Giovedì 25 ottobre si è svolta presso il Tribunale
di Firenze l’udienza preliminare del Processo contro il Movimento
fiorentino dopo lo slittamento del 14 giugno scorso.
Dopo le 35 misure cautelari tra arresti e obblighi di firme imposte dal GIP lo scorso anno, ora il giudice per l’udienza preliminare ha deciso di rinviare a giudizio 85 imputati su 86, fissando la prima udienza del I grado per il 3 maggio 2013.
Rimane quindi in piedi l’accusa di associazione a delinquere che, se da una parte è un capo d’imputazione contestato “soltanto” a 7 degli ormai 85 imputati, dall’altro è l’accusa che continua a tenere in piedi questo maxiprocesso e assieme tutta la montatura giudiziaria.
Altro elemento da non sottovalutare, anch’esso per il dato politico che sottintende, è la costituzione delle parti civili: enti pubblici e privati, banche, leghisti, neofascisti, digos e polizia.
Un tentativo di caricare maggiormente le richieste dell’accusa e includere direttamente nei processi penali alcuni dei soggetti che potremmo definire complici o responsabili della gestione della crisi del capitalismo, delle sue ricadute sulla vita di milioni tra lavoratori e studenti, e che per questo erano stati oggetto di contestazioni e manifestazioni.
In questo senso ribadiamo ciò che gli imputati hanno già detto in più occasioni: per tutti questi motivi, per il tentativo di utilizzare l’accusa di associazione a delinquere contro il dissenso, per il fatto di mettere sul banco degli imputati quelle che sono pratiche consuete in qualsiasi contesto si sviluppi una forma di lotta o resistenza, questo processo dovrebbe rappresentare un problema per tutti coloro che pensano sia importate continuare a lottare per cambiare la prospettiva di un futuro che si fa sempre più buio.
Processi come questo, mentre le misure di austerità tendono a privarci anche di quel poco che potevamo stringere in mano, sono funzionali alla chiusura di ogni spazio di agibilità a chi vorrebbe rappresentare un’opposizione politica e sociale al Governo Monti e a chi lo succederà, segnando in modo indelebile la soglia di ciò che è consentito e ciò che non lo sarà più. Concludiamo rinnovando ancora una volta la nostra solidarietà nei confronti degli imputati.
LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!
Centro Popolare Autogestito fi-sud
Collettivo Politico di Scienze Politiche - Firenze
Dopo le 35 misure cautelari tra arresti e obblighi di firme imposte dal GIP lo scorso anno, ora il giudice per l’udienza preliminare ha deciso di rinviare a giudizio 85 imputati su 86, fissando la prima udienza del I grado per il 3 maggio 2013.
Rimane quindi in piedi l’accusa di associazione a delinquere che, se da una parte è un capo d’imputazione contestato “soltanto” a 7 degli ormai 85 imputati, dall’altro è l’accusa che continua a tenere in piedi questo maxiprocesso e assieme tutta la montatura giudiziaria.
Altro elemento da non sottovalutare, anch’esso per il dato politico che sottintende, è la costituzione delle parti civili: enti pubblici e privati, banche, leghisti, neofascisti, digos e polizia.
Un tentativo di caricare maggiormente le richieste dell’accusa e includere direttamente nei processi penali alcuni dei soggetti che potremmo definire complici o responsabili della gestione della crisi del capitalismo, delle sue ricadute sulla vita di milioni tra lavoratori e studenti, e che per questo erano stati oggetto di contestazioni e manifestazioni.
In questo senso ribadiamo ciò che gli imputati hanno già detto in più occasioni: per tutti questi motivi, per il tentativo di utilizzare l’accusa di associazione a delinquere contro il dissenso, per il fatto di mettere sul banco degli imputati quelle che sono pratiche consuete in qualsiasi contesto si sviluppi una forma di lotta o resistenza, questo processo dovrebbe rappresentare un problema per tutti coloro che pensano sia importate continuare a lottare per cambiare la prospettiva di un futuro che si fa sempre più buio.
Processi come questo, mentre le misure di austerità tendono a privarci anche di quel poco che potevamo stringere in mano, sono funzionali alla chiusura di ogni spazio di agibilità a chi vorrebbe rappresentare un’opposizione politica e sociale al Governo Monti e a chi lo succederà, segnando in modo indelebile la soglia di ciò che è consentito e ciò che non lo sarà più. Concludiamo rinnovando ancora una volta la nostra solidarietà nei confronti degli imputati.
LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!
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