Venerdì 8 ottobre migliaia di studenti si sono riversati per le strade di Firenze.
Sono partiti in corteo da Piazza S.Marco e per tutta la mattinata hanno manifestato per le vie del centro cittadino e sui viali.
Il giorno successivo il triumvirato composto dal nuovo Prefetto, dall’Assessore ai Trasporti della Giunta di centro-"sinistra" e dai dirigenti ATAF, dichiarava che da quel momento sarebbe stato proibito qualsiasi concentramento in Piazza S.Marco e manifestare sui viali, oltre che in Piazza Signoria, rispolverando un vecchio decreto ministeriale.
Se i fiorentini sono costretti a confrontarsi quotidianamente con il problema del traffico e del trasporto pubblico, a Prefetto, Assessori e dirigenza ATAF probabilmente interessa solo per giustificare la precettazione ai lavoratori ATAF in caso di sciopero, per chiedere risarcimenti per migliaia di euro o, come in questo caso, per restringere ulteriormente gli spazi di agibilità e libertà in questa città.
Al di là delle strumentali scuse sulla viabilità, l’aspetto repressivo è l’unico modo in cui questo divieto può essere letto, nel tentativo di isolare cortei e manifestanti cercando di renderli invisibili alla città.
Ma la gravità della questione va anche oltre il tentativo di impedire quella piazza: vuol dire provare a chiudere con una tradizione storica per il movimento fiorentino e per chi in questa città ha scelto di lottare.
Provvedimenti come questo non sono casi isolati, ma il frutto di un clima più generale che ormai da anni respiriamo anche a Firenze.
Viviamo in una città dove, con la scusa della “lotta al degrado” abbiamo assistito ad una sempre maggiore militarizzazione delle piazze ormai chiuse anche alla socialità dei più giovani.
Santa Croce, il Porcellino, Santo Spirito e adesso Sant'Ambrogio sono solo alcuni degli esempi che possono aiutarci a capire come secondo l'amministrazione comunale e la questura dovrebbero svilupparsi i nostri rapporti sociali nel tentativo di relegarli e regalarli al guadagno di locali e localini.
Rompere il divieto imposto su Piazza S.Marco è importante non tanto per una sorta di amarcord (come già si è espresso qualche ex "sinistro") ma bensì, perché in questa città non devono esistere divieti di manifestazione: gli unici titolati a decidere dove le manifestazioni possono svolgersi sono esclusivamente i promotori delle stesse.
Invitiamo tutti a non far passare sotto silenzio questo divieto ed a discuterne individuando un momento per lanciare tutti assieme un concentramento in Piazza S.Marco.
L'assemblea del CPA fi-sud si svolge ogni martedì in Via Villamagna 27a in Gavinana alle ore 21.30
Sono partiti in corteo da Piazza S.Marco e per tutta la mattinata hanno manifestato per le vie del centro cittadino e sui viali.
Il giorno successivo il triumvirato composto dal nuovo Prefetto, dall’Assessore ai Trasporti della Giunta di centro-"sinistra" e dai dirigenti ATAF, dichiarava che da quel momento sarebbe stato proibito qualsiasi concentramento in Piazza S.Marco e manifestare sui viali, oltre che in Piazza Signoria, rispolverando un vecchio decreto ministeriale.
Se i fiorentini sono costretti a confrontarsi quotidianamente con il problema del traffico e del trasporto pubblico, a Prefetto, Assessori e dirigenza ATAF probabilmente interessa solo per giustificare la precettazione ai lavoratori ATAF in caso di sciopero, per chiedere risarcimenti per migliaia di euro o, come in questo caso, per restringere ulteriormente gli spazi di agibilità e libertà in questa città.
Al di là delle strumentali scuse sulla viabilità, l’aspetto repressivo è l’unico modo in cui questo divieto può essere letto, nel tentativo di isolare cortei e manifestanti cercando di renderli invisibili alla città.
Ma la gravità della questione va anche oltre il tentativo di impedire quella piazza: vuol dire provare a chiudere con una tradizione storica per il movimento fiorentino e per chi in questa città ha scelto di lottare.
Provvedimenti come questo non sono casi isolati, ma il frutto di un clima più generale che ormai da anni respiriamo anche a Firenze.
Viviamo in una città dove, con la scusa della “lotta al degrado” abbiamo assistito ad una sempre maggiore militarizzazione delle piazze ormai chiuse anche alla socialità dei più giovani.
Santa Croce, il Porcellino, Santo Spirito e adesso Sant'Ambrogio sono solo alcuni degli esempi che possono aiutarci a capire come secondo l'amministrazione comunale e la questura dovrebbero svilupparsi i nostri rapporti sociali nel tentativo di relegarli e regalarli al guadagno di locali e localini.
Rompere il divieto imposto su Piazza S.Marco è importante non tanto per una sorta di amarcord (come già si è espresso qualche ex "sinistro") ma bensì, perché in questa città non devono esistere divieti di manifestazione: gli unici titolati a decidere dove le manifestazioni possono svolgersi sono esclusivamente i promotori delle stesse.
Invitiamo tutti a non far passare sotto silenzio questo divieto ed a discuterne individuando un momento per lanciare tutti assieme un concentramento in Piazza S.Marco.
L'assemblea del CPA fi-sud si svolge ogni martedì in Via Villamagna 27a in Gavinana alle ore 21.30
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