Il 5 di novembre 2010 si terrà a Firenze il Processo di Appello a carico dei 13 manifestanti condannati in primo grado il 29 gennaio del 2008 per resistenza aggravata a 7 anni di carcere per aver partecipato nel lontano 1999 alle manifestazioni contro la guerra in Jugoslavia.
Il 13 maggio del 1999, in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base, in tutta Italia vi furono manifestazioni regionali per protestare contro la guerra in Jugoslavia, voluta dagli Usa di Clinton e dalla Nato ed appoggiata dal governo D’Alema, che con una circolare del ministero degli interni invitò polizia e carabinieri a reprimere le manifestazioni vicino alle sedi consolari Usa.
A Firenze il corteo regionale di oltre 3.000 persone si concluse sotto il consolato degli Stati Uniti e qui fu violentemente caricato dalle forze dell’ordine, come documentato da testimonianze ed immagini video: le cariche causarono numerosi feriti ed una ragazza fu operata ad un occhio. La giornata finì con l’occupazione simbolica della sede dei DS, allora partito del Presidente del Consiglio D’Alema in un clima di rabbia ed indignazione per le violenze subite.
Il giorno dopo le veline della Questura, con accuse di guerriglia e violenze preorganizzate, cercarono immediatamente di criminalizzare i manifestanti per giustificare gli attacchi polizieschi criticati persino da Striscia la Notizia.
Dopo quasi dieci anni è arrivata l’incredibile sentenza di 7 anni per tutti e 13 gli imputati con la sola accusa di resistenza aggravata.
Episodi come questo, non a caso parallelo alla prima guerra umanitaria combattuta e rivendicata dall’Italia, hanno evidenziato nel tempo un cambiamento significativo nelle strategie di repressione dei movimenti e di controllo sociale. Da allora una lunga serie di interventi militari umanitari si sono susseguiti, fino ad arrivare alle odierne guerre in Iraq ed Afghanistan: come tanti sono stati gli episodi ed i momenti in cui la repressione ha svolto un importante ruolo politico, dalle piazze del Global Forum di Napoli a Genova 2001, alle decine di inchieste politiche e per reati associativi a carico di comunisti, anarchici, lavoratori e studenti, fino all'uso dei provvedimenti extragiudiziari, come multe, avvisi orali o fogli di via.
Numerosa, purtroppo, sarebbe la lista delle inchieste, dei processi politici, degli arresti, delle perquisizioni, dei teoremi che hanno segnato questi lunghi 10 anni, a fianco di un progressivo attacco ai diritti di lavoratori e immigrati, alla stessa libertà di critica, quando si trasforma una contestazione o un fumogeno in un atto terroristico!
Inoltre in questi 10 anni abbiamo visto sia un pesante revisionismo contro la Resistenza che il finanziamento e la sovraesposizione dei gruppuscoli neofascisti, come Forza Nuova o Casa Pound, con il ruolo unicamente di provocazione e di repressione come le tante inchieste contro gli antifascisti dimostrano anche qui in Toscana, con la montatura di Pistoia o i fatti di Via della Scala a Firenze.
Tutto questo è avvenuto anche con il consenso del centrosinistra, che, se da un lato denuncia il pericolo autoritario della destra di governo, dall'altro appoggia guerre umanitarie e repressione politica. Di fronte ad un sistema economico e ideologico in grave crisi, che porta con se la perdita dei legami sociali ed una pericolosa spinta reazionaria, secondo tutte le forze “democratiche”gli oppositori vanno repressi, chi esprime una critica radicale va zittito, chi cerca la costruzione di altri rapporti sociali va isolato.
Ma nonostante processi, arresti, intimidazioni, noi siamo ancora qui, cerchiamo ancora di costruire rapporti sociali solidali, non determinati dal profitto, rappresentare ancora la possibilità di cambiare, di non accettare questa situazione, economica e sociale.
E proprio per questo siamo ancora al fianco dei 13 compagni condannati e di chi subisce ogni giorno la repressione
SABATO 23 OTTOBRE al CPA Firenze Sud
GIORNATA DI SOLIDARIETA'
dalle ore 16.30 assemblea dibattito – alle 21.00 cena di solidarietà – alle 23.00 concerto
Il 13 maggio del 1999, in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base, in tutta Italia vi furono manifestazioni regionali per protestare contro la guerra in Jugoslavia, voluta dagli Usa di Clinton e dalla Nato ed appoggiata dal governo D’Alema, che con una circolare del ministero degli interni invitò polizia e carabinieri a reprimere le manifestazioni vicino alle sedi consolari Usa.
A Firenze il corteo regionale di oltre 3.000 persone si concluse sotto il consolato degli Stati Uniti e qui fu violentemente caricato dalle forze dell’ordine, come documentato da testimonianze ed immagini video: le cariche causarono numerosi feriti ed una ragazza fu operata ad un occhio. La giornata finì con l’occupazione simbolica della sede dei DS, allora partito del Presidente del Consiglio D’Alema in un clima di rabbia ed indignazione per le violenze subite.
Il giorno dopo le veline della Questura, con accuse di guerriglia e violenze preorganizzate, cercarono immediatamente di criminalizzare i manifestanti per giustificare gli attacchi polizieschi criticati persino da Striscia la Notizia.
Dopo quasi dieci anni è arrivata l’incredibile sentenza di 7 anni per tutti e 13 gli imputati con la sola accusa di resistenza aggravata.
Episodi come questo, non a caso parallelo alla prima guerra umanitaria combattuta e rivendicata dall’Italia, hanno evidenziato nel tempo un cambiamento significativo nelle strategie di repressione dei movimenti e di controllo sociale. Da allora una lunga serie di interventi militari umanitari si sono susseguiti, fino ad arrivare alle odierne guerre in Iraq ed Afghanistan: come tanti sono stati gli episodi ed i momenti in cui la repressione ha svolto un importante ruolo politico, dalle piazze del Global Forum di Napoli a Genova 2001, alle decine di inchieste politiche e per reati associativi a carico di comunisti, anarchici, lavoratori e studenti, fino all'uso dei provvedimenti extragiudiziari, come multe, avvisi orali o fogli di via.
Numerosa, purtroppo, sarebbe la lista delle inchieste, dei processi politici, degli arresti, delle perquisizioni, dei teoremi che hanno segnato questi lunghi 10 anni, a fianco di un progressivo attacco ai diritti di lavoratori e immigrati, alla stessa libertà di critica, quando si trasforma una contestazione o un fumogeno in un atto terroristico!
Inoltre in questi 10 anni abbiamo visto sia un pesante revisionismo contro la Resistenza che il finanziamento e la sovraesposizione dei gruppuscoli neofascisti, come Forza Nuova o Casa Pound, con il ruolo unicamente di provocazione e di repressione come le tante inchieste contro gli antifascisti dimostrano anche qui in Toscana, con la montatura di Pistoia o i fatti di Via della Scala a Firenze.
Tutto questo è avvenuto anche con il consenso del centrosinistra, che, se da un lato denuncia il pericolo autoritario della destra di governo, dall'altro appoggia guerre umanitarie e repressione politica. Di fronte ad un sistema economico e ideologico in grave crisi, che porta con se la perdita dei legami sociali ed una pericolosa spinta reazionaria, secondo tutte le forze “democratiche”gli oppositori vanno repressi, chi esprime una critica radicale va zittito, chi cerca la costruzione di altri rapporti sociali va isolato.
Ma nonostante processi, arresti, intimidazioni, noi siamo ancora qui, cerchiamo ancora di costruire rapporti sociali solidali, non determinati dal profitto, rappresentare ancora la possibilità di cambiare, di non accettare questa situazione, economica e sociale.
E proprio per questo siamo ancora al fianco dei 13 compagni condannati e di chi subisce ogni giorno la repressione
SABATO 23 OTTOBRE al CPA Firenze Sud
GIORNATA DI SOLIDARIETA'
dalle ore 16.30 assemblea dibattito – alle 21.00 cena di solidarietà – alle 23.00 concerto
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