi".
Evidentemente attraverso il controllo esercitato con filmati e fotografie, la digos e le forze dell'ordine fiorentine, pensano di punire e reprimere un movimento che da anni lotta per un sistema diverso, per una socialità diversa, per un ideale di società che tanto si discosta dalla realtà nazionale e cittadina che stiamo vivendo in questa epoca.
Questo metodo infame di controllo continuo e a distanza, ha il solo scopo di prendere una manciata di manifestanti nel mucchio, secondo la vecchia teoria del "prenderne uno, per educarne cento"; un sistema che non accettiamo e al quale sicuramente non ci piegheremo ( come del resto tutto il movimento).
E' necessario, da subito, continuare da parte nostra a rivendicare differenti spazi di Altra Aggregazione, non fare un passo indietro rispetto alle nostre libertà di esprimere dissenso e - soprattutto - manifestare vicinanza verso chi, da oggiAggiungi un appuntamento per oggi, si trova stretto nella morsa della cosidetta legalità: attraverso una firma, un controllo dello spazio o una sbarra provano ad imporci un cambio di ideale.
Questo non dobbiamo renderlo nè tanto facile, nè tantomeno possibile: massima solidarietà a chiunque - oggiAggiungi un appuntamento per oggi come ieri - sceglie di manifestare il proprio disagio, alla propria maniera.... contro un sistema che NON ASCOLTA, NON SI SFORZA DI CAPIRE, MA TENDE A TERRORIZZARE SPARANDO NEL MUCCHIO DA PRIMA CON L'INFAMITA' DI UN DITO PUNTATO, E IN SEGUITO CON LA DISINFORMAZIONE MEDIATICA.
Collettivo Bujanov
Spazio Popolare Autogestito Donchisciotte - Valdarno
La loro colpa è stata quella di aver a loro volta manifestato solidarietà e vicinanza agli arrestati della retata del quattro maggio per reprimere il movimento studentesco fiorentino e lo spazio autogestito "400 Colpi".
Evidentemente attraverso il controllo esercitato con filmati e fotografie, la digos e le forze dell'ordine fiorentine, pensano di punire e reprimere un movimento che da anni lotta per un sistema diverso, per una socialità diversa, per un ideale di società che tanto si discosta dalla realtà nazionale e cittadina che stiamo vivendo in questa epoca.
Questo metodo infame di controllo continuo e a distanza, ha il solo scopo di prendere una manciata di manifestanti nel mucchio, secondo la vecchia teoria del "prenderne uno, per educarne cento"; un sistema che non accettiamo e al quale sicuramente non ci piegheremo ( come del resto tutto il movimento).
E' necessario, da subito, continuare da parte nostra a rivendicare differenti spazi di Altra Aggregazione, non fare un passo indietro rispetto alle nostre libertà di esprimere dissenso e - soprattutto - manifestare vicinanza verso chi, da oggiAggiungi un appuntamento per oggi, si trova stretto nella morsa della cosidetta legalità: attraverso una firma, un controllo dello spazio o una sbarra provano ad imporci un cambio di ideale.
Questo non dobbiamo renderlo nè tanto facile, nè tantomeno possibile: massima solidarietà a chiunque - oggiAggiungi un appuntamento per oggi come ieri - sceglie di manifestare il proprio disagio, alla propria maniera.... contro un sistema che NON ASCOLTA, NON SI SFORZA DI CAPIRE, MA TENDE A TERRORIZZARE SPARANDO NEL MUCCHIO DA PRIMA CON L'INFAMITA' DI UN DITO PUNTATO, E IN SEGUITO CON LA DISINFORMAZIONE MEDIATICA.
Collettivo Bujanov
Spazio Popolare Autogestito Donchisciotte - Valdarno
Arresti del 13 giugno 2011: firmare l'appello per la libertà di dissenso
E' stata lanciata una raccolta di firme per la difesa della libertà di dissenso. E' possibile aderirvi qui.
Questo il testo dell'appello. Per la libertà di dissenso
Le recenti azioni di polizia, con i provvedimenti restrittivi nei confronti di ventidue persone, in gran parte studenti di collettivi universitari fiorentini, e la comunicazione delle indagini nei confronti di altre cinquantasei, suscita interrogativi e timori.
Si è voluto creare l’evento mediatico, con un annuncio a sensazione che lasciava intravedere preoccupanti scenari cospirativi che, alla luce di quanto contestato materialmente alle persone coinvolte, e fermo restando le necessarie valutazioni su singoli episodi, si sono rivelati di fatto inesistenti: alcuni sporadici fatti di scarsa rilevanza, in occasione di numerose manifestazioni, in particolare relative all’opposizione alla “riforma” Gelmini.
Troppo poco per non far pensare ad una precisa strategia di costruzione dell’allarme sociale, attorno alla immancabile figura degli “anarchici” - diventata poi una improbabile “area anarcoide studentesca” – secondo la fin troppo conosciuta pratica della criminalizzazione delle aree di dissenso e contestazione, per creare discredito e isolamento.
Assistiamo al continuo innalzamento del livello di contrasto repressivo, anche in presenza di episodi di minima entità. Secondo la ricostruzione riferita dalle forze dell’ordine, ogni manifestazione degli ultimi due anni è stata seguita e documentata, e sono stati contestati - ingigantendone la portata - tutti i comportamenti appena “sopra le righe”: una scritta sul muro, un sit in non preannunciato, un petardo, diventano episodi da collegare forzatamente in un disegno eversivo, con conseguente contestazione del reato associativo. Pur non aumentando il livello di conflittualità sociale, aumenta la pressione poliziesca e giudiziaria.
Per questo intendiamo esprimere pubblicamente la solidarietà nei confronti di quanti sono stati colpiti da questa operazione, e manifestare le nostre preoccupazioni in merito al restringimento degli spazi di agibilità politica per chi esprime opposizione e dissenso.
In una fase in cui c’è un violento attacco allo stato sociale, alla scuola pubblica, ai beni comuni, e in cui le conseguenze più pesanti della crisi economica vengono fatte ricadere sulle fasce più deboli della popolazione e sui giovani, aumentando a dismisura le disuguaglianze sociali e l’insicurezza per il futuro di intere generazioni, in cui si cancellano diritti di lavoratori e cittadini e si rimettono in discussione principi basilari dell’ordinamento democratico antifascista, riteniamo gravissimo che si tenda a comprimere lo spazio di azione politica e sociale di opposizione e di lotta, etichettando ogni dissenso come comportamento deviante e criminale.
Primi firmatari: Vittorio Agnoletto, Forum Sociale Mondiale; Donatella Della Porta, Università europea Firenze; Alberto Ziparo, Università di Firenze; Ornella De Zordo, consigliera comunale Firenze; Tommaso Grassi, consigliere comunale Firenze; Sandro Targetti, consigliere comunale Campi Bisenzio; Lorenzo Guadagnucci, Verità e giustizia per Genova; John Gilbert, FLC CGIL; Cristiano Lucchi, giornalista; Moreno Biagioni; Edoardo Todaro, RSU COBAS Poste; Francesca Birini, RSU COBAS Poste; Tiziano Cardosi, NOTAV Firenze; Giuseppe Cazzato, RSU COBAS comune di Firenze; Alessandro Santoro, Comunità delle Piagge; Alessandro Nannini, RSU COBAS ATAF; Sara Nocentini, Anna Picciolini, Associazione per una Sinistra Unita e Plurale; Massimo Torelli, Associazione per una Sinistra Unita e Plurale; Francesca Riemma, RSU COBAS Poste; Alessandro Porcinai, RSU COBAS Publiacqua, Riccado Torregiani, Rete Antirazzista Firenze.
Le recenti azioni di polizia, con i provvedimenti restrittivi nei confronti di ventidue persone, in gran parte studenti di collettivi universitari fiorentini, e la comunicazione delle indagini nei confronti di altre cinquantasei, suscita interrogativi e timori.
Si è voluto creare l’evento mediatico, con un annuncio a sensazione che lasciava intravedere preoccupanti scenari cospirativi che, alla luce di quanto contestato materialmente alle persone coinvolte, e fermo restando le necessarie valutazioni su singoli episodi, si sono rivelati di fatto inesistenti: alcuni sporadici fatti di scarsa rilevanza, in occasione di numerose manifestazioni, in particolare relative all’opposizione alla “riforma” Gelmini.
Troppo poco per non far pensare ad una precisa strategia di costruzione dell’allarme sociale, attorno alla immancabile figura degli “anarchici” - diventata poi una improbabile “area anarcoide studentesca” – secondo la fin troppo conosciuta pratica della criminalizzazione delle aree di dissenso e contestazione, per creare discredito e isolamento.
Assistiamo al continuo innalzamento del livello di contrasto repressivo, anche in presenza di episodi di minima entità. Secondo la ricostruzione riferita dalle forze dell’ordine, ogni manifestazione degli ultimi due anni è stata seguita e documentata, e sono stati contestati - ingigantendone la portata - tutti i comportamenti appena “sopra le righe”: una scritta sul muro, un sit in non preannunciato, un petardo, diventano episodi da collegare forzatamente in un disegno eversivo, con conseguente contestazione del reato associativo. Pur non aumentando il livello di conflittualità sociale, aumenta la pressione poliziesca e giudiziaria.
Per questo intendiamo esprimere pubblicamente la solidarietà nei confronti di quanti sono stati colpiti da questa operazione, e manifestare le nostre preoccupazioni in merito al restringimento degli spazi di agibilità politica per chi esprime opposizione e dissenso.
In una fase in cui c’è un violento attacco allo stato sociale, alla scuola pubblica, ai beni comuni, e in cui le conseguenze più pesanti della crisi economica vengono fatte ricadere sulle fasce più deboli della popolazione e sui giovani, aumentando a dismisura le disuguaglianze sociali e l’insicurezza per il futuro di intere generazioni, in cui si cancellano diritti di lavoratori e cittadini e si rimettono in discussione principi basilari dell’ordinamento democratico antifascista, riteniamo gravissimo che si tenda a comprimere lo spazio di azione politica e sociale di opposizione e di lotta, etichettando ogni dissenso come comportamento deviante e criminale.
Primi firmatari: Vittorio Agnoletto, Forum Sociale Mondiale; Donatella Della Porta, Università europea Firenze; Alberto Ziparo, Università di Firenze; Ornella De Zordo, consigliera comunale Firenze; Tommaso Grassi, consigliere comunale Firenze; Sandro Targetti, consigliere comunale Campi Bisenzio; Lorenzo Guadagnucci, Verità e giustizia per Genova; John Gilbert, FLC CGIL; Cristiano Lucchi, giornalista; Moreno Biagioni; Edoardo Todaro, RSU COBAS Poste; Francesca Birini, RSU COBAS Poste; Tiziano Cardosi, NOTAV Firenze; Giuseppe Cazzato, RSU COBAS comune di Firenze; Alessandro Santoro, Comunità delle Piagge; Alessandro Nannini, RSU COBAS ATAF; Sara Nocentini, Anna Picciolini, Associazione per una Sinistra Unita e Plurale; Massimo Torelli, Associazione per una Sinistra Unita e Plurale; Francesca Riemma, RSU COBAS Poste; Alessandro Porcinai, RSU COBAS Publiacqua, Riccado Torregiani, Rete Antirazzista Firenze.
Etichette:
Invito all'adesione,
repressione,
solidarietà
Arresti del 13 giugno 2011: la preoccupazione di Rifondazione Comunista
La Federazione provinciale del PRC ritiene del tutto esorbitanti le misure cautelari disposte dal gip di Firenze nei confronti di 16 ragazzi, alcuni appartenenti allo "Spazio liberato 400 colpi", che gli organi di informazione si ostinano a definire con l'etichetta generica e superficiale di "anarchici".
Il PRC, pur nella diversità della propria lotta e azione politica rispetto a quella dei giovani indagati, ritiene che le misure giudiziarie e di polizia adottate, oltre ad apparire esagerate rispetto agli accadimenti, non siano sicuramente la risposta migliore e la più idonea ad affrontare le problematiche denunciate da questi ragazzi. Se la politica cittadina, invece di lanciare anatemi, sapesse confrontarsi (e soprattutto risolvere) le questioni poste, renderebbe un servizio al territorio, alla convivenza democratica e alla politica.
Chiunque rifiuta il modello sociale ed economico imperante non può essere tout court tacciato di essere un estremista o un terrorista. Piaccia o non piaccia la politica cittadina deve delle risposte a questi giovani.
La storia ci insegna che la criminalizzazione del dissenso, anche di quello più estremo, non ha mai generato maggiore sicurezza, ma al contrario minore libertà.
Per la segreteria provinciale del PRC di Firenze.
il Segretario Andrea Malpezzi
Il PRC, pur nella diversità della propria lotta e azione politica rispetto a quella dei giovani indagati, ritiene che le misure giudiziarie e di polizia adottate, oltre ad apparire esagerate rispetto agli accadimenti, non siano sicuramente la risposta migliore e la più idonea ad affrontare le problematiche denunciate da questi ragazzi. Se la politica cittadina, invece di lanciare anatemi, sapesse confrontarsi (e soprattutto risolvere) le questioni poste, renderebbe un servizio al territorio, alla convivenza democratica e alla politica.
Chiunque rifiuta il modello sociale ed economico imperante non può essere tout court tacciato di essere un estremista o un terrorista. Piaccia o non piaccia la politica cittadina deve delle risposte a questi giovani.
La storia ci insegna che la criminalizzazione del dissenso, anche di quello più estremo, non ha mai generato maggiore sicurezza, ma al contrario minore libertà.
Per la segreteria provinciale del PRC di Firenze.
il Segretario Andrea Malpezzi
Arresti del 13 giugno 2011: solidarietà dal Centro Politico 1921 (Livorno)
Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai compagni e le compagne fiorentinie che per l'ennesima volta sono stati colpiti dalla repressione.
Nel capoluogo toscano è in atto già da molti mesi una chiara volontà di reprimere ogni forma di dissenso e di lotta.
Sono sotto attacco anni di battaglie per la riappropiazione dei diritti fondamentali come la casa, il lavoro e valori quali l'antifascismo e l'antirazzismo.
Il "democratico" Renzi, noto frequentatore di Arcore, tollera come sempre ogni forma di fascismo (passato e presente) secondo la vecchia logica di riappacificazione storica revisionista molto di moda sia a destra che a sinistra.
Il centro politico 1921 è a fianco di tuttie i compagni e le compagne colpite e parteciperà alle inziative di solidarietà in programma.
La repressione non fermerà le nostre lotte.
Nel capoluogo toscano è in atto già da molti mesi una chiara volontà di reprimere ogni forma di dissenso e di lotta.
Sono sotto attacco anni di battaglie per la riappropiazione dei diritti fondamentali come la casa, il lavoro e valori quali l'antifascismo e l'antirazzismo.
Il "democratico" Renzi, noto frequentatore di Arcore, tollera come sempre ogni forma di fascismo (passato e presente) secondo la vecchia logica di riappacificazione storica revisionista molto di moda sia a destra che a sinistra.
Il centro politico 1921 è a fianco di tuttie i compagni e le compagne colpite e parteciperà alle inziative di solidarietà in programma.
La repressione non fermerà le nostre lotte.
martedì 14 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: solidarietà da Rifondazione Comunista (Campi B.)
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Circolo Gramsci Campi Bisenzio
Piazza Matteucci
COMUNICATO STAMPA:
NO ALLA REPRESSIONE ED ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO
Il Circolo PRC di Campi Bisenzio denuncia la spirale repressiva e di criminalizzazione del dissenso che ieri mattina ha visto l’arresto di 7 compagni e l’obbligo di firma per altri 9 (che si aggiungono ai 78 già sotto inchiesta), nell’ambito di una vicenda giudiziaria che sta colpendo duramente l’opposizione sociale e politica a Firenze, mentre si ripetono gli sgomberi nei confronti dei migranti e di quanti lottano per il diritto alla casa.
A maggior ragione dopo la bella vittoria referendaria, occorre respingere fermamente il tentativo di isolare e criminalizzare intere aree sociali (studenti, precari, migranti, senza casa), protagoniste di lotte molto importanti ed avanzate, occorre rompere la spirale della repressione e costruire intorno agli obiettivi ed alle forme di lotta (diritti sociali, lotte operaie, difesa degli spazi pubblici e dei beni comuni, disubbidienza civile…) un ampio schieramento di consenso e di partecipazione popolare, che rappresenta il migliore antidoto nei confronti delle politiche repressive.
Il Circolo PRC di Campi Bisenzio esprime solidarietà a tutti i compagni arrestati e/o sottoposti a qualsiasi forma di limitazione della libertà personale. Liberi tutti! Estendiamo e rafforziamo il movimento di lotta!
Lorenzo Ballerini, segretario del circolo PRC Campi Bisenzio
Sandro Targetti, consigliere comunale ”Rifondazione-Comunisti Italiani/Sinistra Alternativa”
Campi Bisenzio 14 giugno 2011
rifondazione.campibisenzio@gmail.com
satarge@aliceposta.it
Circolo Gramsci Campi Bisenzio
Piazza Matteucci
COMUNICATO STAMPA:
NO ALLA REPRESSIONE ED ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO
Il Circolo PRC di Campi Bisenzio denuncia la spirale repressiva e di criminalizzazione del dissenso che ieri mattina ha visto l’arresto di 7 compagni e l’obbligo di firma per altri 9 (che si aggiungono ai 78 già sotto inchiesta), nell’ambito di una vicenda giudiziaria che sta colpendo duramente l’opposizione sociale e politica a Firenze, mentre si ripetono gli sgomberi nei confronti dei migranti e di quanti lottano per il diritto alla casa.
A maggior ragione dopo la bella vittoria referendaria, occorre respingere fermamente il tentativo di isolare e criminalizzare intere aree sociali (studenti, precari, migranti, senza casa), protagoniste di lotte molto importanti ed avanzate, occorre rompere la spirale della repressione e costruire intorno agli obiettivi ed alle forme di lotta (diritti sociali, lotte operaie, difesa degli spazi pubblici e dei beni comuni, disubbidienza civile…) un ampio schieramento di consenso e di partecipazione popolare, che rappresenta il migliore antidoto nei confronti delle politiche repressive.
Il Circolo PRC di Campi Bisenzio esprime solidarietà a tutti i compagni arrestati e/o sottoposti a qualsiasi forma di limitazione della libertà personale. Liberi tutti! Estendiamo e rafforziamo il movimento di lotta!
Lorenzo Ballerini, segretario del circolo PRC Campi Bisenzio
Sandro Targetti, consigliere comunale ”Rifondazione-Comunisti Italiani/Sinistra Alternativa”
Campi Bisenzio 14 giugno 2011
rifondazione.campibisenzio@gmail.com
satarge@aliceposta.it
Arresti del 13 giugno 2011: solidarietà da Askapena (Paesi Baschi)
ARRESTI A FIRENZE.
LA REPRESSIONE NON FERMERÁ LA LOTTA.
La mattina di lunedì 13 ci é arrivata la notizia di una nuova operazione contro il movimento studentesco e antagonista fiorentino e milanese: sono state inquisite 16 persone di cui uno è in carcere, 7 agli arresti domociliari e altri 9 hanno l'obbligo di firma. Così, tra maggio e giugno, più di 100 persone sono state indagate e 35 hanno limitata, in un modo o nell'altro, la propria libertà.
Dai Paesi Baschi, l'organizzazione internazionalista Askapena e il collettivo studentesco nazionale Ikasle Abertzaleak, vogliamo, prima di tutto, esprimere la nostra solidarietà alle compagne e compagni indagati in queste operazioni repressive. Compagne e compagni che nei loro luoghi di studio, di lavoro,nei quartieri, centri sociali e paesi lottano e combattono a fianco dei settori popolari contro il sistema oppressore e sfruttatore.
In più vogliamo dennunciare l'ondata repressiva che negli ultimi mesi ha coinvolto numerosi compagni e compagne in tutta Italia. Osserviamo con preoccupazione come lo stato italiano stia applicando una legislazione repressiva di carattere preventivo contro i movimenti popolari che esprimono il proprio dissenso e propongono alternative di classe; con misure sproporzionate e retate di massa.
Così, la “democrazia” italiana, come tante altre “democrazie” occidentali che attaccano altri paesi con la scusa di difendere dei diritti civili e democratici, li nega sistematicamente nel proprio territorio. Arrestando e reprimendo con varie misure i settori piu attivi della propria società, e in particolar modo, il movimento studentesco, ovvero, coloro che costruiranno un futuro diverso.
Da Euskal Herria, in nome del movimento popolare basco, va il nostro abbraccio rivoluzionario alle compagne e compagni indagate/i, e ai loro amici e famigliari, fratelli e sorelle di lotta con i quali abbiamo avuto l'opportunità di lottare e con i quali continueremo a lottare.
Askapena e Ikasle Abertzaleak.
14 giugno 2011.
LA REPRESSIONE NON FERMERÁ LA LOTTA.
La mattina di lunedì 13 ci é arrivata la notizia di una nuova operazione contro il movimento studentesco e antagonista fiorentino e milanese: sono state inquisite 16 persone di cui uno è in carcere, 7 agli arresti domociliari e altri 9 hanno l'obbligo di firma. Così, tra maggio e giugno, più di 100 persone sono state indagate e 35 hanno limitata, in un modo o nell'altro, la propria libertà.
Dai Paesi Baschi, l'organizzazione internazionalista Askapena e il collettivo studentesco nazionale Ikasle Abertzaleak, vogliamo, prima di tutto, esprimere la nostra solidarietà alle compagne e compagni indagati in queste operazioni repressive. Compagne e compagni che nei loro luoghi di studio, di lavoro,nei quartieri, centri sociali e paesi lottano e combattono a fianco dei settori popolari contro il sistema oppressore e sfruttatore.
In più vogliamo dennunciare l'ondata repressiva che negli ultimi mesi ha coinvolto numerosi compagni e compagne in tutta Italia. Osserviamo con preoccupazione come lo stato italiano stia applicando una legislazione repressiva di carattere preventivo contro i movimenti popolari che esprimono il proprio dissenso e propongono alternative di classe; con misure sproporzionate e retate di massa.
Così, la “democrazia” italiana, come tante altre “democrazie” occidentali che attaccano altri paesi con la scusa di difendere dei diritti civili e democratici, li nega sistematicamente nel proprio territorio. Arrestando e reprimendo con varie misure i settori piu attivi della propria società, e in particolar modo, il movimento studentesco, ovvero, coloro che costruiranno un futuro diverso.
Da Euskal Herria, in nome del movimento popolare basco, va il nostro abbraccio rivoluzionario alle compagne e compagni indagate/i, e ai loro amici e famigliari, fratelli e sorelle di lotta con i quali abbiamo avuto l'opportunità di lottare e con i quali continueremo a lottare.
Askapena e Ikasle Abertzaleak.
14 giugno 2011.
lunedì 13 giugno 2011
Arresti del 13 giugno 2011: presidio in via Cavour e primo comunicato
Lunedi 13 giugno alle ore 18.00 presidio contro gli arresti sotto la Prefettura di Firenze in via Cavour.
Un primo comuinicato di alcune realtà fiorentine
Nuovi arresti a Firenze. Non si ferma l'attacco repressivo contro l'opposizione politica e sociale
Non si ferma l'ondata repressiva nei confronti delle realtà politiche e sociali fiorentine. Questa mattina, esaurita la cosiddetta “operazione “400colpi”, la Digos ha proceduto all'arresto di 7 compagni/e e l'obbligo di firma per altri 9.
Di questi uno è stato rinchiuso nel carcere di San Vittore, e gli altri 6 agli arresti domiciliari.
Le motivazioni sono riconducibili ai comportamenti tenuti durante le manifestazioni in risposta agli arresti del 4 maggio.
Non vogliamo stare qui a disquisire sulla entità dei fatti per i quali sono state emesse le custodie cautelari, o se siano o meno troppo pesanti, ma ci interessa rilevare il quadro repressivo che da troppo tempo impunemente si dispiega su tutte le componenti sociali e politiche nella nostra città.
Il clima è cambiato e non ci vuole molto a capirlo, ma nemmeno può essere una facile semplificazione o una sua inconscia accettazione.
Hanno iniziato con gli avvisi orali per gli studenti, hanno proseguito con sei mesi di arresto per un semplice petardo, con gli arresti della famosa operazione 400 colpi, con gli obblighi di firma, con la presunta associazione a delinquere per giustificare le misure cautelari, per arrivare poi agli arresti di oggi. Trentacinque compagni/e tra studenti, militanti di centri sociali sono attualmente sotto misure restrittive, ovvero resi inoffensivi, privati della libertà individuale, ma allo stesso tempo privati della loro possibilità di essere in prima persona dentro le lotte di cui sono parte, e continuano ad esserlo al nostro fianco.
Firenze città aperta! Questo era lo slogan con cui veniva elogiata la Firenze del social forum. Se non pensavamo che lo fosse allora, è ben chiaro a tutti che ancor meno possa descrivere quella attuale.
Firenze città della repressione, degli spazi chiusi, delle piazze blindate, degli sgomberi dei richiedenti asilo, delle operazioni mediatiche ben funzionali alle strategie repressive verso le legittime richieste degli studenti. La città dove anche l'Ataf partecipa attivamente alla repressione con le denunce verso i manifestanti per interruzione di pubblico servizio.
Un clima in cui sarebbe un errore non sentirsi direttamente coinvolti per chiunque pensi che sia necessario non sottacere davanti alle ingiustizie, non fermarsi davanti ai divieti o alle nuove disposizioni restrittive quando le ragioni di chi lotta sono quelle della “giustizia”, quella vera. La giustizia che non nasce dai tribunali, dalle divisioni investigative, ma quella che da sempre anima le istanze di chi lotta in una fabbrica come in una scuola, nelle carceri e in quartiere.
SOLIDARIETA' A TUTTI/E I COLPITI DALLA REPRESSIONE
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud
Cantiere Sociale K100
Collettivo Politico Scienze Politiche
Collettivo di Lettere e Filosofia
Iscriviti a:
Post (Atom)