Un film già visto, regia della questura di Firenze che la mattina del 4 maggio 2011 ha perquisito le abitazioni di 22 compagni, arrestato 5 di loro, uno dei quali del CPA, e sottoposto gli altri a obbligo di firma: l’accusa è di associazione a delinquere, la stessa che meno di un mese fa ha portato a perquisizioni in tutt’Italia e all’arresto di 5 militanti del Collettivo Fuori Luogo di Bologna alla cui sede sono stati posti i sigilli.
Una nuova operazione repressiva che fa parte di un’inchiesta all’interno della quale sono indagati 78 compagni appartenenti a diverse realtà fiorentine.
Una realtà che ci restituisce il livello di repressione con cui dobbiamo scontrarci, tanto da giustificare la collaborazione tra Digos e servizi segreti interni che si pongono il fine di smantellare interi collettivi e chiudere spazi di socialità, lotta e aggregazione.
Questa è la cosiddetta democrazia borghese, lo stato di diritto o le libertà che in molti credevano intoccabili: occupazioni, cortei non autorizzati, attacchinaggi o blocchi stradali vengono utilizzati per avvalorare il teorema di un disegno criminoso.
Ad essere sul banco degli imputati sono le pratiche quotidiane di chi si rende protagonista delle lotte che si sviluppano, non solo sul territorio fiorentino, ma ovunque avvengano mobilitazioni contro le contraddizioni che la crisi del capitalismo sta rendendo sempre più gravi.
Non siamo stati e non staremo a guardare mentre si cerca di smantellare scuola e università pubblica, si privatizzano beni comuni e settori indispensabili per la qualità della vita di ognuno di noi come l’acqua o i trasporti, si attaccano i diritti dei lavoratori e si moltiplicano le guerre.
Così come in passato anche stavolta non staremo in silenzio di fronte alla repressione mentre, con una strategia alternativa all'applicazione dei reati associativi di matrice politica, si cerca di incarcerare e mettere a tacere tutti i compagni che si battono per un futuro che superi la logica del profitto, dello sfruttamento e delle disuguaglianze.
Come compagni e compagne del CPA Firenze Sud esprimiamo tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai compagni indagati, perquisiti, arrestati o sottoposti a l’obbligo di firma, senza dimenticare che la solidarietà è un'arma che non può essere piegata, che teniamo stretta a ricordare a procure e questure che saremo più forti delle loro leggi e delle loro galere.
Una nuova operazione repressiva che fa parte di un’inchiesta all’interno della quale sono indagati 78 compagni appartenenti a diverse realtà fiorentine.
Una realtà che ci restituisce il livello di repressione con cui dobbiamo scontrarci, tanto da giustificare la collaborazione tra Digos e servizi segreti interni che si pongono il fine di smantellare interi collettivi e chiudere spazi di socialità, lotta e aggregazione.
Questa è la cosiddetta democrazia borghese, lo stato di diritto o le libertà che in molti credevano intoccabili: occupazioni, cortei non autorizzati, attacchinaggi o blocchi stradali vengono utilizzati per avvalorare il teorema di un disegno criminoso.
Ad essere sul banco degli imputati sono le pratiche quotidiane di chi si rende protagonista delle lotte che si sviluppano, non solo sul territorio fiorentino, ma ovunque avvengano mobilitazioni contro le contraddizioni che la crisi del capitalismo sta rendendo sempre più gravi.
Non siamo stati e non staremo a guardare mentre si cerca di smantellare scuola e università pubblica, si privatizzano beni comuni e settori indispensabili per la qualità della vita di ognuno di noi come l’acqua o i trasporti, si attaccano i diritti dei lavoratori e si moltiplicano le guerre.
Così come in passato anche stavolta non staremo in silenzio di fronte alla repressione mentre, con una strategia alternativa all'applicazione dei reati associativi di matrice politica, si cerca di incarcerare e mettere a tacere tutti i compagni che si battono per un futuro che superi la logica del profitto, dello sfruttamento e delle disuguaglianze.
Come compagni e compagne del CPA Firenze Sud esprimiamo tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai compagni indagati, perquisiti, arrestati o sottoposti a l’obbligo di firma, senza dimenticare che la solidarietà è un'arma che non può essere piegata, che teniamo stretta a ricordare a procure e questure che saremo più forti delle loro leggi e delle loro galere.
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