Il ventinove gennaio il CPAFiSud ha ospitato tra le altre cose la presentazione di "Vorrei che il futuro fosse oggi" di Valerio Lucarelli.
I signori Pasquale e Nicola Abatangelo, Francesco Mori e Maurizio Lampronti hanno affiancato l'autore nella presentazione di un testo di impianto diacronico, redatto attingendo a fonti testimoniali contattate una per una (in qualche caso ad oltre trent'anni di distanza dagli eventi narrati) e caratterizzato da obiettività, umanità e realismo.
Un'opera del genere richiede un po' di impegno, un po' di rigore, un po' di competenza.
Invece c'è uno che l'impegno, il rigore e la competenza non sa nemmeno che cosa siano, e che pensa di poterle sostituire con qualche comunicato stampa strepitante sfracelli.
Uno dei giornalini che glieli pubblicava tutti è crepato nel chissenefrega generale. Quell'altro se la passa giustamente da cani sicché ci sta che manchi poco.
A noi di questo qui, che dovrebbe essere uno grasso di Scandicci, non potrebbe fregare di meno.
Uno dei relatori invece non ha gradito affatto le asserzioni basate sul pressappochismo, la licenza e l'incompetenza che sono coessenziali a certa marmaglia con la cravatta, e ne ha rimesso l'autore al suo posto con le parole che seguono.
"...Io ringrazio il CPA per avermi dato modo di parlare di questa cosa, e vorrei che fosse chiaro che noi non ci paga nessuno per questo. Se c'è qualcuno che lo dice è perché si vede che dalle sue parti è così che vanno normalmente le cose, ma questo non riguarda noi davvero! Noi non soltanto non ci ha pagato nessuno, mai, ma per me e molti altri la politica ha significato dare tutto, a volte anche lasciare moglie e figli in mezzo alla strada. Sicché certe parole per me sono inaccettabili. E noi, che siamo stati tra i pochi in questo paese ad aver pagato per intero, non si può nemmeno aprire bocca perché immediatamente parte l'aggressione mediatica. I conflitti si fanno in due, e per quegli anni a pagare è stata sempre una parte sola. E quello che è grave è che questo va bene anche alla sinistra istituzionale."
I signori Pasquale e Nicola Abatangelo, Francesco Mori e Maurizio Lampronti hanno affiancato l'autore nella presentazione di un testo di impianto diacronico, redatto attingendo a fonti testimoniali contattate una per una (in qualche caso ad oltre trent'anni di distanza dagli eventi narrati) e caratterizzato da obiettività, umanità e realismo.
Un'opera del genere richiede un po' di impegno, un po' di rigore, un po' di competenza.
Invece c'è uno che l'impegno, il rigore e la competenza non sa nemmeno che cosa siano, e che pensa di poterle sostituire con qualche comunicato stampa strepitante sfracelli.
Uno dei giornalini che glieli pubblicava tutti è crepato nel chissenefrega generale. Quell'altro se la passa giustamente da cani sicché ci sta che manchi poco.
A noi di questo qui, che dovrebbe essere uno grasso di Scandicci, non potrebbe fregare di meno.
Uno dei relatori invece non ha gradito affatto le asserzioni basate sul pressappochismo, la licenza e l'incompetenza che sono coessenziali a certa marmaglia con la cravatta, e ne ha rimesso l'autore al suo posto con le parole che seguono.
"...Io ringrazio il CPA per avermi dato modo di parlare di questa cosa, e vorrei che fosse chiaro che noi non ci paga nessuno per questo. Se c'è qualcuno che lo dice è perché si vede che dalle sue parti è così che vanno normalmente le cose, ma questo non riguarda noi davvero! Noi non soltanto non ci ha pagato nessuno, mai, ma per me e molti altri la politica ha significato dare tutto, a volte anche lasciare moglie e figli in mezzo alla strada. Sicché certe parole per me sono inaccettabili. E noi, che siamo stati tra i pochi in questo paese ad aver pagato per intero, non si può nemmeno aprire bocca perché immediatamente parte l'aggressione mediatica. I conflitti si fanno in due, e per quegli anni a pagare è stata sempre una parte sola. E quello che è grave è che questo va bene anche alla sinistra istituzionale."
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