Venerdi 29 marzo Spiritual Front, DJ set punk, post punk, new wave, gothic.
Opening act: The Cold Life. DJ MassiWaltz (Meccanismi Sonori, La Nuit de Sade), DJ William Calavera (Darkadia.net), DJ Hanzel (Wardance.it).
Sabato 30 marzo serata per il Collettivo Studentesco Rivoluzionario.
Ore 20.00 Cena popolare
Ore 23.00 concerto con Out of System (Firenze) e Garrapateros (Rumba - Reggae da Brescia)
Dal 1986 attività culturali e politiche per l'antifascismo e la solidarietà sociale.
Since 1986, culture, social activities and political activism for antifascism and solidarity.
giovedì 28 marzo 2013
Serate del 29 e 30 marzo 2013 al CPAFiSud
mercoledì 27 marzo 2013
Livorno: sulla repressione non si tace!
Come compagni e compagne del CPA fi-sud vogliamo
esprimere la nostra solidarietà ai compagni livornesi ed in particolare
ai 24 imputati per i fatti del 2 dicembre scorso.
Quel giorno vi fu una legittima risposta da parte della città di Livorno che scese in piazza contro la violenza poliziesca dei giorni precedenti.
Il 4 luglio si aprirà il processo. Il gip ha infatti accolto le richieste dell'accusa secondo cui "le prove sarebbero così evidenti" da rendere inutile addirittura l'udienza preliminare.
Lo stato serra le fila e utilizza ancora una volta tutti gli strumenti in suo possesso affinché la punizione sia il più veloce e pesante possibile.
Pensiamo a Genova, al movimento No TAV, alle condanne per le manifestazione del 14 dicembre e del 15 ottobre a Roma, ai processi che vedono imputati centinaia di compagni in tutta Italia e non possiamo fare a meno di notare quanto sia sempre più evidente la repressione da parte dello stato nei confronti di chi lotta, di chi non è compatibile e complice con questo sistema.
Ma la giustizia, quella vera, per quanto ci riguarda non andremo certo a cercarla nelle aule di tribunale o nei palazzi del potere bensì nelle strade e nelle piazze dei nostri quartieri e delle nostre città.
Così come di fronte allo sfruttamento, al fascismo e alla guerra, anche di fronte alla repressione non ci troveranno mai in silenzio.
SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI LIVORNESI
SOLIDARIETÀ AI 24 IMPUTATI
Centro Popolare Autogestito fi-sud
Quel giorno vi fu una legittima risposta da parte della città di Livorno che scese in piazza contro la violenza poliziesca dei giorni precedenti.
Il 4 luglio si aprirà il processo. Il gip ha infatti accolto le richieste dell'accusa secondo cui "le prove sarebbero così evidenti" da rendere inutile addirittura l'udienza preliminare.
Lo stato serra le fila e utilizza ancora una volta tutti gli strumenti in suo possesso affinché la punizione sia il più veloce e pesante possibile.
Pensiamo a Genova, al movimento No TAV, alle condanne per le manifestazione del 14 dicembre e del 15 ottobre a Roma, ai processi che vedono imputati centinaia di compagni in tutta Italia e non possiamo fare a meno di notare quanto sia sempre più evidente la repressione da parte dello stato nei confronti di chi lotta, di chi non è compatibile e complice con questo sistema.
Ma la giustizia, quella vera, per quanto ci riguarda non andremo certo a cercarla nelle aule di tribunale o nei palazzi del potere bensì nelle strade e nelle piazze dei nostri quartieri e delle nostre città.
Così come di fronte allo sfruttamento, al fascismo e alla guerra, anche di fronte alla repressione non ci troveranno mai in silenzio.
SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI LIVORNESI
SOLIDARIETÀ AI 24 IMPUTATI
Centro Popolare Autogestito fi-sud
sabato 23 marzo 2013
Non saranno i tribunali a fermare le nostre lotte. Solidarietà a chi lotta!
Nei prossimi mesi numerosi saranno i processi a carico di compagni e compagne del movimento a Firenze.
Si tratta di processi per svariati episodi ed ipotesi di reato. Dalla resistenza a pubblico ufficiale, semplice ed aggravata, ai danneggiamenti, violenza privata, fino ad arrivare all'associazione a delinquere, utilizzata sempre più spesso in tutta Italia al fine di costruire un castello accusatorio tale da consentire l'applicazione di misure cautelari, dal carcere, ai domiciliari, agli obblighi di firma o residenza, per reati che altrimenti non le consentirebbero.
Molti dei processi riguardano denunce per legittime iniziative volte a impedire o contestare l'apertura di nuove sedi di fascisti, la loro presenza in città e non solo. E' in questo senso importante sottolineare il ruolo che questi ricoprono come elementi interni cooptati e protetti dal sistema, in quanto funzionali al suo mantenimento.
Il 3 maggio sarà poi la prima udienza del processo maxi a carico di 87 compagni del movimento a Firenze. A questo quadro di per se sufficientemente pesante vanno aggiunte le numerose denunce che continuano ad arrivare, dalle manifestazioni contro il TAV a Firenze, contro la guerra in Libia ed ultima in ordine cronologico quelle contro 15 studenti "colpevoli" di aver contestato la presenza di Visco all'Università di Novoli.
Di fatto quindi, centinaia di persone sono sotto processo e denunciate a Firenze per le attività e le mobilitazioni politiche e sociali degli ultimi anni.
Lo Stato adegua continuamente la propria legislatura repressiva. Oggi si sviluppa in una cornice europea, sia nell'allineamento delle legislazioni che nel coordinamento delle forze di polizia e magistratura. Negli ultimi 20 anni numerosi sono stati i nuovi provvedimenti sviluppatisi in questo senso: dalle liste internazionali delle organizzazioni e delle persone “terroriste”, alla comune legislazione antiter, in Italia adeguata con il comma sexies al reato 270 del Codice Rocco, che definisce condotte “terroristiche” le pratiche proprie delle manifestazioni e delle contestazioni verso organi dello Stato, sovranazionali ed economici. Le conseguenze di questo clima di controllo e repressione si sono concentrate anche sui conflitti sul lavoro. Se, da una parte, vengono attaccati i diritti dei lavoratori e limitato lo stesso diritto a manifestare, dall'altra le cariche verso i lavoratori in lotta, gli arresti, l'uso dei crumiri per sfondare i picchetti o di squadrette per intimorire gli occupanti (fascismo/repressione), i provvedimenti restrittivi a carico di chi attivamente partecipa alle mobilitazioni e/o porta loro solidarietà, sono diventati pratica comune di stati e padroni.
I processi, le denunce, gli arresti, le botte in piazza a lavoratori e studenti, sono ormai ovunque una costante. La repressione, come sempre, diventa una delle principali forme per garantire controllo sociale, disgregare momenti organizzativi, intimidire e spingere verso il “privato” migliaia di ragazzi e ragazze che si affacciano oggi nelle mobilitazioni di piazza, spinti tra l’altro da una condizione sociale giovanile estremamente difficile, pesantemente condizionata da oltre 25 anni di tagli continui a scuola ed università, con conseguente impoverimento della qualità didattica.
Scuola ed università diventano non a caso luoghi dove le forme proprie di controllo (dalle note alle sospensioni, fino ad arrivare alle espulsioni…) vengono sostituite con modelli culturali repressivi finora mai usati in questi ambiti, con le richieste di intervento di polizia e carabinieri. Di fatto, applicando alla gestione dei comportamenti "devianti" e del disagio dispositivi repressivi propri di altre istituzioni, la scuola abdica al suo ruolo educativo (i cani davanti e dentro le scuole, le operazioni spettacolari dei carabinieri, l'utilizzo dell'emergenza bullismo), ed il corpo docente rischia di essere relegato ad una sorta di "guardia scolastica”. Così come assistiamo sempre più spesso alla cooptazione per finalità repressive di alcuni settori del lavoro: dai controllori degli autobus nella repressione dell'immigrazione, al personale medico per reprimere comportamenti devianti attraverso i TSO, ai vigili del fuoco in manifestazioni e sgomberi. Vediamo territori sempre più militarizzati, a maggior ragione se contesti di lotte e vertenze significative (dalla Val Susa a Napoli), parallelamente ad una sempre maggiore militarizzazione delle stesse forze dell'ordine con ricadute pesanti sulla gestione stessa dei conflitti, sempre più vicina ad una strategia propria delle zone di guerra.
Tutto ciò la dice lunga sulla fase di profonda arretratezza che la sinistra italiana sta vivendo. Mentre i magistrati dalle aule dei tribunali svolgono il loro naturale ruolo nella strategia repressiva, parte della sinistra si butta a capo fitto nel giustizialismo, nella legalità e nella sicurezza. In questo senso possiamo dire con certezza che questo sistema culturale ha fatto breccia: la presa di distanza od il silenzio, la desolidarizzazione, finanche la denuncia, come abbiamo visto per il 15 ottobre 2011, sono purtroppo diventate pratiche comuni anche in parte del movimento.
Crediamo che rispondere alla repressione, manifestare la solidarietà necessaria a chi lotta non voglia dire piangersi addosso, ma al contrario siano tutti elementi che contrastano l’agire dello Stato. Non basta dire banalmente che alla repressione si risponde con le lotte…questa è una completa ovvietà!
Alla repressione bisogna rispondere anche con la comprensione del fenomeno, con la solidarietà, con la diffusione delle informazioni, con l’appoggio materiale ai compagni, con le mobilitazioni ed il coinvolgimento su questo terreno dei più ampi settori possibili. Questo, a nostro parere, rafforza le nostre posizioni, contribuisce a ricostruire dei rapporti di forza adeguati a non dover subire passivamente lo Stato e rende chiaro a compagni ed avversari che nessuno verrà lasciato solo. Se, per i nostri limiti, rinunciamo a questo, continuiamo a fare passi indietro.
Allora, di fronte a questo scenario, si deve avere la capacità di affrontare il fenomeno e rilanciare anche su un terreno di mobilitazioni comuni, necessario proprio nella costruzione di legami sociali e di solidarietà che contrastino visibilmente le strategie di controllo e repressione.
Solidarietà per tutti i compagni e le compagne denunciati, sotto processo, in carcere.
Centro Popolare Autogestito fi-sud
Si tratta di processi per svariati episodi ed ipotesi di reato. Dalla resistenza a pubblico ufficiale, semplice ed aggravata, ai danneggiamenti, violenza privata, fino ad arrivare all'associazione a delinquere, utilizzata sempre più spesso in tutta Italia al fine di costruire un castello accusatorio tale da consentire l'applicazione di misure cautelari, dal carcere, ai domiciliari, agli obblighi di firma o residenza, per reati che altrimenti non le consentirebbero.
Molti dei processi riguardano denunce per legittime iniziative volte a impedire o contestare l'apertura di nuove sedi di fascisti, la loro presenza in città e non solo. E' in questo senso importante sottolineare il ruolo che questi ricoprono come elementi interni cooptati e protetti dal sistema, in quanto funzionali al suo mantenimento.
Il 3 maggio sarà poi la prima udienza del processo maxi a carico di 87 compagni del movimento a Firenze. A questo quadro di per se sufficientemente pesante vanno aggiunte le numerose denunce che continuano ad arrivare, dalle manifestazioni contro il TAV a Firenze, contro la guerra in Libia ed ultima in ordine cronologico quelle contro 15 studenti "colpevoli" di aver contestato la presenza di Visco all'Università di Novoli.
Di fatto quindi, centinaia di persone sono sotto processo e denunciate a Firenze per le attività e le mobilitazioni politiche e sociali degli ultimi anni.
Lo Stato adegua continuamente la propria legislatura repressiva. Oggi si sviluppa in una cornice europea, sia nell'allineamento delle legislazioni che nel coordinamento delle forze di polizia e magistratura. Negli ultimi 20 anni numerosi sono stati i nuovi provvedimenti sviluppatisi in questo senso: dalle liste internazionali delle organizzazioni e delle persone “terroriste”, alla comune legislazione antiter, in Italia adeguata con il comma sexies al reato 270 del Codice Rocco, che definisce condotte “terroristiche” le pratiche proprie delle manifestazioni e delle contestazioni verso organi dello Stato, sovranazionali ed economici. Le conseguenze di questo clima di controllo e repressione si sono concentrate anche sui conflitti sul lavoro. Se, da una parte, vengono attaccati i diritti dei lavoratori e limitato lo stesso diritto a manifestare, dall'altra le cariche verso i lavoratori in lotta, gli arresti, l'uso dei crumiri per sfondare i picchetti o di squadrette per intimorire gli occupanti (fascismo/repressione), i provvedimenti restrittivi a carico di chi attivamente partecipa alle mobilitazioni e/o porta loro solidarietà, sono diventati pratica comune di stati e padroni.
I processi, le denunce, gli arresti, le botte in piazza a lavoratori e studenti, sono ormai ovunque una costante. La repressione, come sempre, diventa una delle principali forme per garantire controllo sociale, disgregare momenti organizzativi, intimidire e spingere verso il “privato” migliaia di ragazzi e ragazze che si affacciano oggi nelle mobilitazioni di piazza, spinti tra l’altro da una condizione sociale giovanile estremamente difficile, pesantemente condizionata da oltre 25 anni di tagli continui a scuola ed università, con conseguente impoverimento della qualità didattica.
Scuola ed università diventano non a caso luoghi dove le forme proprie di controllo (dalle note alle sospensioni, fino ad arrivare alle espulsioni…) vengono sostituite con modelli culturali repressivi finora mai usati in questi ambiti, con le richieste di intervento di polizia e carabinieri. Di fatto, applicando alla gestione dei comportamenti "devianti" e del disagio dispositivi repressivi propri di altre istituzioni, la scuola abdica al suo ruolo educativo (i cani davanti e dentro le scuole, le operazioni spettacolari dei carabinieri, l'utilizzo dell'emergenza bullismo), ed il corpo docente rischia di essere relegato ad una sorta di "guardia scolastica”. Così come assistiamo sempre più spesso alla cooptazione per finalità repressive di alcuni settori del lavoro: dai controllori degli autobus nella repressione dell'immigrazione, al personale medico per reprimere comportamenti devianti attraverso i TSO, ai vigili del fuoco in manifestazioni e sgomberi. Vediamo territori sempre più militarizzati, a maggior ragione se contesti di lotte e vertenze significative (dalla Val Susa a Napoli), parallelamente ad una sempre maggiore militarizzazione delle stesse forze dell'ordine con ricadute pesanti sulla gestione stessa dei conflitti, sempre più vicina ad una strategia propria delle zone di guerra.
Tutto ciò la dice lunga sulla fase di profonda arretratezza che la sinistra italiana sta vivendo. Mentre i magistrati dalle aule dei tribunali svolgono il loro naturale ruolo nella strategia repressiva, parte della sinistra si butta a capo fitto nel giustizialismo, nella legalità e nella sicurezza. In questo senso possiamo dire con certezza che questo sistema culturale ha fatto breccia: la presa di distanza od il silenzio, la desolidarizzazione, finanche la denuncia, come abbiamo visto per il 15 ottobre 2011, sono purtroppo diventate pratiche comuni anche in parte del movimento.
Crediamo che rispondere alla repressione, manifestare la solidarietà necessaria a chi lotta non voglia dire piangersi addosso, ma al contrario siano tutti elementi che contrastano l’agire dello Stato. Non basta dire banalmente che alla repressione si risponde con le lotte…questa è una completa ovvietà!
Alla repressione bisogna rispondere anche con la comprensione del fenomeno, con la solidarietà, con la diffusione delle informazioni, con l’appoggio materiale ai compagni, con le mobilitazioni ed il coinvolgimento su questo terreno dei più ampi settori possibili. Questo, a nostro parere, rafforza le nostre posizioni, contribuisce a ricostruire dei rapporti di forza adeguati a non dover subire passivamente lo Stato e rende chiaro a compagni ed avversari che nessuno verrà lasciato solo. Se, per i nostri limiti, rinunciamo a questo, continuiamo a fare passi indietro.
Allora, di fronte a questo scenario, si deve avere la capacità di affrontare il fenomeno e rilanciare anche su un terreno di mobilitazioni comuni, necessario proprio nella costruzione di legami sociali e di solidarietà che contrastino visibilmente le strategie di controllo e repressione.
Solidarietà per tutti i compagni e le compagne denunciati, sotto processo, in carcere.
Centro Popolare Autogestito fi-sud
giovedì 21 marzo 2013
24 marzo - "Il comandante Gemisto", di Massimo Recchioni
Domenica 24 marzo ore 18.00 presentazione di Francesco Moranino - Il comandante Gemisto. Un processo alla Resistenza.
Interverrà l'autore Massimo Recchioni.
Interverrà l'autore Massimo Recchioni.
lunedì 18 marzo 2013
Solidarietà ad Aldo Milani
In questi ultimi tempi numerose lotte, combattive e determinate, sono
venute dal settore della "logistica" con il protagonismo di numerosi
lavoratori immigrati. Ultimo in ordine di tempo il polo logistico di
Piacenza. Il coordinatore del S.I.Cobas, struttura che positivamente è
riuscita a mobilitare e spesso a far migliorare le condizioni di lavoro,
è stato colpito da un provvedimento repressivo in base al quale per i prossimi 3 anni non potrà mettere piede a Piacenza.
Siamo vicini ad Aldo e allo stesso tempo siamo convinti che provvedimenti come questo o come altri, basti vedere i licenziamenti che hanno colpito i lavoratori protagonisti delle lotte stesse, non faranno indietreggiare ed anzi, quando siamo in presenza di atteggiamenti di marca repressiva, non possiamo che dire che i lavoratori sono nel giusto!
Centro Popolare Autogestito fi-sud
Siamo vicini ad Aldo e allo stesso tempo siamo convinti che provvedimenti come questo o come altri, basti vedere i licenziamenti che hanno colpito i lavoratori protagonisti delle lotte stesse, non faranno indietreggiare ed anzi, quando siamo in presenza di atteggiamenti di marca repressiva, non possiamo che dire che i lavoratori sono nel giusto!
Centro Popolare Autogestito fi-sud
sabato 16 marzo 2013
16 marzo 2013 - A Milano per Dax
La notte del 16 marzo 2003 a Milano, Davide Cesare, per i compagni DAX,
veniva ucciso da tre neofascisti con oltre dieci coltellate. Un altro
compagno veniva gravemente ferito da altre sette coltellate alla
schiena. Era l'inizio della “notte nera di Milano”.
Dopo le coltellate dei fascisti infatti arrivarono le provocazioni delle forze dell'ordine che culminarono nei pestaggi all'ospedale San Paolo dove una ventina di compagni vennero caricati e brutalmente pestati, sotto gli occhi attoniti del personale medico. Insulti, cariche, pestaggi con mazze da baseball, il tutto giustificato poi con l'assurdo motivo che i “compagni di Dax volevano trafugare la salma”.
Come Firenze Antifascista parteciperemo al corteo del 16 Marzo 2013 a Milano raccogliendo l'appello fatto dai compagni e dalle compagne di Dax: “A distanza di dieci anni dall’omicidio fascista di Davide ‘Dax’ Cesare, le strade di Milano torneranno a riempirsi di migliaia di compagne e compagni da tutta Italia sotto due parole d’ordine estremamente chiare: Antifascismo e Anticapitalismo...” (http://daxvive.info/)
Ricordare Dax significa ricordare un compagno, un antifascista, un militante che aveva scelto da che parte stare. Per questo il corteo vedrà la partecipazione di compagni/e e realtà impegnate quotidianamente nelle lotte per la casa, nell'internazionalismo, nella difesa dei territori, nella lotta al razzismo, ai CIE e alla repressione. Perchè Dax vive nelle lotte!
SABATO 16 MARZO 2013
MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA E ANTICAPITALISTA
ore 15.00 PIAZZA XXIV MAGGIO - MILANO
PULLMAN DA FIRENZE
PARTENZA ORE 9:00 TEATRO TENDA
PRENOTAZIONI E INFO:3889537974
MAIL: firenzeantifascista@yahoo.it
Con DAX nel cuore
FIRENZE ANTIFASCISTA
Dopo le coltellate dei fascisti infatti arrivarono le provocazioni delle forze dell'ordine che culminarono nei pestaggi all'ospedale San Paolo dove una ventina di compagni vennero caricati e brutalmente pestati, sotto gli occhi attoniti del personale medico. Insulti, cariche, pestaggi con mazze da baseball, il tutto giustificato poi con l'assurdo motivo che i “compagni di Dax volevano trafugare la salma”.
Come Firenze Antifascista parteciperemo al corteo del 16 Marzo 2013 a Milano raccogliendo l'appello fatto dai compagni e dalle compagne di Dax: “A distanza di dieci anni dall’omicidio fascista di Davide ‘Dax’ Cesare, le strade di Milano torneranno a riempirsi di migliaia di compagne e compagni da tutta Italia sotto due parole d’ordine estremamente chiare: Antifascismo e Anticapitalismo...” (http://daxvive.info/)
Ricordare Dax significa ricordare un compagno, un antifascista, un militante che aveva scelto da che parte stare. Per questo il corteo vedrà la partecipazione di compagni/e e realtà impegnate quotidianamente nelle lotte per la casa, nell'internazionalismo, nella difesa dei territori, nella lotta al razzismo, ai CIE e alla repressione. Perchè Dax vive nelle lotte!
SABATO 16 MARZO 2013
MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA E ANTICAPITALISTA
ore 15.00 PIAZZA XXIV MAGGIO - MILANO
PULLMAN DA FIRENZE
PARTENZA ORE 9:00 TEATRO TENDA
PRENOTAZIONI E INFO:3889537974
MAIL: firenzeantifascista@yahoo.it
Con DAX nel cuore
FIRENZE ANTIFASCISTA
venerdì 15 marzo 2013
21 marzo - A Villa Bandini per i diritti del cittadino e del malato
RACCOLTA FIRME IN DIFESA DEI DIRITTI
DEL CITTADINO E DEL MALATO DEL QUARTIERE 3
I cittadini del Quartiere 3 di Firenze PROTESTANO CONTRO la annunciata
decisione della Direzione ASL di Firenze di trasferire ANCHE il
Servizio di Riabilitazione Territoriale unico servizio, ormai, rimasto
nel Quartiere presso il presidio di piazza Dalla Costa.
E così oltre a quelli già trasferiti (uffici amministrativi , punto prelievi , vaccinazioni e consultorio) perderemo anche questo utile servizio spostato, come si prospetta, dentro San Salvi struttura difficile da raggiungere da chi già è portatore di invalidità permanente o temporanea che sia.
Cosi’ quello che dovrebbe essere un servizio al cittadino diviene un enorme disservizio.
Oltre a ciò come pensare possa essere attuato l’intervento domiciliare dei fisioterapisti ? Quanto tempo impiegheranno a raggiungere il domicilio dell’utente? Che ne sarà delle liste d’attesa, già notevolmente lunghe?
E così oltre a quelli già trasferiti (uffici amministrativi , punto prelievi , vaccinazioni e consultorio) perderemo anche questo utile servizio spostato, come si prospetta, dentro San Salvi struttura difficile da raggiungere da chi già è portatore di invalidità permanente o temporanea che sia.
Cosi’ quello che dovrebbe essere un servizio al cittadino diviene un enorme disservizio.
Oltre a ciò come pensare possa essere attuato l’intervento domiciliare dei fisioterapisti ? Quanto tempo impiegheranno a raggiungere il domicilio dell’utente? Che ne sarà delle liste d’attesa, già notevolmente lunghe?
PER QUESTI MOTIVI I CITTADINI DEL QUARTIERE 3
SI MOBILITANO in una campagna informativa e di protesta con UNA
RACCOLTA FIRME per salvaguardare i DIRITTI del CITTADINO e del MALATO
firme che saranno inviate al Comune , alla ASL e ai sindacati.
GIOVEDI 21 MARZO ORE 18.00
ASSEMBLEA PUBBLICA PER LA DIFESA DEI SERVIZI SANITARI PRESENTI NEL QUARTIERE 3
Biblioteca “Villa Bandini”
Via del Paradiso 5 - FIRENZE
ASSEMBLEA PUBBLICA PER LA DIFESA DEI SERVIZI SANITARI PRESENTI NEL QUARTIERE 3
Biblioteca “Villa Bandini”
Via del Paradiso 5 - FIRENZE
mercoledì 13 marzo 2013
14 marzo 2013 - Serata a favore di Nicola Pellecchia, militante rivoluzionario
Dalle ore 19.30 aperitivo
Ore 20.30 cena di autofinanziamento
Dalle ore 21.30 presentazione del libro Maelstrom di Salvatore Ricciardi. Sarà presente l'autore.
Maelstrom - Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia (1960-1980).
Una testimonianza ricca di narrazioni in presa diretta sui principali confliti sociali di quei due decenni.
Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull'esperienza delle Brigate Rosse di cui l'autore è stato personalità dirigente nella "colonna romana".
Cari compagni ed amici,
Nicola Pellecchia, da oltre 18 mesi sta combattendo contro un male difficilissimo da curare, ha scelto di farlo qui a Milano e, da oltre un anno, siamo riusciti, come meglio possibile, ad arginare l’inarrestabilità della sua patologia (un tumore al pancreas).
Ora siamo di nuovo ad una svolta, probabilmente decisiva, abbiamo bisogno del vostro contributo per continuare ad assisterlo. Fino ad ora abbiamo contato sulle nostre risorse, ma anche noi siamo in una situazione piuttosto difficile e Nicola ha ora la necessità di affrontare emergenze piuttosto costose.
Nicola è un compagno di Napoli, finito in carcere quasi 40 anni fa per partecipazione ai Nuclei Armati Proletari, poi confluito in carcere nelle Brigate Rosse. Scarcerato per fine pena negli anni '90, poi diventato sindacalista dei pescatori di Procida, si trova in questo momento a Milano per le terapie.
Il suo nome è stato fatto, ai funerali di Prospero Gallinari, pochi giorni fa, come uno dei tanti che per motivi di salute o per rifiuto del permesso da parte dei giudici (per esempio, Mario Moretti), non aveva potuto partecipare alla cerimonia pur volendolo fortemente.
Per inviare un contributo economico in favore di Nicola, queste sono le coordinate bancarie di Ada Negroni, compagna milanese anche lei a lungo prigioniera politica, che sta coordinando gli aiuti:
c/c bancario n° 1413 intestato a Ada Negroni
Banco di Brescia Filiale 23 di Milano
ABI: 01624
CAB: 3500
IBAN: IT 59 S 03500 01624 000000001413
BIC: BCABIT21
Ore 20.30 cena di autofinanziamento
Dalle ore 21.30 presentazione del libro Maelstrom di Salvatore Ricciardi. Sarà presente l'autore.
Maelstrom - Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia (1960-1980).
Una testimonianza ricca di narrazioni in presa diretta sui principali confliti sociali di quei due decenni.
Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull'esperienza delle Brigate Rosse di cui l'autore è stato personalità dirigente nella "colonna romana".
Cari compagni ed amici,
Nicola Pellecchia, da oltre 18 mesi sta combattendo contro un male difficilissimo da curare, ha scelto di farlo qui a Milano e, da oltre un anno, siamo riusciti, come meglio possibile, ad arginare l’inarrestabilità della sua patologia (un tumore al pancreas).
Ora siamo di nuovo ad una svolta, probabilmente decisiva, abbiamo bisogno del vostro contributo per continuare ad assisterlo. Fino ad ora abbiamo contato sulle nostre risorse, ma anche noi siamo in una situazione piuttosto difficile e Nicola ha ora la necessità di affrontare emergenze piuttosto costose.
Nicola è un compagno di Napoli, finito in carcere quasi 40 anni fa per partecipazione ai Nuclei Armati Proletari, poi confluito in carcere nelle Brigate Rosse. Scarcerato per fine pena negli anni '90, poi diventato sindacalista dei pescatori di Procida, si trova in questo momento a Milano per le terapie.
Il suo nome è stato fatto, ai funerali di Prospero Gallinari, pochi giorni fa, come uno dei tanti che per motivi di salute o per rifiuto del permesso da parte dei giudici (per esempio, Mario Moretti), non aveva potuto partecipare alla cerimonia pur volendolo fortemente.
Per inviare un contributo economico in favore di Nicola, queste sono le coordinate bancarie di Ada Negroni, compagna milanese anche lei a lungo prigioniera politica, che sta coordinando gli aiuti:
c/c bancario n° 1413 intestato a Ada Negroni
Banco di Brescia Filiale 23 di Milano
ABI: 01624
CAB: 3500
IBAN: IT 59 S 03500 01624 000000001413
BIC: BCABIT21
martedì 12 marzo 2013
Dopo il corteo antifascista del 9 marzo: alcune valutazioni.
Come Firenze Antifascista, viste anche le
dichiarazioni sulla stampa e il comunicato di Silvano Sarti, crediamo
necessario intervenire rispetto al corteo antifascista di sabato scorso.
Un corteo, sottolineiamo, partecipato da circa 1500 persone, studenti,
lavoratori, militanti e semplici cittadini, che hanno contrastato ancora
una volta la presenza dei fascisti nella nostra città.
Il corteo è stato lanciato preparato e autofinanziato, come ormai da anni, da Firenze Antifascista, coordinamento di realtà politiche, sociali e studentesche di cui fanno parte anche diversi circoli territoriali dell'ANPI. Questi circoli hanno proposto all'ANPI Provinciale ed al suo presidente Sarti, di aderire formalmente all'iniziativa. Appare quindi sconcertante, diremmo anche ridicola oltre che in palese malafede, la ricostruzione che Sarti fa della nascita della manifestazione, sostenendo che l'ANPI provinciale ne fosse il promotore. Così come appare sconcertante che dica di aver preso la testa del corteo proprio quando sono stati i compagni di Firenze Antifascista a chiamarlo per fare un intervento in cui ha detto: "Noi non abbiamo mai cambiato nome in settanta anni. Voi siete quello che rappresenta l'antifascismo oggi". Ma con chi pensava di parlare? Con i manifestanti di Firenze Antifascista o con il Pd-Ds-Pds-Pci? mah…
E per ultimo, sembra assurdo che sempre il Sarti si lamenti della strumentalizzazione della stampa e del fatto che non si sia parlato del corteo ma solo delle polemiche...proprio lui che si è lasciato andare a dichiarazioni indecenti…
Nella fase preparatoria del corteo era stato chiarito che non sarebbero state gradite le bandiere di quei partiti che hanno di fatto legittimato la presenza dei neofascisti nella politica italiana.
In nome della cosiddetta “memoria condivisa” i dirigenti del PD hanno appoggiato al pari di Storace, Berlusconi, Totaro e Meloni l’istituzione del Giorno del Ricordo. Hanno legittimato la presenza delle sedi dei neofascisti e le loro iniziative pubbliche in nome della “libertà d’espressione”. Sono arrivati a cercare di spiegarci le ragioni dei cosiddetti “ragazzi di Salò”. In questa città l’assessore Giani nel 2007 e 2009 assistette addirittura alla commemorazione in Largo Martiri delle foibe ricevendo il ringraziamento di Donzelli. In questa città Renzi ha legittimato la presenza della sede di Casa Pound a pochi mesi dalla strage di Piazza Dalmazia. Ci domandiamo quindi se le militanti del PD non abbiano per caso sbagliato partito!
Nonostante l'apporto di PD e SEL all'organizzazione di questa giornata fosse stato pari a zero, in piazza pretendevano di sventolare le loro bandiere.
Dopo l'invito a toglierle ne è nata una breve discussione che non è mai sfociata in qualcosa di più delle parole: quando il corteo ha iniziato a sfilare le militanti del PD e di SEL hanno deciso volontariamente - come da loro stessi affermato - di andarsene, assieme a quei pochi che evidentemente si sono sentiti di troppo.
La presenza solitaria del segretario CGIL Fuso e della neo parlamentare di SEL Chiavacci (ci chiediamo dove fossero i numerosi militanti antifascisti di CGIL e SEL) arrivati con il Sarti, già con fare arrogante e provocatorio con la volontà di mettersi davanti al corteo e subito pronti a scatenare la gazzarra e poi pronti ad andare via con al seguito solo il codazzo di qualche giornalista., dimostra con chiarezza la strumentalità della loro presenza.
Ed è bene ribadirlo: da quella piazza se ne sono andati in cinque!
Chi, come la Gazzetta del PD (alias La Repubblica) parla addirittura di purghe (!!) era evidentemente in piazza solo per garantire visibilità alla provocazione. Una provocazione messa in piedi per attaccare chi, con una pratica antifascista chiara, attuale e non celebrativa, riesce ancora ad avere radicamento e consenso in questa città.
Non stupisce in questo senso il ruolo di servitù svolto da Repubblica fin dai primi minuti successivi alla partenza del corteo, con il suo giovane redattore prono a svolgere il ruolo affidatogli fino ad inventarsi un gruppetto di ragazzi che derideva il partigiano, né stupisce quanto trasmesso il giorno dopo da Controradio (che sarebbe l'ora togliesse quel “contro” davanti…): una radio che si vanta di essere alternativa ma che non è in grado di mandare neanche un collaboratore in una piazza come quella di sabato per poi raccogliere le veline della Gazzetta del PD facendole proprie.
Ma che vogliamo… bisogna pur mangiare e se i soldi arrivano da PD, Regione e Comune, un mediocre come il direttore Bufano è ben contento di fare un buon servizio ai suoi padroni, impedendo addirittura ad un partigiano dell'ANPI, "Sugo", attivo in Firenze Antifascista, di intervenire perché avrebbe rotto lo schema “cattivoni” contro partigiani.
La verità è che esiste un antifascismo perdente, triste, celebrativo, da corona d'alloro, buono solo per appuntarsi una medaglina sul petto accompagnandosi al partigiano di turno. Che si trascina da decenni tra una cerimonia e l'altra, senza più un minimo di partecipazione, mentre in Italia ed in Europa crescono cultura, organizzazioni politiche e spinte dichiaratamente neofasciste. Un antifascismo che fa comodo al sistema, conservativo, cui però si contrappone un antifascismo scomodo, non istituzionale, che fa della presenza sul territorio la propria bandiera.
C'è chi ancora, non ce ne voglia Sarti, crede esista un arco costituzionale e pensa di essere rimasto al 1948: andrebbe spiegato a lor signori che solo alle ultime elezioni i partiti dichiaratamente fascisti erano almeno 4 e che non passa giorno in cui non si dica che il fascismo delle origini era buono (quale, quello che bruciava le camere del lavoro?), che Mussolini ha fatto le bonifiche, che il fascismo non era razzista fino al '38 ed altre amenità del genere.
Preferiscono attaccarci e dare a noi di “fascisti” quando per anni hanno taciuto sulle prepotenze e le ingiustizie compiute dai fascisti… quelli veri. Commemorano poi chi dai fascisti fu trucidato 70 anni fa e fingono di non vedere che i fascisti uccidono ancora oggi come nel caso di Dax, ucciso 10 anni fa a Milano, di Nicola, ucciso a Verona, o di Renato, ucciso ad Ostia.
Dov'erano il PD, l'ARCI e la CGIL quando i fascisti giravano armati di bastoni per il centro di Firenze? Dov'erano quando CasaPound cercava di distribuire il pane al Galluzzo? E quando aprì la sede? Dove sono quando i fascisti vanno a cercare di intimidire i compagni dei collettivi davanti alle scuole? E la lista sarebbe ancora lunga…
Dov'erano insomma tutti questi solerti democratici quando c’era bisogno di denunciare le peggiori nefandezze compiute dai fascisti? Assenti. Non pervenuti. Sono riapparsi tutti assieme quando c’è stato da difendere due bandiere di partito!
Al blocco politico composto da CGIL, ARCI, PD, SEL evidentemente non è rimasto altro che qualche mezzuccio provocatorio per avere qualche titolo e queste misere provocazioni evidenziano la natura del loro totale smarrimento e la pesante difficoltà di consenso specialmente tra quelle nuove generazioni che si sono viste “barattare” il futuro con i diktat europei in nome dello spread e del profitto e che proprio per questo sono in piazza pronte a lottare.
Sabato scorso in corteo con Firenze Antifascista c’erano tantissimi di questi giovani, insieme a lavoratori e antifascisti di ogni età. Noi non abbiamo bisogno di usare mezzucci per trovare spazi, noi i nostri spazi li conquistiamo e li difendiamo giorno per giorno.
Noi l'antifascismo lo pratichiamo quotidianamente, noi non dobbiamo ripartire.
Noi non abbiamo bisogno di pensare a cosa fare il prossimo 25 aprile: il 25 aprile lo organizziamo già da tempo e anche quest’anno saremo in S.Spirito nella nostra storica piazza insieme a tutti coloro che si riconoscono nella Resistenza di ieri per combattere il fascismo di oggi.
Firenze Antifascista
Il corteo è stato lanciato preparato e autofinanziato, come ormai da anni, da Firenze Antifascista, coordinamento di realtà politiche, sociali e studentesche di cui fanno parte anche diversi circoli territoriali dell'ANPI. Questi circoli hanno proposto all'ANPI Provinciale ed al suo presidente Sarti, di aderire formalmente all'iniziativa. Appare quindi sconcertante, diremmo anche ridicola oltre che in palese malafede, la ricostruzione che Sarti fa della nascita della manifestazione, sostenendo che l'ANPI provinciale ne fosse il promotore. Così come appare sconcertante che dica di aver preso la testa del corteo proprio quando sono stati i compagni di Firenze Antifascista a chiamarlo per fare un intervento in cui ha detto: "Noi non abbiamo mai cambiato nome in settanta anni. Voi siete quello che rappresenta l'antifascismo oggi". Ma con chi pensava di parlare? Con i manifestanti di Firenze Antifascista o con il Pd-Ds-Pds-Pci? mah…
E per ultimo, sembra assurdo che sempre il Sarti si lamenti della strumentalizzazione della stampa e del fatto che non si sia parlato del corteo ma solo delle polemiche...proprio lui che si è lasciato andare a dichiarazioni indecenti…
Nella fase preparatoria del corteo era stato chiarito che non sarebbero state gradite le bandiere di quei partiti che hanno di fatto legittimato la presenza dei neofascisti nella politica italiana.
In nome della cosiddetta “memoria condivisa” i dirigenti del PD hanno appoggiato al pari di Storace, Berlusconi, Totaro e Meloni l’istituzione del Giorno del Ricordo. Hanno legittimato la presenza delle sedi dei neofascisti e le loro iniziative pubbliche in nome della “libertà d’espressione”. Sono arrivati a cercare di spiegarci le ragioni dei cosiddetti “ragazzi di Salò”. In questa città l’assessore Giani nel 2007 e 2009 assistette addirittura alla commemorazione in Largo Martiri delle foibe ricevendo il ringraziamento di Donzelli. In questa città Renzi ha legittimato la presenza della sede di Casa Pound a pochi mesi dalla strage di Piazza Dalmazia. Ci domandiamo quindi se le militanti del PD non abbiano per caso sbagliato partito!
Nonostante l'apporto di PD e SEL all'organizzazione di questa giornata fosse stato pari a zero, in piazza pretendevano di sventolare le loro bandiere.
Dopo l'invito a toglierle ne è nata una breve discussione che non è mai sfociata in qualcosa di più delle parole: quando il corteo ha iniziato a sfilare le militanti del PD e di SEL hanno deciso volontariamente - come da loro stessi affermato - di andarsene, assieme a quei pochi che evidentemente si sono sentiti di troppo.
La presenza solitaria del segretario CGIL Fuso e della neo parlamentare di SEL Chiavacci (ci chiediamo dove fossero i numerosi militanti antifascisti di CGIL e SEL) arrivati con il Sarti, già con fare arrogante e provocatorio con la volontà di mettersi davanti al corteo e subito pronti a scatenare la gazzarra e poi pronti ad andare via con al seguito solo il codazzo di qualche giornalista., dimostra con chiarezza la strumentalità della loro presenza.
Ed è bene ribadirlo: da quella piazza se ne sono andati in cinque!
Chi, come la Gazzetta del PD (alias La Repubblica) parla addirittura di purghe (!!) era evidentemente in piazza solo per garantire visibilità alla provocazione. Una provocazione messa in piedi per attaccare chi, con una pratica antifascista chiara, attuale e non celebrativa, riesce ancora ad avere radicamento e consenso in questa città.
Non stupisce in questo senso il ruolo di servitù svolto da Repubblica fin dai primi minuti successivi alla partenza del corteo, con il suo giovane redattore prono a svolgere il ruolo affidatogli fino ad inventarsi un gruppetto di ragazzi che derideva il partigiano, né stupisce quanto trasmesso il giorno dopo da Controradio (che sarebbe l'ora togliesse quel “contro” davanti…): una radio che si vanta di essere alternativa ma che non è in grado di mandare neanche un collaboratore in una piazza come quella di sabato per poi raccogliere le veline della Gazzetta del PD facendole proprie.
Ma che vogliamo… bisogna pur mangiare e se i soldi arrivano da PD, Regione e Comune, un mediocre come il direttore Bufano è ben contento di fare un buon servizio ai suoi padroni, impedendo addirittura ad un partigiano dell'ANPI, "Sugo", attivo in Firenze Antifascista, di intervenire perché avrebbe rotto lo schema “cattivoni” contro partigiani.
La verità è che esiste un antifascismo perdente, triste, celebrativo, da corona d'alloro, buono solo per appuntarsi una medaglina sul petto accompagnandosi al partigiano di turno. Che si trascina da decenni tra una cerimonia e l'altra, senza più un minimo di partecipazione, mentre in Italia ed in Europa crescono cultura, organizzazioni politiche e spinte dichiaratamente neofasciste. Un antifascismo che fa comodo al sistema, conservativo, cui però si contrappone un antifascismo scomodo, non istituzionale, che fa della presenza sul territorio la propria bandiera.
C'è chi ancora, non ce ne voglia Sarti, crede esista un arco costituzionale e pensa di essere rimasto al 1948: andrebbe spiegato a lor signori che solo alle ultime elezioni i partiti dichiaratamente fascisti erano almeno 4 e che non passa giorno in cui non si dica che il fascismo delle origini era buono (quale, quello che bruciava le camere del lavoro?), che Mussolini ha fatto le bonifiche, che il fascismo non era razzista fino al '38 ed altre amenità del genere.
Preferiscono attaccarci e dare a noi di “fascisti” quando per anni hanno taciuto sulle prepotenze e le ingiustizie compiute dai fascisti… quelli veri. Commemorano poi chi dai fascisti fu trucidato 70 anni fa e fingono di non vedere che i fascisti uccidono ancora oggi come nel caso di Dax, ucciso 10 anni fa a Milano, di Nicola, ucciso a Verona, o di Renato, ucciso ad Ostia.
Dov'erano il PD, l'ARCI e la CGIL quando i fascisti giravano armati di bastoni per il centro di Firenze? Dov'erano quando CasaPound cercava di distribuire il pane al Galluzzo? E quando aprì la sede? Dove sono quando i fascisti vanno a cercare di intimidire i compagni dei collettivi davanti alle scuole? E la lista sarebbe ancora lunga…
Dov'erano insomma tutti questi solerti democratici quando c’era bisogno di denunciare le peggiori nefandezze compiute dai fascisti? Assenti. Non pervenuti. Sono riapparsi tutti assieme quando c’è stato da difendere due bandiere di partito!
Al blocco politico composto da CGIL, ARCI, PD, SEL evidentemente non è rimasto altro che qualche mezzuccio provocatorio per avere qualche titolo e queste misere provocazioni evidenziano la natura del loro totale smarrimento e la pesante difficoltà di consenso specialmente tra quelle nuove generazioni che si sono viste “barattare” il futuro con i diktat europei in nome dello spread e del profitto e che proprio per questo sono in piazza pronte a lottare.
Sabato scorso in corteo con Firenze Antifascista c’erano tantissimi di questi giovani, insieme a lavoratori e antifascisti di ogni età. Noi non abbiamo bisogno di usare mezzucci per trovare spazi, noi i nostri spazi li conquistiamo e li difendiamo giorno per giorno.
Noi l'antifascismo lo pratichiamo quotidianamente, noi non dobbiamo ripartire.
Noi non abbiamo bisogno di pensare a cosa fare il prossimo 25 aprile: il 25 aprile lo organizziamo già da tempo e anche quest’anno saremo in S.Spirito nella nostra storica piazza insieme a tutti coloro che si riconoscono nella Resistenza di ieri per combattere il fascismo di oggi.
Firenze Antifascista
domenica 10 marzo 2013
Il corteo antifascista del 9 marzo 2013
Il 9 marzo circa 1500 persone hanno preso parte al corteo di Firenze Antifascista.
Il corteo è partito verso le 15.30 da piazza S.Marco dietro allo striscione unitario “Firenze è Antifascista” e si è snodato per le strade del centro città. Molti gli interventi dal microfono: studenti, lavoratori, militanti dei centri sociali e partigiani si sono alternati rilanciando la mobilitazione antifascista.
Importante la presenza delle sezioni dell'ANPI e l'intervento dal microfono di Silvano Sarti “Pillo”, presidente dell'ANPI provinciale.
Anche quest'anno Firenze ha dato un'ottima risposta alla vergognosa e misera presenza dei neofascisti in piazza.
Da sottolineare ancora una volta la militarizzazione della città: viali chiusi e transennati e centinaia di agenti in assetto antisommossa per difendere un gruppuscolo di fascisti che evidentemente questa città non vuole: poche decine di persone per un corteo nazionale disertato anche dalla stessa Meloni danno il senso del loro isolamento e della loro superflua presenza in città.
Il corteo si è chiuso con il ricordo del compagno DAX, il lancio del corteo nazionale di sabato prossimo a Milano e l'appuntamento del prossimo 25 aprile in piazza S.Spirito a Firenze.
Una nota a margine per chiarire che se due militanti del PD si sono sentite di lasciare il corteo la responsabilità non è da ricercarsi nella coerenza degli organizzatori ma nelle evidenti contraddizioni che questo partito esprime riguardo all’antifascismo.
Firenze Antifascista
Il corteo è partito verso le 15.30 da piazza S.Marco dietro allo striscione unitario “Firenze è Antifascista” e si è snodato per le strade del centro città. Molti gli interventi dal microfono: studenti, lavoratori, militanti dei centri sociali e partigiani si sono alternati rilanciando la mobilitazione antifascista.
Importante la presenza delle sezioni dell'ANPI e l'intervento dal microfono di Silvano Sarti “Pillo”, presidente dell'ANPI provinciale.
Anche quest'anno Firenze ha dato un'ottima risposta alla vergognosa e misera presenza dei neofascisti in piazza.
Da sottolineare ancora una volta la militarizzazione della città: viali chiusi e transennati e centinaia di agenti in assetto antisommossa per difendere un gruppuscolo di fascisti che evidentemente questa città non vuole: poche decine di persone per un corteo nazionale disertato anche dalla stessa Meloni danno il senso del loro isolamento e della loro superflua presenza in città.
Il corteo si è chiuso con il ricordo del compagno DAX, il lancio del corteo nazionale di sabato prossimo a Milano e l'appuntamento del prossimo 25 aprile in piazza S.Spirito a Firenze.
Una nota a margine per chiarire che se due militanti del PD si sono sentite di lasciare il corteo la responsabilità non è da ricercarsi nella coerenza degli organizzatori ma nelle evidenti contraddizioni che questo partito esprime riguardo all’antifascismo.
Firenze Antifascista
venerdì 8 marzo 2013
Torselli, Torselli... Stai attento ai tuoi coltelli...!
Vi tagliamo la gola.
Una scritta come questa in prossimità di una struttura occupata è un segnale preciso.
Da sempre per noi Fasci si affianca a "Basta lame, Basta infami".
E voi dell'infamia ne fate virtù. Forse troppo vicini i dieci anni dall'accoltellamento di DAX per far finta di niente.
A quanto sembra tu e il tuo balocchino Scazzaggì stavolta avete alzato il tiro.
Bene, speriamo che ne abbiate la consapevolezza.
Andrete anche stavolta a piagnucolare dai vostri amici sbirri, ma vi consigliamo di tenere bene in considerazione che ad ogni azione, per natura, c'è sempre una reazione.
E l'azione per noi c'è già stata.
Un consiglio di cuore: state molto, ma molto lontani perchè a questo punto, se questo è il livello ne terremo conto e agiremo di conseguenza.
Una scritta come questa in prossimità di una struttura occupata è un segnale preciso.
Da sempre per noi Fasci si affianca a "Basta lame, Basta infami".
E voi dell'infamia ne fate virtù. Forse troppo vicini i dieci anni dall'accoltellamento di DAX per far finta di niente.
A quanto sembra tu e il tuo balocchino Scazzaggì stavolta avete alzato il tiro.
Bene, speriamo che ne abbiate la consapevolezza.
Andrete anche stavolta a piagnucolare dai vostri amici sbirri, ma vi consigliamo di tenere bene in considerazione che ad ogni azione, per natura, c'è sempre una reazione.
E l'azione per noi c'è già stata.
Un consiglio di cuore: state molto, ma molto lontani perchè a questo punto, se questo è il livello ne terremo conto e agiremo di conseguenza.
giovedì 7 marzo 2013
8 e 9 marzo 2013: iniziative e concerti al CPAFiSud
Venerdi 8 marzo
Torna al cpa uno dei migliori gruppi europei della scena i grandi DI MAGGIO CONNECTION con il loro Surf /Rockabilly.
Questo power trio, mixa con grande energia e con una magistrale tecnica strumentale tutte le facce piu’ selvagge del R’n’R, Psychobilly-Core, NeoSurf-Rock, con un tocco di Hardknocking Swing, una miscela esplosiva... The Di Maggio Connection.
Leader e fondatore della band, Marco Di Maggio, esponente di punta della scena R’n’R internazionale e considerato dalla stampa specializzata come uno tra i migliori chitarristi mondiali.
A seguire No rules dj che ci farà scatenare a suon di rock and roll!!!
Sabato 9 marzo
Firenze Antifascista organizza un corteo antifascista con partenza dalle 15.00 in Piazza San Marco.
A seguire al CPA fi-sud
ore 21.00 cena popolare
ore 23.00 inizio dance hall con BANPAY CREW
Rispettiamo il posto e i suoi occupanti NO Spaccio NO Droghe pesanti
Torna al cpa uno dei migliori gruppi europei della scena i grandi DI MAGGIO CONNECTION con il loro Surf /Rockabilly.
Questo power trio, mixa con grande energia e con una magistrale tecnica strumentale tutte le facce piu’ selvagge del R’n’R, Psychobilly-Core, NeoSurf-Rock, con un tocco di Hardknocking Swing, una miscela esplosiva... The Di Maggio Connection.
Leader e fondatore della band, Marco Di Maggio, esponente di punta della scena R’n’R internazionale e considerato dalla stampa specializzata come uno tra i migliori chitarristi mondiali.
A seguire No rules dj che ci farà scatenare a suon di rock and roll!!!
Sabato 9 marzo
Firenze Antifascista organizza un corteo antifascista con partenza dalle 15.00 in Piazza San Marco.
A seguire al CPA fi-sud
ore 21.00 cena popolare
ore 23.00 inizio dance hall con BANPAY CREW
Rispettiamo il posto e i suoi occupanti NO Spaccio NO Droghe pesanti
mercoledì 6 marzo 2013
Fascisti e repressione, due facce della stessa medaglia
In questi giorni alcuni antifascisti fiorentini
sono stati raggiunti dalla comunicazione di “fine indagini preliminari”
per quanto accaduto nel maggio dell’anno scorso al mercato di Sesto
quando un gruppo di compagni contestò la presenza di un banchetto di
Casa Pound raccogliendo l’appoggio e il sostegno di molti dei presenti.
Il processo avrà inizio il 7 maggio: gli antifascisti sono accusati di “violenza privata” (condanna fino a 4 anni senza tener conto delle aggravanti). Pensiamo sia importante sottolineare come ancora una volta si sia ripetuta una scena vista già troppe volte: i fascisti, pochi e isolati, protetti dalla polizia schierata davanti a loro. Sulla denuncia si può leggere testualmente: “agendo in concorso tra loro [...] ponevano in essere atti idonei e univocamente diretti a impedire agli attivisti di Casapound di raccogliere firme [...].
[...] gridavano 'fascisti di merda andatevene altrimenti son dolori...bastardi'.
Non riuscendo a trarre a consumazione il reato per cause indipendenti dalla loro volontà e segnatamente perché le forze dell'ordine si frapponevano a tutela delle persone offese”. Tra le 8 cosiddette “persone offese” (i fascisti), sempre come riportato nella denuncia, risulta anche il responsabile di Casapound Firenze Saverio Di Giulio.
Questo è l’ennesimo processo che a Firenze vede imputati degli antifascisti e che va a sommarsi a quelli già in corso alcuni dei quali, uno in primo grado e l’altro per decreto penale, vedono condanne dai 6 agli 8 mesi per una ventina di antifascisti.
Il corteo antifascista del 9 marzo sarà sicuramente un momento in cui manifestare anche il sostegno e l’appoggio all’azione antifascista, la vicinanza e la solidarietà ai compagni sotto processo.
Sarà poi anche un’occasione per denunciare la complicità sempre più evidente anche nella nostra città tra forze di polizia e neofascismo: da una parte la costante criminalizzazione dell’antifascismo, dall’altra la protezione e l’impunità più sfacciata.
ORA E SEMPRE RESISTENZA
SABATO 9 MARZO ORE 15.00 PIAZZA S.MARCO
CORTEO ANTIFASCISTA
Il processo avrà inizio il 7 maggio: gli antifascisti sono accusati di “violenza privata” (condanna fino a 4 anni senza tener conto delle aggravanti). Pensiamo sia importante sottolineare come ancora una volta si sia ripetuta una scena vista già troppe volte: i fascisti, pochi e isolati, protetti dalla polizia schierata davanti a loro. Sulla denuncia si può leggere testualmente: “agendo in concorso tra loro [...] ponevano in essere atti idonei e univocamente diretti a impedire agli attivisti di Casapound di raccogliere firme [...].
[...] gridavano 'fascisti di merda andatevene altrimenti son dolori...bastardi'.
Non riuscendo a trarre a consumazione il reato per cause indipendenti dalla loro volontà e segnatamente perché le forze dell'ordine si frapponevano a tutela delle persone offese”. Tra le 8 cosiddette “persone offese” (i fascisti), sempre come riportato nella denuncia, risulta anche il responsabile di Casapound Firenze Saverio Di Giulio.
Questo è l’ennesimo processo che a Firenze vede imputati degli antifascisti e che va a sommarsi a quelli già in corso alcuni dei quali, uno in primo grado e l’altro per decreto penale, vedono condanne dai 6 agli 8 mesi per una ventina di antifascisti.
Il corteo antifascista del 9 marzo sarà sicuramente un momento in cui manifestare anche il sostegno e l’appoggio all’azione antifascista, la vicinanza e la solidarietà ai compagni sotto processo.
Sarà poi anche un’occasione per denunciare la complicità sempre più evidente anche nella nostra città tra forze di polizia e neofascismo: da una parte la costante criminalizzazione dell’antifascismo, dall’altra la protezione e l’impunità più sfacciata.
ORA E SEMPRE RESISTENZA
SABATO 9 MARZO ORE 15.00 PIAZZA S.MARCO
CORTEO ANTIFASCISTA
lunedì 4 marzo 2013
4 marzo 2013. Inizia il processo al movimento fiorentino
Lunedì 4 marzo presso il Tribunale dei minori di
Firenze si svolgerà la prima udienza del processo contro due compagni
minorenni accusati di diversi reati. Il processo che li vedi coinvolti
rientra in quello che abbiamo definito il “processo contro il movimento
fiorentino” e che nel maggio e giugno di due anni fa portò
all’applicazione di 35 misure cautelari tra arresti – uno in carcere e
gli altri ai domiciliari – e obblighi di firma. Il processo contro tutti
gli altri 86 imputati già rinviati a giudizio inizierà invece il 3
maggio. Un processo costruito sull’applicazione del reato di
associazione a delinquere alle lotte politiche e sociali in cui l’accusa
viene rafforzata, oltre che dal numero stesso degli imputati e dagli
innumerevoli reati contestati, dalla presenza delle cosiddette “parti
civili”: digos e polizia, leghisti e fascisti, banche, enti pubblici e
privati che saranno parte attiva nel processo. In pratica gli stessi,
diretti responsabili o complici, che hanno messo in campo e difeso le
misure di austerità contro i lavoratori e il taglio dei servizi sociali
contro quali scendemmo in piazza allora e continueremo a farlo. Sarà
fondamentale fare in modo che ogni passaggio di questo processo non cada
nel silenzio e che tutti coloro che ancora oggi lottano per un futuro
diverso dalle prospettive che abbiamo davanti si sentano coinvolti e
diano il proprio sostegno agli imputati. Per questo cercheremo per
estendere la solidarietà e stimolare la ripresa di un dibattito sulla
repressione tra le realtà e i compagni attivi sul territorio.
SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI SOTTO PROCESSO AL TRIBUNALE DEI MINORI
SOLIDARIETÀ A TUTTI GLI IMPUTATI NEL PROCESSO CONTRO IL MOVIMENTO FIORENTINO
Centro Popolare Autogestito fi-sud - Rete dei Collettivi Fiorentini - Collettivo Politiche di Scienze Politiche - Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos - Collettivo Studentesco Rivoluzionario
SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI SOTTO PROCESSO AL TRIBUNALE DEI MINORI
SOLIDARIETÀ A TUTTI GLI IMPUTATI NEL PROCESSO CONTRO IL MOVIMENTO FIORENTINO
Centro Popolare Autogestito fi-sud - Rete dei Collettivi Fiorentini - Collettivo Politiche di Scienze Politiche - Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos - Collettivo Studentesco Rivoluzionario
domenica 3 marzo 2013
7 marzo 2013 - ''Bandite'', di Alessia Poretti
Giovedi 7 marzo alle ore 20.30 aperitivo e cena popolare.
Alle ore 21.30 proiezione del film-documentario BANDITE, un documentario di Alessia Poretti prodotto da Bandite film.
Nel contesto della Resistenza italiana, il documentario indaga l'esperienza delle donne che dal '43 al '45 hanno combattuto nelle formazioni partigiane, rivoluzionando il loro ruolo tradizionale e divenendo protagoniste della storia. In un racconto corale, donne di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche, esprimono attraverso le interviste la consapevolezza di una lotta che va oltre la liberazione dal nazifascismo e che segna un momento decisivo nel percorso di emancipazione femminile. Il vissuto di queste donne ribelli si intreccia agli interventi delle storiche che ne sostengono la trama con le loro analisi e indagini di genere, alle pubblicazioni clandestine dell'epoca e alle immagini di repertorio, delineando così il contesto storico in cui quella lotta si è sviluppata e il riflesso di essa nel mondo attuale. Le partigiane hanno dato vita alla Repubblica, conquistato la cittadinanza, ma la piena uguaglianza, le pari opportunità, gli obiettivi da esse perseguiti si possono veramente ritenere raggiunti?
SABATO 9 MARZO ORE 15.00 PIAZZA S.MARCO CORTEO ANTIFASCISTA
Firenze Antifascista
Alle ore 21.30 proiezione del film-documentario BANDITE, un documentario di Alessia Poretti prodotto da Bandite film.
Nel contesto della Resistenza italiana, il documentario indaga l'esperienza delle donne che dal '43 al '45 hanno combattuto nelle formazioni partigiane, rivoluzionando il loro ruolo tradizionale e divenendo protagoniste della storia. In un racconto corale, donne di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche, esprimono attraverso le interviste la consapevolezza di una lotta che va oltre la liberazione dal nazifascismo e che segna un momento decisivo nel percorso di emancipazione femminile. Il vissuto di queste donne ribelli si intreccia agli interventi delle storiche che ne sostengono la trama con le loro analisi e indagini di genere, alle pubblicazioni clandestine dell'epoca e alle immagini di repertorio, delineando così il contesto storico in cui quella lotta si è sviluppata e il riflesso di essa nel mondo attuale. Le partigiane hanno dato vita alla Repubblica, conquistato la cittadinanza, ma la piena uguaglianza, le pari opportunità, gli obiettivi da esse perseguiti si possono veramente ritenere raggiunti?
SABATO 9 MARZO ORE 15.00 PIAZZA S.MARCO CORTEO ANTIFASCISTA
Firenze Antifascista
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