Insorgiam,
ci chiamano gli schiavi,
sbirri della Libertà,
i bastardi non figli degli avi
che fecero la nostra Unità.
Il fascismo ci rese ribaldi
vili servi del gran capital
freme a noi tra di noi Garibaldi,
muoia dunque chi vili ci fa.
Vanno sul mondo mosse
dal vento di vittoria,
van le Bandiere Rosse
a rinnovar la storia.
Dagli aspri monti ai piani
cantano i Partigiani.
Dagli aspri monti ai piani
cantano i Partigiani.
Insorgiam,
il mondo si solleva
contro i nostri sfruttator;
passa l'orda gigante e si leva
l'era nuova di pace e d'amor.
Ogni popolo è il solo padrone
della patria e del proprio avvenir;
non più guerre, non più distruzione,
solo forza che sa costruir.
Vanno sul mondo mosse
dal vento di vittoria,
van le Bandiere Rosse
a rinnovar la storia.
Dagli aspri monti ai piani
cantano i Partigiani.
Dagli aspri monti ai piani
cantano i Partigiani.
Il fiorentino Cesare Massai si trovava nel 1942 prigioniero politico a Castelfranco Emilia: La canzone sarebbe nata in carcere nell'autunno dello stesso anno, come componimento poetico, in occasione di un concorso indetto tra detenuti della sezione politica per celebrare l'anniversario della rivoluzione d'ottobre. Autore del testo Bruno Falaschi di Ponte a Elsa, autore della musica Alfredo Puccioni.
Massai venne liberato il 21 luglio 1943 ed è verosimile che Insorgiam, pubblicata poi dall'ARCI torinese su disco ed attribuita ad autori ignoti, sia tornata a Firenze con lui diventando di lì a pochi mesi l'inno della brigata Sinigaglia. Altre fonti la attribuiscono direttamente ad Igor Markevitch e ad Alessandro "Vittorio" Sinigaglia.
Il testo qui trascritto è quello ricordato dai partigiani della brigata. Nel corso degli anni alla sua riscoperta è seguita una popolarità rinnovata, ed Insorgiam è entrata a far parte del repertorio di diverse formazioni toscane e non solo.
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