“Non ho niente da temere”. Queste le parole usate dal partigiano Giorgio Pacini in seguito al ritrovamento di una busta minatoria lasciata nella cassetta delle lettere presso la sua abitazione.
La busta, oltre a due proiettili, reca dei riferimenti espliciti alla commemorazione che i fascisti hanno fatto in città in occasione dell' 11 agosto: “Viva i franchi tiratori “ ed una foto dei gerarchi repubblichini.
In seguito a quanto avvenuto, veloce ed unanime, è stata la condanna da destra a da “sinistra”, sindaco rottamatore in testa. Quante (dovute) parole di condanna! Ma ci domandiamo: se le parole hanno un valore, perché ad esse non corrispondono fatti concreti?
Tutti hanno le proprie responsabilità, ed anche se non siamo certamente noi ad invocare interventi degli amministratori di questa città, possiamo tranquillamente dire che a loro spettava il compito di vietare il raduno fascista che si è tenuto a Trespiano.
E ancora, non ci poniamo la domanda “chi è stato?”, bensì: “chiunque sia stato, all’interno di quale contesto ha agito?”, poiché qualche anno fa ciò sarebbe stato impensabile.
Il contesto è quello che dovremmo conoscere bene tutti: i fascisti, che parlano di storia come se questa potesse essere un’opinione, ormai da tempo spendono tutte le loro energie in iniziative di commemorazione che spaziano dai reduci della Repubblica Sociale, a Giovanni Gentile, dai cosiddetti “martiri delle foibe” fino ai franchi tiratori, costantemente spalleggiati dalla ministra fascista Meloni e da Totaro, colui il quale, definendo Fanciullacci un assassino ci chiarisce bene quanto rispetto porti ai partigiani. Usano parole di distensione i fascisti quando parlano di “pacificazione”, ma noi sappiamo che dietro a quest’inganno stanno i concetti ben più pericolosi di revisionismo e riabilitazione. A questo clima contribuiscono però anche le istituzioni cittadine.
Il sindaco Renzi in prima persona ha messo l’ANPI nelle condizioni di dover chiedere il permesso di prender la parola in occasione delle celebrazioni dell’11 agosto e in questi anni, così come fu per la giunta che lo ha preceduto, ha di fatto sempre avvallato le iniziative dei fascisti.
La celere Questura sempre pronta a schierare mezzi blindati, camionette e transenne per permettere loro di fare una “marcetta” l’anno o, perché no, appostata a presidiare il cimitero di Trespiano quasi come fossero un servizio d’ordine privato.
La ciliegina sulla torta l’ha messa poi il governo, di cui i fascisti nostrani sono parte integrante, che con la cancellazione dal calendario delle festività, oltre che del 1° maggio, anche del 25 aprile ha portato un attacco non solo simbolico a lavoro e antifascismo.
Riteniamo non ulteriormente sopportabile il clima che si è creato in questa città. Non saranno certamente le istituzioni a fermare la ripresa dell'attività dei fascisti.
Oggi come ieri il fascismo deve esser combattuto con ogni mezzo necessario e dobbiamo quindi esser noi, in prima persona, a chiudere gli spazi di agibilità per coloro che rendono omaggio alla RSI e che vogliono mettere sullo stesso piano partigiani e repubblichini.
Oltre a rinnovare la piena solidarietà nei confronti di Giorgio Pacini, ci rendiamo disponibili a costruire, ed a partecipare, a tutte le iniziative che si pongano in aperto contrasto con i rigurgiti fascisti.
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud
La busta, oltre a due proiettili, reca dei riferimenti espliciti alla commemorazione che i fascisti hanno fatto in città in occasione dell' 11 agosto: “Viva i franchi tiratori “ ed una foto dei gerarchi repubblichini.
In seguito a quanto avvenuto, veloce ed unanime, è stata la condanna da destra a da “sinistra”, sindaco rottamatore in testa. Quante (dovute) parole di condanna! Ma ci domandiamo: se le parole hanno un valore, perché ad esse non corrispondono fatti concreti?
Tutti hanno le proprie responsabilità, ed anche se non siamo certamente noi ad invocare interventi degli amministratori di questa città, possiamo tranquillamente dire che a loro spettava il compito di vietare il raduno fascista che si è tenuto a Trespiano.
E ancora, non ci poniamo la domanda “chi è stato?”, bensì: “chiunque sia stato, all’interno di quale contesto ha agito?”, poiché qualche anno fa ciò sarebbe stato impensabile.
Il contesto è quello che dovremmo conoscere bene tutti: i fascisti, che parlano di storia come se questa potesse essere un’opinione, ormai da tempo spendono tutte le loro energie in iniziative di commemorazione che spaziano dai reduci della Repubblica Sociale, a Giovanni Gentile, dai cosiddetti “martiri delle foibe” fino ai franchi tiratori, costantemente spalleggiati dalla ministra fascista Meloni e da Totaro, colui il quale, definendo Fanciullacci un assassino ci chiarisce bene quanto rispetto porti ai partigiani. Usano parole di distensione i fascisti quando parlano di “pacificazione”, ma noi sappiamo che dietro a quest’inganno stanno i concetti ben più pericolosi di revisionismo e riabilitazione. A questo clima contribuiscono però anche le istituzioni cittadine.
Il sindaco Renzi in prima persona ha messo l’ANPI nelle condizioni di dover chiedere il permesso di prender la parola in occasione delle celebrazioni dell’11 agosto e in questi anni, così come fu per la giunta che lo ha preceduto, ha di fatto sempre avvallato le iniziative dei fascisti.
La celere Questura sempre pronta a schierare mezzi blindati, camionette e transenne per permettere loro di fare una “marcetta” l’anno o, perché no, appostata a presidiare il cimitero di Trespiano quasi come fossero un servizio d’ordine privato.
La ciliegina sulla torta l’ha messa poi il governo, di cui i fascisti nostrani sono parte integrante, che con la cancellazione dal calendario delle festività, oltre che del 1° maggio, anche del 25 aprile ha portato un attacco non solo simbolico a lavoro e antifascismo.
Riteniamo non ulteriormente sopportabile il clima che si è creato in questa città. Non saranno certamente le istituzioni a fermare la ripresa dell'attività dei fascisti.
Oggi come ieri il fascismo deve esser combattuto con ogni mezzo necessario e dobbiamo quindi esser noi, in prima persona, a chiudere gli spazi di agibilità per coloro che rendono omaggio alla RSI e che vogliono mettere sullo stesso piano partigiani e repubblichini.
Oltre a rinnovare la piena solidarietà nei confronti di Giorgio Pacini, ci rendiamo disponibili a costruire, ed a partecipare, a tutte le iniziative che si pongano in aperto contrasto con i rigurgiti fascisti.
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