Quest'iniziativa rappresenta infatti non solo un momento puramente
informativo, ma un primo passaggio della mobilitazione in città contro
la guerra di aggressione che si profila in Siria. L'escalation militare
in Siria non ha sicuramente raggiunto il culmine, ma in questi mesi
abbiamo comunque assistito a passaggi sostanziali da parte
dell'imperialismo statunitense e degli stati europei coadiuvati
dall'aiuto tutt'altro che disinteressato di Israele, della Turchia e
dello petromonarchie. Ancora una volta la difesa dei diritti umani e dei
civili dalla feroce repressione del "dittatore" di turno sono la scusa
perfetta per muovere i primi passi verso una nuova guerra umanitaria.
Sin dall'inizio l'Esercito Libero Siriano è stato armato, finanziato e
addestrato con il fine di destabilizzare la regione e rovesciare il
governo siriano, conquistando posizioni con attacchi spesso pianificati
dalle informazioni di intelligence e con il supporto diretto di
comandanti e generali NATO, macchiandosi anch'esso di massacri e
esecuzioni, come hanno dovuto ammettere con colpevole ritardo anche
alcune organizzazioni per i diritti umani che fino a quel momento
avevano addossato ogni responsabilità delle violenze sulle forze
governative. E diciamo questo senza negare le responsabilità passate e
presenti del regime siriano, le sue politiche di repressione come
l'esistenza anche di un'opposizione popolare che è stata di fatto
stritolata tra il regime e le forze finanziate dall'occidente, dalla
Turchia, dove si trovano vari campi di addestramento dei "ribelli"
siriani, e dalla petromonarchie. Non sono bastati ad Assad il tradimento
dei kurdi di Turchia e le parziali liberalizzazioni avviate con il
consenso capitalista, per risparmiarsi l'attacco imperialista in una
fase di crisi e di ridefinizione degli interessi del capitale. Hanno
evidentemente pesato di più gli appoggi ad Hezbollah e la politica di
opposizione ad Israele.
E' un quadro infatti in cui va tenuto conto anche delle tensioni
esistenti a livello globale tra i blocchi imperialisti e che
inevitabilmente si riflettono nel contesto siriano. Le differenti scelte
strategiche tra Usa-UE e stati come Russia e Cina ed il blocco dei
paesi non allineati, riflettono la divergenza tra interessi economici e
politici nella gestione dell'area. Gli attori in campo sono quindi
molteplici, le posizioni diversificate anche all'interno degli stessi
schieramenti e lo scontro tutt'altro che circoscritto dai confini
siriani. La posta in gioco è alta e molto difficile risulta cercare di
prevedere eventuali accelerazioni. Quello che è sicuro è che le
proposte, le soluzioni e le azioni che in prospettiva determineranno lo
scontro armato in Siria sono espressione di interessi imperialistici e
quindi di esclusivo utilizzo capitalistico.
Proprio per questo come studenti e lavoratori non possiamo rinunciare a
dire la nostra, a schierarci contro l'imperialismo, a fianco di quei
popoli che in nome del profitto e del capitale non ricevono che morte,
distruzione e sfruttamento. Dobbiamo farlo rompendo il muro di
informazione dei media mainstream che ha di fatto l'obiettivo di
giustificare una futura guerra ed indebolire una qualsiasi mobilitazione
contro di essa. Dobbiamo farlo anzitutto puntando il dito contro
l'imperialismo di casa nostra, la sua partecipazione alla guerra con
esercito e servitù militari, tenendo ben presente ciò che significa
vivere e lottare all'interno dei confini di uno stato in guerra, pronto a
calpestare ogni diritto, devastare interi territori, distruggere le
esistenze di milioni di lavoratori e studenti, tagliare ogni spesa
sociale mantenendo inalterate sen non aumentando quelle militari per
assicurarsi un ruolo di primo piano nella competizione europea e
globale.
Centro Popolare Autogestito Fi-Sud
Bahar Kimyongür, nato il 28 aprile 1974 a
Berchem-Sainte-Agathe, membro di una famiglia proveniente dalla Turchia,
è un attivista politico belga, ed ha militato nel Partito del lavoro
del Belgio, una formazione politica marxista-leninista.
Suo padre, un Turco della minoranza alawita araba, era arrivato in
Belgio per lavorare come minatore nelle miniere di carbone di La
Louvière, sua madre era una lavoratrice stagionale nelle piantagioni di
cotone.
Bahar Kimyongür si è diplomato in archeologia e storia dell’arte presso l’Università libera di Bruxelles.
Bahar Kimyongür è stato oggetto dell’interesse dei mezzi di
comunicazione a seguito di un procedimento giudiziario che lo ha visto
protagonista, per essere uno dei primi imputati perseguiti secondo la
legislazione anti-terrorismo. In buona sostanza, veniva accusato di
terrorismo per avere tradotto dal turco in francese dei comunicati
diffusi dal DHKP-C, un’organizzazione rivoluzionaria turca considerata
come terrorista dallo Stato turco ed inserita nella lista delle
organizzazioni terroristiche dall’Unione europea in seguito agli
avvenimenti dell’11 settembre.